
Il re è
morto, viva la regina
Oramai
è un’evidenza scientifica che la donna vive più
dell’uomo: fino agli anni ’50 eravamo pari, ora
ci sono quasi 8 anni di differenza. Ma nessuno sa dire
perché. Ora un libro di una gerontologa americana prova
a dare una risposta al problema. E dice che l’uomo
muore prima perché è troppo macho, rigido, aggressivo e
amante del potere. Mentre la donna, discriminata fin
dalla nascita, ha imparato ad essere flessibile,
tollerante, comunicativa, non vive di solo lavoro e sa
chiedere aiuto agli altri
Che è così lo sanno
tutti, il perché non lo sa nessuno. L’unica
risposta, forse perché è la differenza più grande tra
i due sessi, è che "la donna deve fare figli e
l’uomo no". Il problema? La maggior longevità
delle donne rispetto agli uomini, un argomento che a
tutt’oggi non ha una spiegazione scientifica. Così
il fatto che la gravidanza e la cura dei figli abbiano
fatto la femmina più resistente del maschio resta per
ora solo una chiacchiera da bar. Così la domanda resta:
perché la donna vive più a lungo dell’uomo?
I dati parlano chiaro:
oggi l’aspettativa di vita per un uomo è in media
di 72 anni, mentre per la donna è di 78,8. Una
differenza che ha iniziato a farsi sentire a partire
dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, a riprova che
di genetico non c’è nulla. Così, forte di queste
osservazioni, Royda Crose, direttrice del Centro di
gerontologia della Ball State University di Muncie
nell’Indiana (Usa), ha scritto un libro. Per dire
che la donna, forse, campa di più solo grazie al suo
carattere più flessibile, tollerante e comunicativo.
Mentre l’uomo, schiavo del potere, si consuma nella
sua rigidità, aggressività e mancanza di sentimenti.
"Se l’uomo non
fosse così ‘virile’ vivrebbe di più"
dice la dottoressa. Così avanti con l’elenco: i
maschi intanto fumano più sigarette delle femmine e
bevono molto di più, nel senso di alcolici. Non basta:
hanno tre volte più probabilità di morire in incidenti
(e già, di che sesso sono i rappresentanti da 500 km al
giorno in auto e i muratori dei cantieri edili?), e sono
quattro volte più a rischio di essere vittime di
omicidi. Dopo i 65 anni poi gli uomini si suicidano molto
più frequentemente delle donne.
Ma le cose sono anche più
sottili, secondo lo studio della Crose: molti uomini in
età di pensione sono abituati ad avere privilegi e
potere (anche solo in famiglia), e non hanno mai
conosciuto la discriminazione. Spesso non hanno mai
sofferto per differenze sessuali o per questioni
razziali. Insomma non si sono mai posti il problema di
cosa significhi essere vulnerabili e dipendenti. Tutte
cose, ovviamente, che le donne vivono da quando vengono
messe al mondo. Così al momento del pensionamento il
maschio si sente "out" e non sa come reagire.
Uno dei motivi che avrebbe
spinto la specialista in neurologia a scrivere il libro
("Perché le donne vivono più degli uomini… e
cosa gli uomini possono imparare da loro"), è la
paura per l’educazione che ricevono i suoi figli e
nipoti. "L’ideale da macho che gli uomini
trasmettono impedisce ai bambini di chiedere aiuto in
caso di bisogno e li guida invece verso comportamenti
estremi come la violenza, l’abuso di droghe e alcool
e abitudini forzate come la guida pericolosa. Cose che
accorciano la loro vita e li prepara ad una precoce
vecchiaia di malattie.
Guarda caso la forbice
della mortalità maschio-femmina si è allargata a
partire dagli anni ’50, quando la donna ha iniziato
ad acquisire maggiore coscienza di sé. Con il lavoro, la
maggior salute ma anche con la conquista di maggiore
equilibrio tra la parte maschile e quella femminile che
c’è all’interno di ognuno. Tant’è che
fino al 1950 l’aspettativa di vita maschile media
era di 49, 7 anni contro il 50,9 femminile. Poi il gap si
è fatto abissale. "Al mondo nascono circa metà
donne e metà uomini, ma ad andarsene sono prima i
maschi. Questo perché l’uomo è ancora compreso nel
suo vecchio ruolo di macho". Le donne, ancora, a
differenza dei maschi soffrono già da giovani di
malattie e depressioni. Cosa che se le sfavorisce subito
le costringe però a costruirsi delle difese interne per
aiutarle a evitare ricadute. "Una donna che perde il
lavoro o va in pensione ha altri ruoli da coprire. Un
uomo invece si identifica totalmente nel suo lavoro,
così poi non sa cos’altro fare". Ed è nata
così la mostruosa creatura del pensionato che guarda per
ore gli operai al lavoro nei cantieri stradali. Certo
anche la donna va incontro allo stress, dice sempre Royda
Crose, dovendo destreggiarsi ogni giorno tra mille
responsabilità. Ma ha almeno quattro armi vincenti che
le regalano alla fine una vita più lunga. Vediamole.
La Resistenza: gli uomini
sono "duri", ma non esattamente resistenti.
Cioè tu puoi resistere ad una malattia, ma una volta che
l’hai presa, devi imparare ad adattarti, conviverci,
recuperare, fartene una ragione. Le donne sono molto più
abili in questo: imparano a vivere con la sfortuna e le
difficoltà e crescono nonostante questa.
La Flessibilità: le donne
sono più tolleranti, più flessibili psicologicamente ed
emotivamente. Sono flessibili perché devono rivestire
ruoli diversi nella vita (madre, moglie, amante, amica,
consigliera, seduttrice, compagna, educatrice oltre che
lavoratrice, ecc.). Molti uomini spesso conoscono solo
due emozioni: o "sto bene" o "sono
incazzato".
La Comunicatività: le
donne hanno maggiori capacità nell’accettare e
cercare aiuto. Sviluppano spesso una rete di interessi e
risorse con le altre persone. Riescono a sopravvivere ai
dolori della vita affidandosi agli altri quando non
possono contare solo su sè stesse. L’uomo è molto
più solo.
L’Impegno sociale:
molte donne sono fortemente coinvolte anche al di fuori
della famiglia o di sé stesse. Sono volontarie in
qualche associazione, aiutano anziani e malati, lavorano
in parrocchia o altro. Tutto meno che restare a guardare
la televisione a bere birra e divorare patatine. Questa
vita di relazioni e impegno dà un ulteriore vantaggio
"vitale" sull’uomo.
Per tornare alle cose
semplici, gli uomini sono anche sfavoriti dalla
conformazione fisica e dalle abitudini
"sportive". "E’ il principio della
mela e della pera – spiega miss Crose – La
distribuzione del grasso nel corpo è importante.
L’uomo tende ad accumularlo vicino al cuore, la
donna nelle anche e nelle gambe. Cioè ha una forma
"a pera", che è meno pericolosa per la loro
salute". Tra l’altro le donne, quando
invecchiano, sono più propense a fare esercizio fisico
degli uomini (questo forse vale di più per le donne
americane: ndr), magari in compagnia. Gli uomini (ma
siamo proprio così ritardati?) da giovani vanno in
palestra a fare pesi e da vecchi vanno al bar a bere
bianchetti e giocare a carte.
"Si dice che
l’uomo con l’età diventa un distinto signore
mentre la donna diventa vecchia e basta – dice la
gerontologa – Beh, neanche questo è vero. La vita
della donna invecchiando migliora: diventa più
indipendente, più libera e più determinata".
Conclusione? Per campare di più, cari signori, fate meno
gli uomini-Denim-che-non-devono-chiedere-mai e versate
magari qualche lacrima in più. Per l’uso dei ferri
da calze, ci stiamo attrezzando.
a.m.
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