fiera ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Luglio 1997



Emilio Casarotto - Sculture in creta

La precocissima attività artistica di Emilio Casarotto, si è sviluppata, a partire dagli anni Settanta, maturando criteri, metodi, contenuti e forme nell’unico vero modo con il quale, alla fine, tutti gli artisti di ogni tempo si sono misurati: l’imparare facendo.

A stretto contatto con l’artigianato, che nell’ambito della coroplastica vanta in Veneto una tradizione profonda e antica, egli ha elaborato parallelamente, da dieci anni a questa parte, anche un’attività, per così dire, più privata e personale in cui l’artigiano cede il passo all’artista e lascia libera stura alle sue "necessità" espressive, all’esplorazione dell’universo interiore e al lungo e faticoso lavoro di portare alla superficie e trasporre nella concretezza idee e sensazioni.

Il passaggio dal mondo inconscio a quello reale si traduce attraverso la creta, materia divina per eccellenza e, nello stesso tempo, sostanza primordiale ed informe: unico materiale usato da Casarotto per dare forma ai molteplici aspetti della figura umana. Uomini e donne (di questo pianeta o di altri) sono, infatti, protagonisti assoluti del suo fare artistico.

Di fronte ad ognuna di queste figure si ha la precisa sensazione che il punto di partenza sia sempre una persona vera, del passato o del presente, ma che essa venga inghiottita dalla mente dello scultore e restituita al consorzio umano trasformata: sfinata, semplificata, a volte stilizzata all’estremo, fino a divenire qualcosa di completamente diverso, che compete, pur essendo di creta, ad una dimensione spirituale ed astratta.

Sono teste di uomini arroganti o di divinità appartenenti a mitologie remote nel tempo e nello spazio; volti delicati di donne sognanti, con lo sguardo perso nel dolce paesaggio collinoso che circonda lo studio-eremo dell’artista; esseri ermafroditi dall’espressione accattivante.

Ma sono anche torsi inquietanti e sovradimensionati di aliene stranite e dai tratti negroidi oppure sottili ed eterei, come di fate discese da misteriosi giardini incantati.Tutti questi "esseri" svelano e rivelano il mondo interiore dell’artista: assolutamente indifferente alla ricerca di appartenenza ad una scuola o a una corrente e che sembra, piuttosto, avere come unico obiettivo, l’individuazione di un medium per esprimere nella materia, sia essa, creta o gesso, la sua pressante esigenza di esistere.

Conquistato uno spazio di vita reale, i personaggi di Casarotto si appropriano poco a poco della realtà circostante infondendo, mescolando e stemperando in essa l’enigma arcano, indecifrabile ed enigmatico della loro origine.

Giovanna Grossato