Index Cultura - Agosto 1997


Film & Spot

E’diventato intensissimo negli ultimi anni il fenomeno di film che vedono inserite vere e proprie pubblicità tra scene e battute: l’ultimo James Bond è il caso più eclatante

Quando negli anni sessanta si incominciò a parlare di pubblicità subliminale, ci fu una levata di scudi contro questo tipo di reclame ingannevole che sembrava essere diventato il pericolo numero uno per la democrazia di ogni stato, tanto che vari scrittori di fantascienza e non, ipotizzarono nei loro libri società regolate da messaggi di pericolosi uomini politici, criptati all’interno di spot pubblicitari.

Negli anni novanta, sebbene questo pericolo sia ancora presente, la cinematografia hollywoodiana ha preferito stipulare direttamente dei contratti in cui gli attori dei film dovessero mettere bene in mostra la marca dell’oggetto che stavano usando.

Pochi anni fa, infatti, per girare "Nobody’s fool" (La vita a modo mio), Paul Newman firmò un contratto miliardario che lo obbligava a bere per tutto il film soltanto una marca di birra. Il recente "Mighty Aphrodite"(La dea dell’amore) di e con Woody Allen, vede il regista più intelligente del cinema americano chiedere un’acqua minerale (italiana) di cui illustra la benefica azione, e bere una birra con in mano la bottiglia che espone assai bene la sua marca. Per non parlare dell’ultimo "Tutti dicono I love you" dove i giovani protagonisti amoreggiano dinanzi una vetrina di una famosa casa di abbigliamento francese. Questi sono solo alcuni casi più o meno famosi, ma sicuramente quello più eclatante è quello dei due recenti film del super agente segreto James Bond 007: "Goldeneye" e "Il domani non muore mai" (in uscita negli USA il prossimo Natale), nel quale il povero (si fa per dire) protagonista Pierce Brosnam è stato ridotto al rango di "uomo sandwich di lusso".

E’vero, la storia dei bond-film ci racconta che negli anni sessanta, grazie ad un contratto miliardario, la pistola Beretta usata da Sean Connery venne sostituita in pompa magna dalla Walter PPK, e anche che moltissime sono state le pubblicità nei film venuti dopo. Ma nulla è paragonabile a queste due nuove pellicole, in cui i vestiti, le scarpe, l’orologio, la motocicletta, l’autoradio ed ancora molti altri particolari sono esposti talmente bene da far risultare l’effetto ridicolo.

Una casa automobilistica tedesca di tre lettere (giochiamo agli anagrammi pubblicitari)

fa uscire un nuovo modello di automobile in coincidenza con l’uscita dei film di 007 e così l’uscita della pellicola e dell’auto fanno un battage pubblicitario reciproco.

Voci bene informate dicono che in Il domani non muore mai Brosnam pronunci il nome del suo sarto italiano e, sebbene qualche purista gridi già allo scandalo invocando l’intervento della regina Elisabetta, non ci stupiamo più di tanto. Il mondo perduto di Steven Spielberg ha visto sponsorizzati perfino gli scarponcini dei protagonisti. Certo è sempre meglio di un dentista che indichi le sue otturazioni sui dentoni dei dinosauri, eppure come rimpiangiamo (in nome di quell’etica e di quella moralità dal gusto così piacevolmente retrò) i tempi dei compensi "da fame" (è proprio il caso di dirlo) come quello di Erminio Macario che da protagonista del film record di incassi della stagione ‘46-’47: "Come persi la guerra", ebbe come compenso un milione ed un panettone.

Marco Spagnoli