EDITORIALE
Bye,
Bye Rossi
!
l
É proprio finita; sembra
ieri quando ho fatto la mia prima matricola al povero
Paolo (la cui unica colpa era quella di fare la prima);
sembra ieri quando ho accompagnato in giro per
lIstituto la 1^I (la stessa che, scherzi del
destino, un anno prima aveva accudito Max!); sembra ieri
quando ho scritto il mio primo editoriale (che ahimè,
più che editoriale era un annuncio economico)... e
questo è ultimo. << Era un giorno come tanti
altri del mese di ottobre di tre anni or sono, le ore
trascorrevano lunghe e monotone, i professori segavano e
i bidelli entravano spesso in quella mia classe del terzo
piano con la serratura rotta, portando una circolare dopo
laltra, la n. 1, la n.2, la n.3... Non potevo
immaginare ciò che di lì a poco sarebbe successo e che
avrebbe sconvolto i miei ritmi di vita; improvvisamente
un comunicato entrava da quella porta: si trattava del
solito appello di Marco Ceccon che cercava nuove forze
per il giornalino distituto e che ci esortava con
quella frase che ho sempre odiato con tutte le mie forze:
venite, non vi mangiamo mica, anzi!. >>
Fu una scommessa con me stesso, ed oggi, guardandomi
indietro, credo di averla vinta: ammetto che troppe volte
mi sono lasciato condizionare, ma mi rimangono pochi
rammarichi, in quanto sono convinto di avere sempre messo
il massimo impegno in tutto quello che ho fatto. A questo
punto fare polemica non serve più: ciò che invece posso
ancora fare è ringraziare chi ha lavorato assieme a me,
cercando sempre di migliorarsi. In primo luogo Max Soccol
ed Enrico Gavazzo, usciti lo scorso anno, che ricordo
sempre con grande piacere, come amici e come insegnati di
quellarte che nessun professore di italiano non ti
può spiegare: quella del giornalista scolastico; Roberto
Fusi, che ha impaginato spesso il giornale e che qualche
volta pecca di megalomania; Fabio Pellizzaro, ragazzo
forse poco conosciuto, arrivato tra i primi alle gare
nazionali, nonché disegnatore delle nostre vignette;
Fabio Cannella, Emmanuele Forza e tutte le nuove
leve di cui non ricordo mai i nomi; Davide
Schiavon, unico sopravvissuto a quattro anni di
giornalino nonché il signor Martino e i bidelli che ci
hanno sempre gentilmente rilegato e distribuito il
giornalino. Ma il ringraziamento più grande lo devo fare
a chi, in questi ultimi tre anni, ha condiviso con me
gioie e dolori: si tratta proprio di loro, i miei mitici
compagni di 5aCT, che molti di voi conoscono bene, in
quanto sono stati protagonisti in tutte le attività
della scuola, si sono dati da fare sempre in ogni momento
di necessità e di divertimento, hanno permesso la
nascita e la crescita del gruppo teatrale, senza
dimenticare anche i numerosi meriti sportivi. Di una cosa
mi rammarico, ovvero che questa classe, da cui dovrebbero
prendere esempio, secondo me, anche le altre, non abbia
mai ricevuto, tutta insieme, un riconoscimento per tutti
gli sforzi fatti: glielo voglio dare io perché, forse vi
sembrerà banale, ma se lo meritato. Solo 14 ragazzi, ma
chi entra in classe quasi non se ne accorge. Willy,
campione nello studio, nella vita e nello sport, e cosa
dire di più... Petro: in sintesi, una parola sola:...
Copia; Gibì, una vita passata in quarta, e la speranza
è lultima a morire: uscire! Berti, un uomo, una
forza della natura e perché no, anche un amico quanto
basta; Cecc il jolly, che nonostante sia stato falciato,
non ha perso il senso della battuta facile; Casti, per
cui i problemi famigliari sono un po... i problemi
di tutti; Banko, ovvero la scuola è un po come il
supermercato... ci vai quando serve; Piva che in questo
periodo diventa un tormento per chi gli sta vicino, alla
faccia dei deodoranti; Piero, luomo veneto medio,
sempre impegnato a parlare lavoro e di tasse; Gian,
lamico - nemico di tante discussioni scolastiche e
non; Tom, troppa comicità in un uomo solo e peccato che
abbia un difetto: il sonno; Anto, stomaco dacciaio,
che quando apre labocca diventa un pettine umano, come
dire, se lo conosci lo eviti; Bonny,che si fa sentire
poco, ma che è comunque sempre al centro
dellattenzione. Unultima nota che voglio
esprimere, anche a nome di tutti imie compagni di classe,
riguarda i nostri professori, i quali hanno sempre saputo
svolgere il loro lavoro senza condizionarci nelle scelte
personali: forse questo può sembrare un dato di fatto,
ma la cronaca ci insegna chenon è sempre così. E per
finire, una volta per tutte, auguri a voi che sperate
nella promozione per questo, e forse, anche per i
prossimi 5 o 6 anni; in bocca al lupo a chi invece si
ritroverà ancora su questi schermi per dare gli esami di
maturità.
di
Aldo Dalla Via, 5^CT
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