Oltre il
sangue la beffa
Escono
le foto, tutti si precipitano a pubblicarle alla ricerca
di scoop a buon mercato. Ma sono false, un abile
fotomontaggio. C'è bisogno di un minimo di
autoregolamentazione anche in rete
Eccola qua la prima delle
innumerevoli agghiaccianti foto che ritraggono il mancato
lieto fine della favola della bella Lady Diana con il
playboy Dodi Al Faied.
In cuor nostro, forse per
uneccessiva dose di cinismo, sapevamo che sarebbero
venute fuori prima o poi. Quello che non sapevamo, ma che
avevamo sospettato, è dove sarebbe stata pubblicata su
Internet la capostipite delle foto.
Doveva capitare?
Probabilmente sì. Ora, questa riflessione non vuole
costituire lennesimo mea culpa sullarrogante
smania dei Media nellaccaparramento di notizie,
foto e informazioni in via più o meno esclusiva. Dopo
gli innumerevoli dibattiti e le più o meno scandalose
confessioni di direttori di testata, paparazzi e semplici
lettori non cè altro da aggiungere. Quello che fa
riflettere è, invece, lennesimo
"scavallamento" operato dalla Rete delle reti
rispetto alla consueta informazione operata da giornali,
radio e televisione. Qualcuno aveva detto : "Tanto
finiranno su Internet..." in perfetta sintonia
con quella credenza perpetrata da giornalisti ignoranti e
da "finti addetti ai lavori" che vuole vedere
in Internet una sorta di ricettacolo di Pedofili,
Nazisti, assassini, aberrazioni di ogni tipo e...
(verrebbe da dire) paparazzi.
In realtà, alle nostre
orecchie, il "vaticinio di Cassandra" aveva
tutto un altro significato, cui si poteva arrivare
tramite un semplice ragionamento deduttivo :
Internet sarebbe andata, infatti, dove gli altri, per
perbenismo o semplicemente per tentare di
"ribbassare il prezzo" non erano ancora
arrivati.
Eccola qua, dunque, la
prima foto di tante altre. Che cosa dobbiamo pensare
allora ? Come giornalisti multimediali, come
operatori della Rete riteniamo che ci vogliano leggi
chiare per leditoria elettronica. Non tanto per
potere fare unire anche i direttori delle cyber-riviste
al coro di prefiche cui ci hanno abituato gli altri
Media. Bensì per avere una legislazione internazionale
chiara, moderna e che sia realmente rapportata alla
potenza e alla diffusione del mezzo.
Non cè, infatti,
solo un problema di qualità del servizio, ma anche di
divulgazione. Se, per esempio, uno dei paparazzi di Lady
Diana avesse lavorato per Leco delle Langhe è
chiaro che se anche la foto fosse stata pubblicata
avrebbe avuto una diffusione assai minore e meno rapida
che su Internet. Per usare un termine caro agli studenti
di estetica la differenziazione tra piccola e grande
testata, tra locale e mondiale, su Internet è assai
labile perché è data solo dalla "fruizione"
della rivista. La sua "fruizione" e la sua
appartenenza territoriale sulla grande Rete non sono in
rapporto se si eccettua un problema linguistico. È
chiaro, infatti, che un sito redatto in cinese mandarino
ha sicuramente meno possibili utenti (a parte il miliardo
di cinesi, ovviamente) di quanti potrebbe averne uno in
inglese.
Cè poi un altro
aspetto : non è che, forse, limportanza delle
foto di Lady Diana, al di là del fatto che esse
costituiscano un unicum anche nellambito del
giornalismo scandalistico, sia stata sopravvalutata anche
per motivi "di cassetta" ?
Chi naviga sa bene,
infatti, che sul sito degli Hezbollah (http://www.moqawama.org/) per esempio, sono presenti
numerose foto con le atrocità compiute dagli Israeliani
nei territori occupati. Saranno, dunque, meno importanti
le foto dei Palestinesi assassinati, degli Ebrei
trucidati, degli impiccati iraniani dal regime
integralista rispetto a quelle della bella
principessa morente tra le lamiere? La risposta del
mercato è : sì. Ma la nostra risposta personale
qual è ? Ognuno deve dare risposta per quello che
crede.
Sebbene si possa convenire
con coloro i quali hanno fatto del cinismo la fonte di
ogni possibile risposta su questo argomento, dobbiamo
davvero pensare a perché cento indiani morti in un
incidente di treno si potranno - dal punto di vista
giornalistico - equiparare a tre uomini sgozzati in
Algeria, al Papa che si sbuccia un ginocchio e a Madonna
che ha un nuovo fidanzato sadomaso.
Ma questo poi non è
particolarmente interessante, perché le leggi del
"mercato delle notizie" sono state sempre
abbastanza chiare e quantomai variabili negli anni.
La cosa davvero importante
è capire, invece, perché Internet arriva dove altri non
vogliono o non possono e - dunque - ideare una normativa,
un protocollo, un gentlemen agreement che porti
non tanto a uniformare linformazione sulla Rete a
quella dei Media tradizionali, ma a renderla
complementare prendendo atto delle sue smisurate
possibilità.
Cambierà
linformazione, cambierà il diritto dautore,
cambieranno molte cose. Limportante in questa
situazione di vera e propria deregulation è
guidare chiaramente in senso "Popperiano" il
giornalista multimediale affinché chi intravede in
Internet una specie di Moloch cui sacrificare
tutte le (finte) buone intenzioni della stampa
internazionale, sia smentito.
Allora sarà più chiaro
il motivo per cui offerte da milioni di dollari per delle
foto che "scottano", su Internet vengano
letteralmente azzerate.
Consentiteci, però, di
dare un consiglio a chi dovrà occuparsi di stabilire
queste nuove leggi ispirandosi a una specie di
"nuovo principio" : è necessario
sottrarsi al noioso coro di piagnistei, guardandosi in
faccia per capire come e perché si possa "fare
informazione" nelle testate del nuovo millennio.
Altrimenti tutto sarà più che mai "scontato"
e "banalizzato" proprio come la morte di Lady
Diana e il suo oblio fotografico.
Marco Spagnoli
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