La
pubblicità cerca "alternative"
La
pubblicità di domani si dovrà rivolgere agli individui
uno per uno. A delineare i profilo di questa rivoluzione
che coinvolgerà le aziende, i creativi ma soprattutto i
consumatori, è stato Alberto Contri, presidente della
Fic (Federazione italiana della comunicazioni). "Se
fra tre anni - ha detto - già il 10 per cento del totale
della pubblicità utilizzerà canali alternativi, fra 8
anni, nel 2005, i messaggi pubblicitari che viaggeranno
su Internet, sui canali tematici e sulla tv interattiva
arriveranno ad essere addirittura il 50 per cento del
totale"
Finisce l'era
dei film interrotti e massacrati dalla pubblicità e
scompare la tribù dei consumatori creduloni e della
pubblictà di massa. La pubblicità di domani si dovrà
rivolgere agli individui uno per uno, e quindi dovrà
spettacolarizzarsi sempre più, invogliare a farsi
vedere. A delineare i profilo di questa rivoluzione che
coinvolgerà le aziende, i creativi ma soprattutto i
consumatori, è stato Alberto Contri, presidente della
Fic (Federazione italiana della comunicazione). "Se
fra tre anni - ha detto - già il 10 per cento del totale
della pubblicità utilizzerà canali alternativi, fra 8
anni, nel 2005, i messaggi pubblicitari che viaggeranno
su Internet, sui canali tematici e sulla tv interattiva
arriveranno ad essere addirittura il 50 per cento del
totale. In questo panorama gli spot dovranno diventare
sempre più sofisticati e curiosi,
le categorie di riferimento non saranno più vaghe e
generiche (casalinghe, giovani, donne in carriera) ma
tutto di frantumerà in mille e mille piccole frange di
pubblico". Quali i media alternativi? "Al primo
posto sicuramente Internet; seconda la televisione
tematica, con canali rivolti ad un pubblico preciso di
appassionati; terzo la web tv (internet assieme alla tv
tradizionale via satellite); quanto la fusione
tv-computer". E la tutela dei bambini? "Beh,
saranno loro ad insegnare agli adulti...".
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