
DONNE
NELL’ARTE (9)
GEORGIA
O’KEEFFE
Per certi
versi sembra che lo stato di necessità storica che vede
nelle donne artiste le interpreti privilegiate del mondo
naturale, in special modo di fiori e nature morte, non
debba mai avere una fine. Ma Georgia O’Keeffe sfata
questa condizione, mostrando come la rappresentazione di
un mondo fitomorfo non si compia in ottemperanza ad una
tradizione ma sia, piuttosto, viva esigenza artistica e
profondo legame spirituale con la natura.
I fiumi e i paesaggi
dell’America sud-occidentale, le enormi corolle
imbutiformi di stramoni, di calle e di "Papaveri
orientali" che sembrano voler inghiottire chi si
avvicini ad annusare il loro profumo che stordisce, non
sono che l’antefatto agli sviluppi successivi
dell’arte della O’Keeffe: il protomodernismo
americano ed, infine, l’astrattismo degli anni
Cinquanta e Sessanta.
Quest’ultimo non sarà mai, comunque,
completamente dimentico degli spunti tratti dal mondo
reale e naturale. Sì che, anche in dipinti come "Blu,
nero e grigio" del 1960, (foto 5), non si può
non riconoscere un corso d’acqua dalla prospettiva a
volo d’uccello che scorre intenso tra i canyon.
Divenuta compagna del
fotografo newyorkese Alfred Stieglitz dal 1918 e poi sua
moglie, nel 1924, Georgia O’Keeffe entra in contatto
con artisti quali Arthur Dove, Marsden Hartley, John
Marin, Charles Demuth ed espone con loro nelle gallerie
d’avanguardia "The Intimate Gallery" e
"An American Place" che Stieglitz dirige a New
York a partire dal 1925.
La lunga vita
dell’artista, ricca di viaggi, di incontri e di
eventi, si conclude a 98 anni, a Santa Fe, nel 1986.
Nel 1977 Perry Miller
Adato le aveva dedicato il film "Portrait of an
Artist" e nel 1987 la National Gallery of Art di
Washington festeggia il centenario della sua nascita con
una grande esposizione progettata quando la pittrice era
ancora in vita.
Giovanna Grossato
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