
Professione
guardoni
Università
e aziende americane e giapponesi stanno cercando di
imitare la famosa "vista a raggi X" di
Superman. Con la tecnologia della "augmented
reality" (realtà aumentata) infatti mescolano
immagini di oggetti reali a quelle prodotte da un
computer. L’incredibile risultato è che si può
vedere come sono fatti gli oggetti "dentro": i
fili e i tubi all’interno di un muro; i pezzi di un
motore da riparare; l’immagine in 3d del cervello e
della zona da operare proiettata direttamente sulla testa
del paziente. Insomma buttate pure gli occhialini a raggi
X per vedere attraverso i vestiti delle ragazze: la
"realtà aumentata" funziona meglio...
Diciamo la verità: chi
non ha mai invidiato la "vista a raggi X" di
Superman? Vedere attraverso i muri, guardare dentro gli
oggetti, osservare quello che c’è
"dietro" le cose. E lasciamo perdere l’uso
hard, tipo vestiti trasparenti e camere da letto senza
segreti. Insomma guardoni di tutto il mondo adesso (e
senza venire dal pianeta Kripton) gli scienziati stanno
creando anche per voi la supervista di Nembo Kid. Si
chiama "augmented reality" (ar, realtà
aumentata), e si potrebbe tradurre proprio come
"superrealtà". Una miscela di riprese video e
immagini computerizzate virtuali che, più che far gioire
i maniaci, potrebbe far fare un salto di qualità in
settori come la chirurgia, la meccanica, l’edilizia
o la progettazione.
"Nella realtà virtuale - spiega Ulrich
Neumann, scienziato informatico dell’Università
della Southern California - si lavora con oggetti che in
realtà non esistono ma sono solo generati dal computer.
La differenza, nell’augmented reality, è che si
lavora con oggetti che puoi toccare, puoi smontare: sono
automobili vere, aeroplani veri, case vere". La
tecnologia dell’ar deriva infatti dall’unione
di immagini virtuali e immagini dal vivo combinate fra
loro.
Esempio. Neumann
attualmente sta lavorando con la società aeronautica
McDonnell Douglas per sperimentare l’applicazione
del nuovo sistema nel costruire e assemblare i pezzi di
un aereo. Nei test che sta conducendo
all’università, una telecamera trasmette su monitor
l’immagine di un oggetto reale che deve essere
montato, come un braccio metallico che va attaccato alla
fusoliera di un aereo. L’immagine, sul monitor di un
computer, viene combinata con le istruzioni per
l’assemblaggio: in questo modo l’operaio
addetto al montaggio vede esattamente come, dove e cosa
deve fare per il montaggio. Come avere un foglietto con
le istruzioni davanti agli occhi ma, in più, che ti
mostra cosa fare nel modo e nell’ordine esatto.
Insomma,
secondo i ricercatori, la superrealtà è l’ideale
per tutte quelle industrie dove il lavoratore ha a che
fare con assemblaggi complessi, magari di parte delicate,
e devono consultare spesso manuali e istruzioni. Come,
appunto, nella fabbricazione di aerei e navi. E per
favorirne ancora di più l’uso (per ora ancora
piuttosto complesso e costoso) Neumann e colleghi stanno
già pensando ad un sistema di ar portatile, dove le
immagini potrebbero apparire direttamente su un visore
davanti agli occhi di chi sta lavorando.
Certo le applicazioni di
questo cocktail tra immagini video e immagini di computer
sono tante. La medicina, ad esempio: al "Brigham e
Women’s Hospital" di Boston i chirurghi,
attraverso la tecnologia dell’ar, vedono
l’immagine di un tumore al cervello prodotta con la
risonanza magnetica su un monitor dove è impressa anche
l’immagine video della testa del paziente. Il
risultato è una figura tridimensionale che permette
maggior precisione chirurgica. Il passo successivo
potrebbe essere l’uso di occhiali speciali che
proiettano l’immagine della risonanza magnetica sul
paziente. Ma è possibile anche la visione di un feto
attraverso la pancia della madre (proprio come potrebbe
fare Superman), o un’esame endoscopico in 3d.
"Sembra
roba da fantascienza - spiega James Vallino, uno studente
della Rochester University che lavora con il professor
Kiriakos Kutulakos - ma è una tecnologia molto più
vicina di quanto pensiamo". Tanto che qualcuno la
sta già usando. Altri esempi? Una versione particolare
della realtà aumentata rende possibile
l’apparizione delle previsioni meteo su una mappa
computerizzata. Ancora: un soldato a terra attraverso
occhiali "ar" può vedere l’immagine a
infrarossi di un terreno così come glielo trasmette un
aereo sopra di lui. E le truppe nemiche oltre una collina
che per lui sarebbero invisibili, per l’aereo non lo
sono. Così l’aereo invierà sul visore del soldato
l’immagine dei nemici nascosti.
Ma anche la riparazione di
edifici o di macchinari complessi diventa più facile con
la superrealtà. Di nuovo un esempio: se il disegno e il
progetto delle strutture interne di un muro sono
registrate in un computeri, il disegno stesso del
progetto può "sovraimposto" all’immagine
del muro. L’operaio che deve compiere la
manutenzione potrà così individuare su un monitor o su
un visore dove sono tubature, fili, travi o altro. Oppure
nel decidere la costruzione di una casa o
l’arredamento: basta combinare l’immagine reale
dell’edificio con quelle virtuali del computer e
scegliere cosa si vuole.
Infine un
meccanico, magari di motori complessi, può vedere
"attraverso" il motore come è fatto
internamente. E raggiungere facilmente la parte che gli
interessava. Sul monitor potrebbero anche apparire i nomi
delle varie strutture, le loro funzioni, e la sequenza
delle operazioni da fare per smontarle.
Insomma, paradossalmente,
chiunque potrebbe mettere assieme, guidato dalle immagini
di un semplice monitor, un motore a reazione: "Unire
le parti indicate con A e B, inserire le viti A1 e B1 nei
fori indicati...". Tutto sullo schermo, dal vivo e
in 3d: basta ripetere come le scimmie. E chissà che
finalmente non riusciremo a costruire quello
stramaledetto modellino in plastica di veliero
dell’800 scala 1:1000 abbandonato tra le parolacce
vent’anni fa.
a.m.
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