Un corpo
da scolpire
La
chirurgia estetica rischia di assimilare il corpo umano
ad un aggregato di materia morbida da plasmare senza
tabù. I benefici offerti dall'avere un corpo "più
bello" valgono i rischi che a volte si corrono
sottoponendosi al bisturi del chirurgo ?
La chirurgia estetica
viene sovente descritta come un'arte raffinata, che
scolpisce e cesella carezzevolmente il corpo femminile.
Grazie ai progressi della tecnica chirurgica, il corpo
umano sembra essersi trasformato in un materiale
plasmabile a piacere, malleabile come creta.
Fino a ieri, lintervento del chirurgo era richiesto
soprattutto per ridimensionare nasi e orecchie troppo
vistosi, o per cancellare cicatrici deturpanti. Ora
interviene per ottimizzare volti e corpi anche molto
attraenti. Gonfia la bocca e sgonfia la coscia, accorcia
lo zigomo e allunga lorlo sul mento, alza seni e
sederi e spiana qualsiasi centimetro di pelle che osi
uscire dagli schemi prestabiliti.
Il prezzo? Una discreta somma di danaro e qualche piccola
sofferenza fisica. Tutto sommato un affarone, in questi
tempi in cui lortodossia dellaspetto fisico
ha raggiunto un valore sociale astronomico.
LOrdine dei Medici proibisce qualsiasi forma di
pubblicità, in quanto contraria alla deontologia medica.
Eppure su molti giornali, e ultimamente anche su
Internet, appaiono articoli che assomigliano molto a
consigli per gli acquisti. Attraverso l'esperienza di
alcuni medici legali (spesso chiamati come periti per
decidere sui "guasti" provocati da interventi
malriusciti o contestati) ecco alcune osservazioni
sull'argomento chirurgia plastica.
Di fatto, il
bisturi primeggia tra i prodotti lanciati sul mercato
della bellezza. Si presenta in vesti lussuose, si vanta
di essere un cosmetico sofisticato e infallibile. Offre
la possibilità di soddisfare qualsiasi capriccio.
Aspirate a diventare una replicante della Barbie? Una
donna americana sembra esserci riuscita, facendosi
tagliare e ricucire da testa a piedi.
Cè invece chi mette in gioco il proprio corpo in
vista di un fine molto più complesso. Come Orlan, che si
definisce unartista della carne. Si sottopone al
bisturi del chirurgo plastico non per raggiungere i
modelli imposti dalle abitudini e dalla moda, ma per
trasformare il suo corpo in un potente strumento di
comunicazione.
Orlan non
cerca di conquistare un guscio più appetibile o più
amabile. Al contrario, vuole esporre le vicissitudini
della sua carne come opera darte, trasmettendo in
diretta, alla vecchia Europa e al Nord America, le
immagini della sua pelle tagliata durante un intervento.
Un involucro che non è più tempio dellanima, ma
diventa linguaggio, espressione, incentivo a riflettere e
discutere sui nostri vissuti. Sicuramente lopera di
Orlan rappresenta unoccasione per una riflessione
sull importanza e sul significato del corpo. Al di
là del valore artistico di questa forma espressiva, vale
la pena di soffermarsi sulle caratteristiche della carne
umana in quanto materiale da scolpire. Per cuocere crete
e argille ad esempio è necessario osservare regole ben
precise, altrimenti il manufatto rischia di uscire dal
forno in briciole.Il chirurgo opera su pelle, muscoli,
ossa, tessuti connettivi. Il suo bisturi sfiora nervi,
vasi linfatici, vasi sanguigni. Probabilmente,
larte della carne presenta qualche complicazione.
Anche
se la tecnica è avanzatissima e il chirurgo è un mostro
di bravura, un intervento chirurgico non è mai privo di
rischi. Il rischio più grave, mortale, è costituito
dall'anestesia: shock anafilattico per reazione allergica
a tutti i tipi di anestesia, arresto cardiaco per effetto
dell'anestesia generale. Chi afferma che esiste un
qualsiasi tipo di anestesia che possa essere praticata
senza rischi, mente. Nessun esame preliminare può
offrire questa sicurezza.
La chirurgia plastica
dovrebbe essere evitata anche da chi ha problemi di
cicatrizzazione o di elasticità cutanea. Potrebbero ad
esempio formarsi dei cheloidi, cicatrici abnormi e
sporgenti. Alcuni danni vengono causati da una errata
condotta professionale. Errare è umano, e il miglior
chirurgo non sfugge a questi limiti. Negli interventi al
seno possono prodursi infiammazioni, infezioni ed
emorragie, uno sbaglio nellesecuzione del lifting
e in altri tipi di interventi al viso può provocare
perdita di capelli, paralisi del nervo facciale, ptosi
palpebrale permanente (palpebra cascante), perdita di
simmetria e di euritmia (capacità di muovere
armoniosamente i muscoli facciali). È frequente la
reazione a corpi estranei, come il silicone.
La liposuzione merita
un discorso a parte, poiché è molto diffusa la favola
che sia un intervento da poco. In realtà, a parte i
rischi dovuti all'anestesia, la liposuzione è un
intervento serio. Tanto è vero che viene consigliata
l'autoemotrasfusione (una trasfusione con il sangue dello
stesso paziente prelevato prima dell'intervento). I fori
per inserire la cannula sono in effetti modesti, ma la
rimozione dell'adipe richiede molta esperienza da parte
del chirurgo. I risultati possono essere anche orrendi,
con la pelle cosparsa di cicatrici infossate.
Maggiormente a rischio è la zona intorno alle caviglie,
dove si trovano molti vasi linfatici. Questi sono solo
alcuni esempi. Ovviamente i dati riguardano tecniche non
nuovissime, perché la registrazione dei dati si basa sul
fatto compiuto, e richiede un certo periodo di tempo. Non
si conoscono con esattezza i vantaggi delle tecniche
nuove, ma nemmeno le controindicazioni. Bisogna
sottolineare il fatto che in ogni caso ancora non
esistono tecniche che garantiscano la certezza di un buon
risultato.
La
legge parla chiaro: spetta solamente al diretto
interessato, ovvero al potenziale paziente, valutare
leventualità di intervenire chirurgicamente sul
suo corpo...
Certo, in mancanza di
competenza, è difficile prendere decisioni assennate.
Non si può conseguire una laurea in medicina per
decidere se farsi rifare il naso oppure no. A questo
proposito gran parte della responsabilità spetta al
medico, che è tenuto per legge ad informare il paziente.
Non si pretende da lui che insegni il suo mestiere,
ma che fornisca tutte le informazioni necessarie sulle
possibilità di scelta, inclusi i minimi rischi e le
alternative possibili. Questo è in soldoni ciò che
impone un principio giuridico ampiamente dibattuto in
ambito medico legale: il consenso informato. Un
professionista affidabile e competente si riconosce
soprattutto dalla correttezza con cui fornisce le
informazioni necessarie. Non è molto sano fidarsi di chi
promette miracoli, magari a buon prezzo. Meglio evitare
anche chi minimizza i rischi, e fuggire come la peste chi
li nega del tutto.
Per fare una buona scelta,
poi, è fondamentale assicurarsi che l'intervento venga
effettuato all'interno di strutture adeguate. Ad esempio,
sarebbe preferibile la vicinanza di un reparto di
rianimazione, preziosa in caso di complicazioni.
È bene ricordare che le
cliniche private, che presentano il vantaggio di
un'accoglienza di tipo alberghiero e molte comodità,
spesso non forniscono le garanzie concrete offerte dalle
strutture pubbliche. Le quali possono essere scomodissime
e squallide, ma dotate di attrezzature utili ad aumentare
le possibilità di sopravvivenza (ad esempio, una sala di
rianimazione).
Ultimamente
si parla molto della chirurgia estetica come di un
intervento terapeutico volto a risanare una situazione di
disagio psichico. Sempre in tema di consigli per gli
acquisti, cè chi magnifica la facilità con cui il
bisturi sarebbe in grado di risolvere complesse
situazioni di disagio psichico. Si vive male nella
propria pelle? Il bisturi rappresenta una soluzione
veloce e radicale: tagliare i nodi invece di scioglierli,
una scelta attraente per la sua semplicità brutale.
Di certo il bisturi non
coinvolge solo la scorza, il corpo umano non è una
banale confezione di carne che avvolge la mente, e
intervenendo sulla superficie viene coinvolta
necessariamente anche la psiche. Ma questo non significa
che un intervento chirurgico risolva i casi in cui non si
riesce a convivere armoniosamente con il proprio corpo.
Spesso queste difficoltà sono radicate in conflitti
molto più complessi di un difetto estetico.
In questo caso si tenta di
smerciare una chirurgia dellanima, che oltretutto
contraddice vistosamente la concezione che assimila corpo
umano ad un aggregato di materia morbida da plasmare
senza tabù.
In una civiltà in cui una
top model guadagna miliardi a palate, la strada per la
felicità sembra tracciata molto chiaramente. Ma solo
poche donne riescono a trarre un concreto profitto dalle
loro qualità estetiche, il mondo è zeppo di bellissime
ragazze che non sono più felici delle altre.
Guardando le foto che
ritraggono chi pubblicizza tagli, felicità e bellezza,
si nota molto facilmente che la categoria di questi
chirurghi plastici non brilla per avvenenza.
Probabilmente lattività rende molto bene in
termini economici, e questo fatto aiuta anche a convivere
serenamente con i difetti fisici. La bellezza dà la
felicità, ma solo a chi la vende.
Antonella di Martino
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