AXUR
RE D'ORMUS
Antonio Salieri nacque a
Legnago il 19 agosto 1750.
Studiò il violino con il
fratello Francesco ed il clavicembalo con Giuseppe
Simoni, organista del Duomo di Legnago.
A quindici anni si
trsferì a Venezia, dove un Mocenigo lo fece entrare
nell'amministrazione di San Marco; in cambio del vitto e
alloggio doveva cantare come soprano nel coro.
Studiò con il Gassmann
col quale si trasferì a Vienna dove nel 1770 fece
rappresentare al Teatro di Corte la sua prima opera
"LE DONNE LETTERATE" che ebbe notevole successo
e che gli procurò incarichi di scrivere opere per vari
teatri.
Nel 1778 inaugurò il
Teatro alla Scala, appena costruito, con "L'EUROPA
RICONOSCIUTA"; a Vienna nel 1785 fece rappresentare
"LA GROTTA DI TROFONIO" il suo capolavoro nella
produzione comica.
Nel 1787 andò in scena a
Parigi "TARARE" (che poi diverrà AXUR RE
D'ORMUS) e che rivaleggiò a lungo con il mozartiano DON
GIOVANNI.
Si deve inoltre ricordare
la composizione dell'opera "FALSTAFF" ovvero le
tre burle del 1799.
Nel 1817 fondò a Vienna
il Conservatorio musicale ed ebbe trai suoi allievi
Beethoven, Liszt, Schubert, Hummel.
Compositore
abbondantissimo, eccellente nel genere patetico, ottenne
notevoli successi anche nel genere comico.
Scrisse più di
quarantacinque opere tra serie e comiche, musiche di
scena, dodici oratori, sette cantate profane, cantate
sacre tra cui una PASSIONE, sei Messe ed un Requiem
eseguito al suo funerale, due sinfonie e vari concerti.
Morì a Vienna il 7 maggio
1825.
Ad un anno dal'andata in
scena delle NOZZE DI FIGARO di Mozart, Salieri, che aveva
già rappresentato a Parigi l'otto giugno 1787 l'opera
TARARE su libretto di Beaumarchais ottenendo uno
strepitoso successo, volle ridurre il suo lavoro al
carattere del dramma e della musica italiana.
Per la traduzione del
testo si rivolse al librettista Lorenzo Da Ponte.
La scelta di Da Ponte era
quasi obbligata per Salieri in quanto il suo abituale
librettista, l'abate Giovanni Casti, era da poco stato
licenziato dalla corte in quanto colpevole di aver
scritto un poema che metteva alla berlina Caterina II
Zarina di tutte le Russie.
Da Ponte cominciò ad
occuparsi del libretto nell'autunno dello stesso 1787 e
contemporaneamente lavorava al libretto del DON GIOVANNI
per Mozart e de L'ARBORE DI DIANA per Martin y Soler.
Il titolo dell'opera,
nella nuova versione, venne cambiato da TARARE ad AXUR RE
D'ORMUS ed il nuovo lavoro doveva essere rappresentato
per le nozze dell'Arciduca Francesco con la Prinicipessa
Elisabetta di Wuttemberg.
Nel rielaborare il dramma
Da Ponte si preoccupò di emendare il testo da tutte
quelle teorie che pochi anni dopo accendevano la
rivoluzione francese; egli intinse la penna
nell'inchiostro dell'ironia addolcendo le frecciate
rivolte al trono ed all'altare.
Da canto suo Salieri
privilegiò la forma chiusa dell'aria al declamato dei
recitativi, provvide all'inserimento di pezzi di bravura,
come il rondò di Aspasia, e sostituì i balli, d'obbligo
a Parigi, con una gustosa ARLECCHINATA che tolta dal
contesto originario, visse di autonoma vita nei secoli
seguenti.
Il materiale del TARARE è
utilizzato nella massima parte, a volte trasposto in
altra tonalità, a volte limitato nella sola esposizione
tematica e sottoposto a diversi sviluppi.
Il colore eroico ben si
addice alla parte di ATAR, per la quale Salieri richiede
una voce di tenore dolce ed energica.
Quanto all'aspetto
lamentevole Salieri attinge allo stile larmoyant fondendo
la tradizione francese e quella napoletana.
In chiave comica troviamo
BISCROMA, il guardiano del serraglio, col consueto
bagaglio del buffo, cui non viene negato un'aspetto
nobile nel sentimento di gratitudine verso Atar.
Ultimo aspetto della
varietà dei colori è la solennità dei cerimoniali del
terzo atto, dove il canto del fanciullo trova accenti di
commovente purezza, cui fa eco la vibrante invocazione
del coro, sul ritmo di marcia scandito dal tamburo
grande.
Axur andò in scena l' 8
gennaio 1789 davanti all'Imperatore ed agli Arciduchi,
uniti in matrimonio due giorni prima e la messa in scena
fu altamente sfarzosa.
Il successo fu tiepido ma
l'opinione del pubblico viennese mutò nel corso di
quaranta repliche cui arrise un crescente successo.
Fino al 1863 l'opera
compare in tutti i teatri europei con numerosissime
rappresentazioni.
L'ultima rappresentazione
ottocentesca si ebbe a Stoccarda nel 1863.
Il nostro secolo ha
dimenticato l'Axur fino al 20 giugno 1987 quando, forse
sotto la spinta del successo del film AMADEUS (col quale
la figura di Salieri ha guadagnato la notorietà presso
il grande pubblico) il Festival di Vienna ne ha affidato
l'esecuzione in forma di concerto alla bacchetta
Gianandrea Gavazzeni.
La prima rappresentazione
scenica nel nostro secolo è avvenuta a Siena al Teatro
dei Rinnovati e successivamente al Filarmonico di Verona
dove ora viene ripresa.
Axur Re D'Ormus è stata
eseguita al Teatro Filarmonico di Verona in forma di
concerto e ciò non ha certamente influito sulla
intellegibilità e godibilità dell'opera.
La compagnia è risultata
abbastanza omogenea con una grande prestazione di Simone
Alaimo nella parte di Axur che ha dimostrato una perfetta
messa in voce ed un'impostazione del personaggio
veramente notevole.
Molto sicuro e svettante
Giuseppe Morino nella parte di Atar e molto bene il
personaggio di Biscroma interpretato da Paolo Barbacini
che ha cantato con la giusta leggerezza ed una perfetta
dizione.
In campo femminile Katia
Ricciarelli è stata una buona Aspasia con momenti felici
ma trovandosi a volte in difficoltà nella tessitura
acuta.
Bene nelle loro parti
Maria Josè Trullu, Marcella Polidori, Armando Caforio,
Stefano Rinaldi Miliani ed Orfeo Zanetti.
Buona la direzione di
Istvan Denes ed ottimo il coro diretto da Armando Tasso.
Vivo successo da parte
dello scarso pubblico presente in sala.
Luciano Maggi
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