Mauro Astolfi e la Spellbound
Mauro Astolfi è un giovane
coreografo italiano a cui la critica di balletto italiana
non si è ancora dedicata.
Famoso ed apprezzato negli Stati Uniti, in Francia e in
Inghilterra ( paesi nelle cui più prestigiose accademie
è spesso docente ospite) in Italia il suo genere di
modern-jazz non è ancora decollato nei sacri teatri
italiani che lasciano poco spazio a giovani proposte
bollandole molto spesso come meteore, quindi destinate al
declino.
LItalia non lascia spazio alle giovani realtà
espressive a meno che non provengano dallestero, la
nostra esterofilia ormai investe tutti i settori, o
comunque si attende sempre che litaliano riscuota
successo in altre parti del mondo per poi rivendicarne
litalianità.
Astolfi è un vero e proprio artista metropolitano il suo
modern è espressione di una solitudine che cerca di
uscire dagli schermi della quotidianità piatta e
insensibile delle città di plastica e cemento.
Carismatico e aggressivo il suo linguaggio coreografico
annulla landroginia tipicamente contemporanea che
propone modelli asessuati puntando su di una sensualità
spudorata ed erotica ma mai volgare. La sua danza è un
grido graffiante e seducente che esprime la frustrante
impossibilità di comunicare tra due universi
contrapposti, come quelli rappresentati dalluomo e
la donna, che instancabilmente si cercano.
Grande amante dei contrasti ritmico-musicali tipici della
black-music che scandisce una melodia vellutata da
percussioni palpitanti, i suoi danzatori sembrano
posseduti da quellanima malinconica, avvolgente ed
atmosferica, tipica del Soul.
Le sue coreografie sono veri e propri cori, anche negli
assoli il ballerino non è mai "solo" vi è
sempre la presenza costante di quellinvisibile
partner che è lo spazio (Martha Graham docet); uno
spazio che il danzatore accarezza e da cui viene
accarezzato, che si insinua toccandolo nel punto di
massima energia dinamica e si prolunga nelle braccia e
nelle gambe veri e propri brandelli di spirito.
Il suo linguaggio coreografico nasce da una profonda
conoscenza dei mezzi espressivi naturalmente insiti
nelluomo è un linguaggio che nasce dal silenzio,
dalla profondità di unanima abituata al buio ed
alla solitudine , in questo senso questartista è
un vero poeta (produttore) dincantesimi (Spellbound
), proprio come il mitico Orfeo.
Roberta Paolini
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