Un mistero lungo 16 mesi
23
novembre 1995 - Milena Bianchi, studentessa
universitaria (scienze politiche a Padova), 21 anni, di
Bassano, scompare a Nabeul, centro turistico a pochi
chilometri da Hammamet, in Tunisia. Era in vacanza,
ospite della famiglia di unamica, Elisa Viotto.
Studiavano il francese. Le due ragazze, dicono, escono al
pomeriggio in bicicletta per andare a fare piccoli
acquisti. Elisa, che si era fermata da un meccanico,
torna. Milena, che secondo la Viotto era andata a
prendere il pane, no.
28 novembre - La
polizia trova la sua bicicletta abbandonata a un
chilometro e mezzo da casa. Lamica cambia versione:
in realtà le due ragazza andavano dai rispettivi
fidanzati tunisini. Si comincia a parlare di avances
respinte, gli investigatori fermano due amici ma li
rilasciano subito dopo. Si parla anche di tratta delle
bianche, magari per vendetta contro Ivo Viotto, padre di
Elisa, imprenditore padovano, a cui pochi giorni prima
qualcuno ha bruciato lauto.
7 gennaio 1996 -
Poche settimane dopo la scomparsa i genitori di Milena,
Bertillo e Gilda, sollevano le prime perplessità sulle
indagini della polizia tunisina. A Bassano una fiaccolata
a sostegno della famiglia, organizzata dal neonato
comitato "Perchè Milena ritorni". Chiedono
interventi dello Stato italiano, del governo. Si muovono
lambasciatore italiano a Tunisi e lunità di
crisi del ministero degli Esteri, ma senza risultato.
15 aprile - Anche
il Papa, durante una visita in Tunisia, sollecita le
autorità a intensificare le ricerche della ragazza
bassanese. In quelloccasione i genitori cercano di
incontrare Giovanni Paolo II per consegnargli un appello,
ma la polizia tunisina li blocca per un giorno e mezzo.
Addosso avevano una maglietta con limmagine della
figlia. Lazione delle autorità locali, che
sembrano infastidite dalla troppa pubblicità data alla
vicenda, susciterà grandi proteste. Secondo il vescovo
di Vicenza, Pietro Nonis, si erano mosse anche le
"più alte autorità vaticane" per stimolare le
ricerche.
20 luglio
- La storia della ragazza scomparsa finisce anche su
Internet. Il nostro giornale Nautilus organizza un
appello on line: basta cliccare su unimmagine di
Milena e si manda automaticamente una serie di messaggi
e-mail a istituzioni, partiti e personalità varie per
chiedere più attenzione al caso. Linziativa, anche
per alcuni disguidi, suscita qualche protesta ma una
volta tanto è un bene: i messaggi sono migliaia e
intasano alcune caselle postali elettroniche. Il
risultato è che poco dopo, anche grazie a questa
operazione, il ministro Dini incontra la famiglia. Anche
il segretario del Pds DAlema risponde e assicura
che porterà la questione in Parlamento.
13 agosto - E
il 22esimo compleanno di Milena. La madre Gilda scrive
una lettera-appello che viene pubblicata su molti
giornali: "Ti riporterò a casa - dice - Ti
racconterò di come ho dovuto lottare contro
lindifferenza di quanti ritenevo dovessero
aiutarmi".
Intanto lonorevole
Elisa Pozza tasca prende a cuore il caso della famiglia
di Milena e coinvolge Parlamento italiano ed europeo.
Alla famiglia arrivano anche messaggi anonimi, perfino un
disegno che indica come e dove la figlia sarebbe stata
rapita. Non mancano gli inevitabili sciacalli. Gilda e
Bertillo Bianchi comunque non si arrendono: scrivono a
giornali, si fanno intervistare in tv.
26 marzo 1997 -
E da qualche giorno che i Bianchi trattano con un
avvocato-faccendiere tunisino, noto per le sue amicizie
politiche anche italiane. Insomma sembra avere le carte
in regola. E poi dice quello che Gilda e Beritllo
volevano sentirsi dire: "Ho visto Milena". Non
chiede soldi "se non a cose fatte" dice.
Questa, pensano a Bassano, è la volta buona.
27 marzo - Neanche
il tempo di gioire e arriva la mazzata da Nabeul: la
polizia ha trovato il cadavere della ragazza sepolto nel
greto di un torrente secco un chilometro fuori dal paese.
E poi cè lassassino, quel Mounir che per
pochi giorni era stato fidanzato di Milena ma poi
respointo. Perché, come scrive la ragazza nel suo diario
"con me voleva solo divertirsi". Lui, 20 anni,
confessa che quando lha vista passare sotto casa
lha chiamata, poi lha strangolata e portata
su una Vespa nel torrente. Del misterioso avvocato
tunisino, ad ogni modo, non cè più traccia.
28 marzo - E
il momento terribile del riconoscimento
nellobitorio dellospedale di Tunisi: ci sono
gli anelli di Milena e anche i denti corrispondono. Gilda
Bianchi non se la sente, è il marito ad entrare. Il
giorno dopo vanno a deporre dei fiori sul luogo dove è
stato trovato il corpo. Nel pomeriggio lautopsia,
la sera il ritorno in aereo a casa. Si farà comunque la
prova del Dna.
30 marzo - Gli
investigatori tunisini considerano il caso risolto. Ma
saltano fuori i primi dubbi. Come un tedesco vicino di
casa del giovane Mounir che non crede che il ragazzo
abbia mai usato la Vespa quel giorno e dice di non aver
visto Milena entrare.
31 marzo - La
polizia ferma altri due amici tunisini di Milena e Elisa
Viotto. Uno è Sami, consiuderato il fidanzato ufficiale
della ragazza bassanese. Non si sa nulla dei risultati
degli interrogatori, che in Tunisia tra laltro
possono durare anche giorni.
1 aprile - Seconda
autopsia dei resti della ragazza. Per i medici
dellospedale di Bassano "è impossibile capire
di cosa è morta Milena". Uno zio della ragazza dice
che sul corpo ci sono mutilazioni che pochi giorni prima
non cerano: mancano alcune dita (e gli anelli) e la
testa è staccata. La famiglia continua a non credere
alla versione del fidanzato respinto.
2 aprile - Nella
chiesa di Santa Croce a Bassano, davanti a tremila
persone in completo silenzio, si svolgono i funerali di
Milena Bianchi. La madre, oramai ridotta a uno straccio,
non se la sente nemmeno di vedere quando la bara bianca
della figlia viene chiusa nel loculo. Contemporaneamente
Nino Marazzitta, lavvocato romano nominato dalla
famiglia, annuncia che è stato assoldato un
investigatore privato che andrà a Tunisi per continuare
le indagini. La Farnesina, dal canto suo, fa sapere che
potrebbe chiedere una rogatoria internazionale e poter
assistere così agli interrogatori dei fermati. La storia
infinita della giovane Milena, insomma, continua.
|