Il mio
nome è Brosnam, Pierce Brosnam
Non ha
dovuto confrontarsi direttamente con lagente-mito
di Sean Connery perché è arrivato dopo i Roger Moore e
i Timothy Dalton. Ma lultimo 007 del cinema,
irlandese e guarda caso sposato con una ex Bond-girl, ha
superato bene limpatto. Anche perché, da
spettatore, i film di James Bond se li era già visti
tutti
Quando al Festival di
Cannes del 1995 la croisette ospitò lo stand di
The Goldeneye, Pierce Brosnam, attorniato da splendide
Bond-girls, aveva alle sue spalle una scritta che
recitava "Conoscete il nome, conoscete il numero."
Questo per dire che James Bond - 007, dopo trent'anni di
onorato servizio sugli schermi di tutto il mondo e dopo
essere stato impersonato da attori del calibro di Sean
Connery e Roger Moore non ha bisogno di alcuna
presentazione e che può continuare tranquillamente a
raccogliere il successo che ha reso la sua serie di film
la più lunga nella storia del cinema
Mr. Brosnam come si
sente nel ruolo di James Bond?
E' una cosa che ho sempre
sognato di fare sin da prima di dieci anni fa, quando mi
fu offerto la prima volta il ruolo di 007. Purtroppo
dovetti rifiutare perché ero legato da obblighi
contrattuali al personaggio di Remington Steele nel
serial TV "Mai dire sì", e la parte venne
così data a Timothy Dalton. Dapprima ero spaventato, ma,
poi, ho trovato la carica giusta per intepretare il
ruolo.
Non teme di rimanere un
po' troppo legato al personaggio?
Sì, è ovvio che io abbia
di queste paure, ma è stato così stupefacente
l'incoraggiamento da parte della gente comune, mentre
giravo il film, che credo questo sia un rischio
necessario da correre. Non penso di essere James Bond per
più di quattro film. Vedere invecchiare sullo schermo
gli attori in certi ruoli è davvero terribile.
Quale dei suoi colleghi
precedenti preferisce nel ruolo di 007?
Sicuramente Sean Connery,
perché quando all'età di undici anni dall'Irlanda mi
trasferii a Londra uno dei primi film che vidi fu
"Goldfinger" e rimasi scioccato.
Anche Gert Frobe nel ruolo
di Goldfinger mi piacque molto come nemico ideale di
Bond, così come Daniela Bianchi in quello di perfetta
Bond-girl.
Negli anni Sessanta la
serie ottenne un grande successo anche grazie agli
effetti speciali che poi sono stati copiati un po' da
tutti. Il futuro di James Bond è ancora molto legato ai
trucchi cinematografici?
Gli effetti speciali mi
piacciono molto ed il pubblico li trova divertenti, ma
non bisogna dimenticare l'importanza della profondità
dei personaggi. Il lavoro che, però, tentiamo di fare
con gli sceneggiatori dei Bond-movie è quello di cercare
insieme a loro di portare a termine il lavoro iniziato
con questo film, mostrando al pubblico "il lato
oscuro" dell'eroe Bond, che è molto presente, per
esempio, nei libri di Ian Fleming.
Un po'come si è
tentato di fare per "Batman"...
Sì, io credo che questo
sia il senso dei film di James Bond negli anni novanta:
la guerra fredda è finita, c'è l'Aids, la
recessione...e quindi anche lo stesso 007 ha bisogno di
guardarsi un po'dentro prima di lottare contro i suoi
nemici per salvare il mondo.
Che tipo di
preparazione ha seguito per recitare nel ruolo di 007?
Io ho visto tutti i film
di James Bond per conto mio prima che mi venisse offerto
la parte. Mia moglie, pochi anni prima di morire di
cancro, aveva recitato anche lei nel film
"Moonraker" come Bond-girl. James Bond è uno
di famiglia per me, così ho voluto imprimere un po'
della mia personalità ad un personaggio così complesso
e così ben delineato dai film e dai libri.
Si dice che Christopher
Lambert abbia rifiutato la parte di 007 dicendo che Bond
deve essere britannico come il whisky e la regina. Lei è
d'accordo oppure pensa che tutti potrebbero interpretare
007?
Tutto può accadere nei
film ed anch'io, per esempio, sono irlandese. Ma sa,
credo che forse per interpretare al meglio James Bond si
debba essere inglesi o almeno di area britannica. Ma se
c'è qualche attore italiano disponibile, chissà
Marco Spagnoli
|