"Bond,
caro ultimo eroe romantico"
Franco
Bernini è da circa dieci anni uno dei più attivi e
capaci sceneggiatori italiani : suo il soggetto de
"Il portaborse", sua la sceneggiatura di
"Sud", sua la regia del fortunato "Le mani
forti", presentato allultimo Festival di
Cannes. Ma anche se autore dallo stile colto e levigato,
attento da sempre alle tematiche del potere soprattutto
"nostrano", ha anche una "debolezza"
(o una forza?): è un appassionato dei film di 007.
Perché lagente più tecnologico del mondo
rappresenta in realtà il ritorno dellavventura
romantica cara al secolo scorso
James Bond è un
personaggio credibile ?
Durante un sopralluogo a
Mosca nel 1992, per un film che poi non si è fatto, ebbi
modo di parlare con un agente del Kgb che mi descrisse il
mondo delle spie come un piccolo villaggio dove tutti si
conoscevano. Uno come James Bond nella vita reale non
avrebbe potuto farla franca. Sarebbe stato troppo
visibile.
Qual è il valore
cinematografico dei film di 007?
Lavere rinnovato un
gusto ribaldo dellavventura che si era un po
perso nel cinema dellepoca. Il recupero di un
sapore antico del racconto con mezzi moderni e stilemi
geniali come le musiche, i titoli di testa e la stessa
iconografia di 007 : la Spectre, per esempio, ricorda
una società segreta dellottocento più che una
moderna organizzazione criminale.
Qual è stata
linfluenza dei Bond-movies sui
film di spionaggio ?
Enorme sulla
cinematografia in genere, scarsa su quella delle spy-stories
più vicina ai modelli di Le Carrè, dove il tradimento
ed il doppio gioco sono sempre in agguato.
Bond è un eroe
ottocentesco, incorruttibile, molto lontano dalle colpe,
dagli errori e dal tipico "perdersi" dei
personaggi reduci della Guerra Fredda.
Negli ultimi film di
007, però, un lato oscuro del carattere di Bond sembra
emergere sempre di più. Sono, forse, gli anni Novanta a
imporlo ?
Probabilmente sì. In
questi anni cè una visione più reale
delleroismo, che fa comprendere quindi le ragioni
della solitudine e del dolore che possono essere provati
anche da personaggi apparentemente indistruttibili come
James Bond. Sono lati umani, che però ci fanno
apprezzare meglio il personaggio.
Bond è sempre stato un
personaggio dellestablishment
e, negli anni, i nemici sono cambiati. Negli ultimi
tempi, infatti, gli avversari di 007, dai
narcotrafficanti ai proprietari dei media, sono sempre
ispirati a personaggi reali. Lei ritiene possibile, dalla
sua esperienza di uomo attento ai meccanismi del potere,
una sorta di "scomunica" cinematografica
dellOccidente tramite i film di Bond ?
Forse non cè una
strategia studiata a tavolino, ma di certo questa realtà
è presente a livello inconscio. Dopo il 1989 con la fine
della Guerra Fredda, lOccidente è in cerca di un
nemico da "esorcizzare" tramite il cinema.
Mentre prima lUrss incarnava fisicamente e
geograficamente una sorta di "doppio malvagio"
della stessa America, con il medesimo arsenale e lo
stesso armamento, oggi il nemico è nascosto ed è quindi
assai più pericoloso.
m.s.
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