Seduttore e
abbandonato
Iniziano
da questo mese una serie di interventi del dottor Antonio
Zuliani, consigliere dell'Ordine degli Psicologi del
Veneto. Gli argomenti saranno i più disparati, da quelli
leggeri o di costume ai più seri e di attualità. Mai
comunque trattati specialistici, piuttosto osservazioni e
analisi viste da un punto di vista
"psicologico" sui mille aspetti del
comportamento umano. Come larticolo che segue sulla
seduzione maschile e femminile. Con tanto di sorpresa: è
chi seduce che in realtà ha paura di essere lasciato
solo
Ogni qual volta inizia la
stagione estiva ritorna prepotentemente alla ribalta un
tema tanto chiacchierato, quanto sconosciuto: la
seduzione. Strana storia per una parola oggi considerata
per tutte le sue valenze positive, e che una volta
provocava sentimenti di disagio se non addirittura di
repulsione. Un tempo vista come un atteggiamento proprio
delle "donne perdute" ed ora ricercata ed
osannata da più parti: si scrive sull'importanza della
seduzione, se ne fanno convegni e programmi televisivi.
A ben vedere la seduzione
non è una semplice parola, ma racchiude tutta una serie
di comportamenti, attorno ai quali appare utile dire
qualcosa, per cercare di chiarire che cosa sia le
seduzione e perché una persona senta il bisogno di
assumere questo atteggiamento.
Affinché questa
chiarificazione sia efficace è necessario fare una
premessa fondamentale: la seduzione, al di là di tutto,
non è altro che un tratto della nostra personalità che
trova le sue origini fin dai primi momenti di vita.,
quando ognuno deve affrontare quel particolare ed
inevitabile conflitto che è la paura di essere
abbandonato. Di fronte a questa paura, il bambino elabora
tutta una serie di misure difensive, più o meno
efficaci, attraverso le quali tenta di evitare questo
temuto abbandono. Si tratta di reazioni che tutti abbiamo
sotto gli occhi: il pianto, lo starsene zitto senza
rispondere alle insistenti domande dei genitori, la
malattia e tutti quegli altri modi che gli permettono di
accattivarsi l'attenzione dei grandi e di tenerseli
vicini.
Se questa paura iniziale
è stata poca, come quantità ed incisività, noi
potremmo pensare di avere un bambino piuttosto sicuro di
sé e quindi un futuro adulto che riuscirà ad adottare,
di volta in volta, a seconda della realtà che lo
confronterà, gli atteggiamenti più idonei per quel
momento particolare. Se invece avremo un bambino molto
sfiduciato rispetto alla sua possibilità di evitare di
essere abbandonato, questi facilmente diventerà un
adulto molto insicuro, che sarà spinto a riadottare, in
modo rigido e rozzo, quell'atteggiamento che, nella sua
infanzia, aveva funzionato meglio rispetto al suo bisogno
di sentirsi protetto.
Di qui vari tipi di
atteggiamento: lo sprezzante, il "duro" (che
dice che nessuno lo fa soffrire, che niente e nessuno lo
può colpire), chi si dichiara sempre malato (perché da
piccolo l'essere ammalato attirava su di lui l'attenzione
dei genitori), il passivo (che si adatta sempre a tutte
le situazioni, purché nessuno la cacci via, purché ci
sia sempre un posticino per lui all'interno del gruppo),
il buon figlio a tutti i costi, il riparatore (che deve
sempre compiere un'azione riparatoria, anche quando non
cè nè nessuna necessità). Tra questi
atteggiamenti si inserisce a pieno titolo anche quello
del seduttore, che si presenta sempre agli altri come chi
vuole conquistarli, guadagnandosi il sorriso,
l'attenzione; e che, per compiere questa sua missione,
adotterà tutte le tecniche e le doti in suo possesso (la
parola, i gesti, il suo corpo, ecc...).
Certo allinterno di
questo atteggiamento seduttivo si possono notare
comportamenti più o meno adeguati, non si vuole infatti
affermare che la seduzione sia di per sé
"patologica". Da una parte alcune persone sono
in grado di manifestare questo loro bisogno nei momenti
più opportuni, ma ve ne sono altri che fanno i seduttivi
in tutti i momenti, anche quando risulta assolutamente
superfluo, se non controproducente. Si comportano da
seduttori anche se vanno a comperare un biglietto del
treno o debbono intavolare una discussione, cosicché
arrivano ad assumere atteggiamenti, a dir poco, patetici.
Nel mondo letterario
cè un personaggio, don Giovanni Tenorio, che è
diventato lemblema stesso del seduttore. La vicenda
di questo personaggio, molto simile, peraltro, a quella
di Giacomo Casanova, ci racconta di un uomo che passa
tutta la sua esistenza a conquistare le donne, ad
abbandonarle e a disprezzarle. E ben vero che in
questo gioco esiste un atteggiamento collusivo tra
seduttore e sedotta: spesso don Giovanni e Casanova
riuscivano a conquistare le donne proprio perché,
preceduti dalla loro fama, suscitavano il desiderio in
questultime di essere sedotte. Ma di questo
potremmo parlare unaltra volta. Laspetto più
interessante risiede nella motivazione che sta alla
radice di questo atteggiamento maschile, che somma alla
seduzione, il disprezzo e labbandono. Il tutto può
essere ricondotto al fatto che luomo ha sempre
avuto un rapporto ambivalente verso la donna: una donna
è stata quella che gli ha permesso di sopravvivere,
quando si chinava su di lui e lo nutriva, e senza di lei
non sarebbe sopravvissuto, per cui la possibilità di
essere abbandonato è divenuta sinonimo di morte. Proprio
questa dipendenza ha spinto luomo a cercare una
rivincita sulla donna, negando così questa antica paura
di essere abbandonato. Come meglio disconoscere questa
paura se non assumendo nei confronti della donna
latteggiamento del cacciatore, di colui che
catturata la "preda" può disporne a suo
piacimento sino al punto di abbandonarla?
Questa sembra la molla
principale che spinge ogni uomo che faccia, come don
Giovanni, della conquista una ragione di vita. Oggi poi
questo atteggiamento ha trovato nuova linfa dal fatto che
luomo si è ulteriormente spaventato dalla
conquista di una sostanziale parità sociale da parte
della donna, e quindi ha assunto atteggiamenti di
resistenza ancora più rabbiosi, che spesso sconfinano
nella violenza fisica e morale.
Se tutto ciò appare
pertinente al comportamento maschile, cosa si può dire
nei riguardi delle donne? Esiste un corrispettivo
femminile del don Giovanni? La risposta non appare molto
semplice: nelle donne sono riscontrabili due tipi di
atteggiamento seduttivo, che però non sono direttamente
accostabili a quelli descritti per i maschi. Vi sono
donne che sembrano spinte da uninarrestabile
bisogno di sedurre tutti e, se in un gruppo di persone,
cè qualcuno che non è conquistato, ciò le fa
sentire una nullità, abbandonate. Un altro versante è
quello della donna che appare come tutta seduzione nel
suo sorridere e nel suo presentarsi alluomo, salvo
poi ritirarsi al momento dei "fatti",
mostrandosi di colpo fredda, indifferente o addirittura
frigida. Con questa strategia, spesso del tutto
inconsapevole, mostra alluomo che lui non ce
lha fatta ad arrivare a conquistarla veramente. In
questo modo gli invia un messaggio del tipo "io ti
ho conquistato, tu, a tua volta, hai cercato di avermi,
ma non ce lhai fatta, perché una parte di me
rimane comunque superiore a te". E questo potere
sulluomo fa un certo effetto.
Antonio Zuliani
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