GRANDE
SUCCESSO DI NABUCCO AL TEATRO MASSIMO BELLINI DI CATANIA
In una autobiografia di
Verdi, relativamente a Nabucco, si legge: "con
quest'opera si può dire veramente che ebbe inizio la mia
carriera artistica".
Ciò risponde alla realtà
perché le due opere precedenti cioè "OBERTO CONTE
DI SAN BONIFACIO" e "UN GIORNO DI REGNO"
conobbero la prima un modesto successo e la seconda un
fiasco assoluto; Verdi dopo questo smacco non voleva più
comporre musica ma fu il Merelli, impresario del Teatro
alla Scala, che gli mise a forza in tasca il libretto di
"NABUCCO" approntato da Temistocle Solera e lo
rincuorò affinché non tralasciasse il cammino
intrapreso.
Verdi lesse febbrilmente
il libretto e fu così colpito da questo dramma di popolo
e dai sentimenti dei personaggi che si mise prontamente
al lavoro.
Il Maestro, dopo le
negative esperienze delle precedenti composizioni, era
ben consapevole che il successo di un'opera dipende dalla
musica ma anche dal testo e quindi tormentò il Solera
chiedendo numerosi cambiamenti e vari furono gli scontri
con il librettista, di carattere piuttosto indolente.
E' noto l'episodio col
quale nacque quella bellisima pagina che è la profezia
di Zaccaria.
Solera dopo il coro
"và pensiero" col quale gli ebrei lamentano il
loro stato di schiavitù aveva posto un duetto d'amore
tra Fenena ed Ismaele; a Verdi tale duetto non piaceva
perché raffreddava l'azione e chiese a Solera di
scrivere una pagina per la parte di Zaccaria.
Conoscendo la proverbiale
lentezza del librettista Verdi lo rinchiuse in una
stanza, gli diede in mano la Bibbia affinché si
ispirasse e non lo liberò finché il pezzo non fu
scritto.
Nabucco si può
considerare come un grande affresco corale entro il quale
si muovono i personaggi e si concretano i loro
sentimenti; di grandissimo rilievo sono specialmente le
figure di Nabucco e di Abigaille, il primo ha dei momenti
fieri nel primo atto ma poi nel finale del secondo atto e
nel terzo il suo accento diviene accorato e dolorante per
culminare nella grande preghiera dell'ultimo atto.
Abigaille è un
personaggio nuovo con la sua disumana ambizione e la sua
ferrea volontà di spezzare il ruolo di schiava e
calpestare i diritti altrui.
Anche Fenena, Ismaele e
Zaccaria hanno delle pagine di grande ispirazione.
Nabucco ebbe la prima
rappresentazione al Teatro alla Scala il 9 marzo del 1842
con interpreti il baritono Ronconi nella parte del
protagonista, la Strepponi come Abigaille, Miraglia come
Ismaele, De Rivis come Zaccaria e Bellinzaghi nel ruolo
di Fenena.
Il successo fu trionfale
ma si ebbero solo otto repliche; l'opera, ripresa nella
stagione primaverile, entusiasmò a tal punto il pubblico
che Nabucco tenne il cartellone per cinquantasette sere.
In queste recite la
Strepponi sulla via di un rapido declino fu sostituita
dalla De Giuli.
Lo spettacolo catanese è
stato di grande rilevanza.
Daniel Oren ha diretto l'Orchestra
del Teatro Massino Bellini di Catania con grande energia,
ricavando una perfezione di suono e sottolineando la
partitura in tutti i particolari; ne è risultato così
una direzione appassionata e veramente di grande statura.
Nabucco è stato Leo Nucci
che con la sua voce calda e ben timbrata ha dato il
giusto risalto alla figura del protagonista
riconfermandosi ancora una volta baritono verdiano per
eccellenza.
Ghena Dimitrova ha fornito
un'ottima interpretazione del personaggio di Abigaille;
voce timbratissima e perfettamente a suo agio in tutte le
difficoltà disseminate nella sua parte.
Molto bene la Fenena di
Susanna Anselmi e l'Ismaele di Nazzareno Antinori.
Una particolare menzione
merita il coro istruito dal Maestro Nicola Luisotti che
ha dovuto bissare il coro "và pensiero".
Pubblico entusiasta e che
ha gremito il teatro nell'arco di tutte le repliche.
Luciano Maggi
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