Sorry, mi
viene da piangere
Se
per gli stessi (una volta) gelidi inglesi il lutto
collettivo per la principessa Diana è una sorpresa, lo
è ancora di più per chi li vede da "fuori".
Nel senso di chi inglese non è ma ci vive in mezzo da
anni, come chi ha raccolto le impressioni che seguono.
Soprattutto lo stupore per le auto con i nastrini neri
sullantenna; la metropolitana che profuma di fiori
e non più di sudore; la vicina di casa in lacrime senza
capire perchè; i mini-altari con candele nei negozi. Una
svolta storica per gli inflessibili britannici. Da oggi,
forse, un po meno inflessibili. E un po meno
britannici
In metropolitana siamo tutti
nascosti dietro ai giornali, come sempre qui a Londra.
Solo che oggi, guardandoli bene, ho visto che tanti con
le pagine aperte su uno dei mille articoli su Diana,
avevano gli occhi lucidi e cercavano di mandare giù le
lacrime. E tutto questo dentro vagoni della metropolitana
che non puzzano più di urina, vomito e sudore come tutti
i giorni, settimane e mesi. Ma odorano di gigli,
gladioli, rose e garofani. In certi tratti i treni sono
pieni di gente che porta mazzi di fiori ai cancelli di
Kensington Palace. Così il chiosco del fioraio
alluscita dellunderground, di solito pieno di
mazzi colorati, è tanto se ha qualche margherita
spelacchiata.
Succedono strane cose, in
questi giorni di lutto generale. Cose mai viste in
questisola di ferree tradizioni mai come ora
arrugginite e scricchiolanti. Al passaggio pedonale una
donna ha perso la pazienza con la figlia che faceva i
capricci, ha alzato la voce: "Insomma Diana,
finiscila". E vedi lincredibile: tutte le
teste si voltano contemporaneamente, facce sgomente.
Pochi giorni fa mai nessuno, qui a Londra, avrebbe fatto
una piega.
Per la strada cè
una strana atmosfera. E vero che la vita continua
come tutti i giorni. Ma si sente che è in qualche modo
diversa. E come una specie di lutto globale che
sembra andare al di là del dispiacere per la morte della
principessa Diana. E nessuno se lo sa spiegare. Quanta
gente che incontri ti dice "non mi sono mai
interessato di Diana, eppure mi viene da
piangere
". Credo sia la prima volta che in
questo Paese dove vivo e lavoro da oltre 15 anni le
emozioni vengono espresse in modo così forte. E così
diffuso, così pubblico. Alcuni psicologi su giornali e
tv hanno parlato di "lutto patologico". Ma
credo che per la Gran Bretagna questa sia
unesperienza catartica che lascerà tutti in
qualche modo cambiati.
Davanti alla porta di casa
ho incontrato la vecchietta del secondo piano., londinese
purosangue. Abbiamo parlato del più e del meno,
brontolando perché lamministratore non fa i lavori
urgenti nel palazzo. Poi lei mi ha chiesto se stavo
andando a Kensington Palace, come succede in tutte le
conversazioni di questi giorni. E così siamo finite a
parlare di Diana, e ancora lo stesso discorso, lo stesso
stupore: "Non capisco perché mi viene da piangere
mi racconta dopo tutto non era né una
parente né unamica. Ma ho la sensazione del vuoto,
non so proprio perché". E perfino lei, sempre tanto
educata e rispettosa, non riesce a trattenersi dal
chiamare la regina Elisabetta "quel muso duro".
Le emittenti radio sono
bersagliate di continue richieste sempre per le stesse
canzoni: in testa ovviamente Candle in the wind di Elton
John seguita a ruota da Nightshift dei Commodore scritta
a suo tempo in memoria di Marvin Gale. Cambi stazione?
Stesse canzoni.
A piangere poi non sono
solo le donne, ma anche tanti uomini. Apertamente. Poi ci
sono le auto con i nastrini neri a lutto
sullantenna. E i negozi, gli uffici con gli
altarini, i lumini e la foto di Diana. Neanche Londra
fosse diventata una città brasiliana o sudamericana. E
non cè modo di salvarsi: in questa "via
crucis" collettiva che dura da giorni e giorni ci si
casca tutti. Come lamica italiana che singhiozzava
davanti ai funerali in tv. O Stefano, che ha chiuso il
suo ufficio del centro in preda a sconforto acuto perché
tanto, dopo la morte di Diana, "non mi interessa
più niente".
Certo non durerà: la
metropolitana tornerà ad essere un muro di giornali
aperti per non guardare in faccia il vicino, nessuno ti
degnerà di uno sguardo anche se cadi per terra, i
dialoghi ricominceranno con "bella giornata oggi,
vero?". Eppure tutti sanno che qualcosa di diverso
resterà: è troppo tardi per tornare indietro, anche per
gli inflessibili britannici. Da oggi, forse, un po
meno inflessibili. E un po meno britannici.
Gloria Chopra
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