fiera ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Luglio 1997



DONNE NELL’ARTE (9)

GEORGIA O’KEEFFE

Per certi versi sembra che lo stato di necessità storica che vede nelle donne artiste le interpreti privilegiate del mondo naturale, in special modo di fiori e nature morte, non debba mai avere una fine. Ma Georgia O’Keeffe sfata questa condizione, mostrando come la rappresentazione di un mondo fitomorfo non si compia in ottemperanza ad una tradizione ma sia, piuttosto, viva esigenza artistica e profondo legame spirituale con la natura.

I fiumi e i paesaggi dell’America sud-occidentale, le enormi corolle imbutiformi di stramoni, di calle e di "Papaveri orientali" che sembrano voler inghiottire chi si avvicini ad annusare il loro profumo che stordisce, non sono che l’antefatto agli sviluppi successivi dell’arte della O’Keeffe: il protomodernismo americano ed, infine, l’astrattismo degli anni Cinquanta e Sessanta.

 

Quest’ultimo non sarà mai, comunque, completamente dimentico degli spunti tratti dal mondo reale e naturale. Sì che, anche in dipinti come "Blu, nero e grigio" del 1960, (foto 5), non si può non riconoscere un corso d’acqua dalla prospettiva a volo d’uccello che scorre intenso tra i canyon.

Divenuta compagna del fotografo newyorkese Alfred Stieglitz dal 1918 e poi sua moglie, nel 1924, Georgia O’Keeffe entra in contatto con artisti quali Arthur Dove, Marsden Hartley, John Marin, Charles Demuth ed espone con loro nelle gallerie d’avanguardia "The Intimate Gallery" e "An American Place" che Stieglitz dirige a New York a partire dal 1925.

La lunga vita dell’artista, ricca di viaggi, di incontri e di eventi, si conclude a 98 anni, a Santa Fe, nel 1986.

Nel 1977 Perry Miller Adato le aveva dedicato il film "Portrait of an Artist" e nel 1987 la National Gallery of Art di Washington festeggia il centenario della sua nascita con una grande esposizione progettata quando la pittrice era ancora in vita.

Giovanna Grossato