fiera ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Agosto 1997



Donne nell'arte (10)

Niki de Saint Phalle

Magiche meraviglie in Maremma nel "Giardino dei Tarocchi"

La Maremma sembra aver saputo offrire l’ambiente ideale per attuare il sogno di una intera vita d’artista. Mezzo ettaro di macchia mediterranea che aveva inghiottito le ferite di una vecchia cava abbandonata, lascia ora emergere le enormi sculture architettoniche che la fantasia di Niki de Saint Phalle ha elaborato nel corso di più di diciassette anni di lavoro. L’esperienza artistica che, come afferma la stessa scultrice, non si è ancora conclusa e durerà per tutto il resto della sua vita, è nata con la collaborazione del suo compagno, l’artista Jean Tinguely, e di altri artisti ed operai specializzati che hanno creduto nel suo progetto, tra il magico e l’ideologico ("Sto facendo il mio Giardino per tutte le donne che attraverso i secoli si son viste negare la possibilità di creare...Quando ebbero il coraggio di farlo sono state bruciate come streghe oppure chiuse in manicomio. Voglio lasciare un omaggio a tutte loro e alla loro antica sapienza perduta.."). La raffigurazione delle 22 carte dei Tarocchi, gli Arcani Maggiori, sono gigantesche figure plastiche realizzate in cemento su intelaiature di ferro e rivestite di frammenti di specchi, di ceramiche dai mille colori che costituiscono anche spazi praticabili (in una di esse, la Sfinge-Imperatrice, Niki ha abitato per anni mentre attendeva al lavoro del Giardino).

A partire dal 29 giugno di quest’anno e per tutta l’estate, la genesi della gigantesca opera è anche documentata, assieme a quella di tutta la produzione artistica della Saint Phalle, negli spazi espositivi, recentemente restaurati, della polveriera Guzman di Orbetello. Qui sono collocate sculture, rilievi, bozzetti ed altre opere dell’artista prestate dai più importanti musei del mondo e per la prima volta riunite insieme in Italia, accompagnate dalla documentazione fotografica di Giulio Pietromarchi e dal film-documento del regista Peter Schamoni. Il cortometraggio sulla vita della scultrice illustra aspetti della personalità di questo personaggio che ha interpretato con foga, passione ed ironia una delle più interessanti stagioni dell’arte contemporanea, quella del Nouveau Réalisme, fungendo anche, data la sua doppia nazionalità francese e americana, da trait d’union tra il Vecchio e il Nuovo Continente.

Come ebbe ad affermare Pierre Restany, teorico del movimento, si tratta di "un nuovo avvicinarsi percettivo al reale", ed ancora, nel secondo manifesto del movimento intitolato A quaranta gradi al di sopra del Dada, nel 1961: "I Nouveaux Réalistes considerano il mondo come un quadro, il capolavoro fondamentale dei cui frammenti dotati di significato universale essi si appropriano".

Questa è esattamente l’atmosfera che si respira scoprendo, una alla volta, in mezzo al bosco del giardino di Garavicchio, le colate di colore piene di baluginii che rappresentano l’ Imperatrice del Castello, il Papa, l’Eremita, il Diavolo o la Morte, femmina dorata e lucente portatrice, malgrado tutto, di gioia e allegria.

La sintesi operata dalla Sait Phalle a partire dall’inizio degli Anni Ottanta, con il Giardino dei Tarocchi, inoltre, riassume e suggella l’esperienza artistica di altri giardini che lo hanno preceduto: da quello barocco della villa Orsini a Bomarzo, al parco Güell di Gaudì a Barcellona.

G.G.