Su
quella biopsia è ora di fare luce
Una
normale endoscopia, il "tocco" leggero di un
raggio laser sul tessuto sospetto e il computer ti dice
se quelle cellule sono cancerose oppure no. E
questa la nuova "biopsia ottica" sperimentata
da due centri di ricerca medica del Tennessee, negli Usa.
Con due enormi vantaggi: non si preleva neanche un
millimetro di tessuto e la risposta, sicura, arriva in
meno di un secondo
Basta a
quellinquietante parola, "biopsia", che
sa sempre di operazione chirurgica; ai fastidi di farsi
prelevare pezzetti di tessuto da tutto il corpo; e ai
giorni di ansia in attesa della risposta del laboratorio.
Se gli esperimenti in corso negli Usa dovessero
confermarne la validità, il nuovo sistema di biopsia
ottica tramite laser potrebbe rivoluzionare la diagnosi
dei tumori. E cioè non più campioni "vivi" da
prelevare e il fatidico "per la risposta torni fra
una settimana": la luce del laser dirà subito, con
unaffidabilità del 100 per cento, se quelle
cellule sono cancerose oppure no. Senza staccare un solo
millimetro di tessuto.
La tecnica per ora è
stata applicata solo nella diagnosi dei tumori
dellesofago. Ma i ricercatori americani del
Thompson Cancer Research Center di Knoxville, nel
Tennessee , e del vicino Oak Ridge National Laboratory
sperano di estendere il sistema anche per altri tipi di
tumore. Anche perchè la metodica costa 10 volte meno
della tradizionale biopsia.
Fino ad oggi
lindagine su un tessuto di esofago (così come per
stomaco e intestino) sospetto di essere canceroso si fa
attraverso un normale endoscopio: il lungo tubo di gomma
viene infilato in bocca, la piccola pinza nella parte
terminale stacca un pezzetto del tessuto da esaminare che
viene poi spedito in laboratorio. Dove verrà analizzato
al microscopio. Il paziente? Torna a casa e aspetta
qualche giorno. E non è certo unattesa divertente.
Per la biopsia ottica
invece si parla di secondi. La luce laser viene
introdotta nellesofago del paziente
allinterno dellendoscopio. Raggiunta
larea da esaminare, basta che la sonda tocchi il
tessuto. I dati sono immediatamente trasmessi ad un
computer attraverso un cavo a fibre ottiche. Il computer
non fa altro che analizzare lintensità della
fluorescenza emessa dai tessuti colpiti dal laser, quindi
dice se le cellule sono o no cancerose. Tempo trascorso
dal "tocco" alla risposta: meno di un secondo.
"E senza incidere nessun organo", come spiega
uno dei medici, Tuan Vo-Dinh.
Non basta: nel tempo che
si impiega normalmente per una normale biopsia con
prelievo di tessuto, si possono fare sei o sette biopsie
ottiche. La metodica, frutto di uno sforzo congiunto tra
i due centri di ricerca, sta richiamando pazienti da
tutti gli Stati Uniti. E dopo 400 confronti con le
analisi tradizionali, i ricercatori hanno giudicato le
diagnosi ottenute dal nuovo sistema precise al 100 per
cento.
Insomma un successo
medico. Senza contare i vantaggi umani: non sarà una
gran consolazione, ma sapere subito con cosa si ha a che
fare risparmia langoscia di quei maledetti giorni
di attesa che sembrano non finire mai.
Alessandro Mognon
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