fiera ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Giugno 1997



DONNE NELL’ARTE (8)

FRIDA KAHLO

Iniziata nel 1907 in un Messico percorso da eventi drammatici, la vita di Frida Kahlo è altrettanto segnata da importanti avvenimenti privati che si intrecciano e si innervano nella storia politica e culturale del suo Paese. Molti di questi fatti sono narrati dalla pittrice stessa che, a partire dal 1942, li registra anche retrospettivamente in prezioso diario in cui scrittura e pittura si integrano come in un codice miniato medievale.

La storia della sua esistenza, ricca di amori, tentativi di suicidio, passioni, tragedie, tradimenti, incontri con uomini e donne protagonisti della cultura di un secolo, si apre con una grave malattia, la poliomelite, che le rovina per sempre la gamba destra. Frida ha sei anni e il ricordo di quell’evento si salda indissolubilmente con quello della Decena Tràgica, avvenuta l’anno seguente, in cui i contadini di Zapata si scontrarono violentemente con i Carrancisti. La rivoluzione messicana degli anni 1910-20 trova nella memoria della bambina una identificazione così forte che, quando più tardi l’artista ne scriverà sul suo diario, vorrà mutare la data della sua nascita nel 1910, quasi ad indicare che la fine del colonialismo e della dittatura di Porfirio Dìaz avevano fatto nascere di nuovo il Messico e lei, insieme.

Negli anni delle superiori, altri due eventi travolsero la sua vita: un terribile incidente stradale, che le lesionò seriamente la schiena, e l’incontro magico con il pittore Diego Rivera. Frida l’aveva già visto di lontano nel 1922, mentre lui stava preparando il suo primo murale nell’anfiteatro Simòn Bòlivar ma fu l’anno seguente che Frida lo conobbe veramente, nel circolo culturale di giovani studenti rivoluzionari raccolto attorno al comunista cubano in esilio Julio Antonio Mella. Rivera, visti i suoi lavori, la sprona a continuare a dipingere, rendendosi conto che era un’artista vera e, nel 1929 i due si sposano . Si tratta di un grande sodalizio intellettuale, oltre che di un grande amore, anche se segnato da reciproci tradimenti che fanno piangere Frida . Ma anche Diego non può staccarsi a lungo da lei: "E’ la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato ma nel contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne" dirà di lei il pittore.

Frida gli ricambia i suoi tradimenti, forse per rabbia o forse spinta da una volontà di trasgressione. Suoi amanti sono intellettuali come il fotografo Nickolas Muray , lo scultore americano Isamu Noguchi e anche Lev Trotzkij, in esilio in Messico e dell’omicidio del quale la pittrice viene persino sospettata e arrestata. Nel 1950 essa subisce ben sette operazioni alla spina dorsale che, dopo nove mesi di ospedale, la costringono a vivere come un’invalida. Frida tuttavia continua a raccontare la sua vita e la vita dei suoi amici con una pittura vivida, in cui si intrecciano motivi antichi e un senso profondo e mitico dell’esistenza. Nemmeno l’amputazione di una gamba le impedisce di continuare a lottare: politicamente (nel ‘54 partecipa ad una dimostrazione contro l’intervento degli USA in Guatemala) e contro la malattia. Ammalatasi gravemente di polmonite, il 13 luglio del 1954 cessa improvvisamente di opporsi al destino. Le ultime parole scritte sul suo diario sono : "Attendo con gioia la mia dipartita e spero di non tornare mai più..." . Le sue ceneri sono contenute in un vaso precolombiano nella "casa azzurra", a Coyoacàn, dove viveva con Rivera e che il pittore lasciò, un anno dopo, in eredità al popolo messicano come museo della moglie.

Giovanna Grossato