Cè Star
Trek, e anche le stelle stanno a guardare
Con
nove film (il decimo e in fase di preproduzione) e
oltre cinquecento episodi per la televisione, Star Trek
e la saga più lunga della storia del cinema e di
maggior successo. Tra i suoi fedeli spettatori si
annoverano personaggi come il Dalai Lama, Rose Kennedy
(la madre del presidente ucciso a Dallas), Gerald Ford e
molti altri personaggi noti e meno noti in tutto il
mondo. E oltre allattrice nera Woophy Goldberg,
sono apparsi sul set nomi come il fisico-genio Stephen
Hawking. Così adesso raccontare la storia di questo
mega-romanzo stellare a puntate è un po come
raccontare una leggenda
Quando l'8 settembre 1966 fu messo
in onda il primo episodio di Star Trek non erano in molti
a pensare che quella sera si sarebbe aperta una nuova era
non solo per i viaggi spaziali, ma anche per una lunga
serie di generazioni di telespettatori di tutto il mondo,
che avrebbero fatto di Star Trek la saga televisiva più
amata della galassia fino ai giorni nostri.
E tra coloro i quali
ipotizzavano un successo "planetario" di Star
Trek non c'era nemmeno Gene Roddenberry, l'ideatore delle
avventure dell'Enterprise, morto nel 1991 (proprio
nell'anno del venticinquennale!), le cui ceneri sono
state disperse in uno degli ultimi viaggi dello Shuttle,
rendendo finalmente utile la navicella spaziale americana
e consacrando la vita di un uomo, che ha regalato a tutti
noi alcune tra le più belle storie di fantascienza, mai
scritte.
I settantanove episodi che andarono
in onda tra il '66 ed il '69 ebbero un immenso successo,
pressoché immediato. Mentre, infatti, da Saigon Walter
Kronkite raccontava agli americani le atrocità della
guerra del Vietnam; Kirk, Spock, McCoy e gli altri
numerosi personaggi proponevano agli stessi
telespettatori un modello di vita democratico, tollerante
ed antimilitarista, che ben poteva far sperare per un
ventiquattresimo secolo migliore.
Il comandante Kirk
(l'attore William Shatner) ed il vulcaniano dalle
orecchie a punta Spock (l'attore Leonard Nimoy) erano,
agli occhi del pubblico, l'incarnazione rispettivamente
del sentimento e della ragione, capaci di azioni logiche
miranti alla realizzazione della pace universale, sebbene
continuamente ossessionati dai nemici dell'Impero
Klingon, una sorta di integralisti, barbari e
guerrafondai che mettevano in serio pericolo la
Federazione Stellare e le basi di uguaglianza che la
ispiravano.
Chi ha visto nei Klingon,
la subliminale ossessione tutta americana, del comunismo
e dell'Unione Sovietica deve essere stato sicuro di avere
ragione, quando all'indomani della caduta del muro di
Berlino e del golpe di Mosca, uscì al cinema il sesto
episodio cinematografico della serie: Rotta verso
l'ignoto in cui l'impero Klingon era costretto a
firmare la pace con la Federazione a causa di
un'esplosione di un satellite minerario che aveva
contaminato tutta la Galassia. Tutto questo in una sorta
di allegoria "stile Chernobyl" in cui il
cancelliere Gorkon non poteva non ricordare per audacia e
bonomia, quel Gorbaciov che tanto aveva fatto per
abbattere la cortina di ferro.
Star Trek era già entrato
nella storia mondiale della Tv per il primo bacio
interraziale (tra la nera ufficiale Uhura e il bianco
comandante Kirk) mai visto prima sul piccolo schermo. Ma
questo non bastò. Una stupida collocazione in una fascia
oraria sfortunata fece precipitare gli ascolti della
serie e il viaggio quinquennale dellEnterprise si
interruppe abbastanza ingloriosamente.
Quando, però, il
passaggio degli episodi - venduti dalla Nbc alle
emittenti locali - coagulò di nuovo un enorme numero di
fans intorno alla serie, ecco che il viaggio
dellEnterprise poteva avere un nuovo inizio.
Stavolta non in Tv, ma sul grande schermo.
Così alla fine degli anni
settanta il modello di tolleranza proposto da Star Trek
continuava a riscuotere consensi tanto che, nel 1979,
Roddenberry decise di far reindossare a tutti i membri
dell'equipaggio le divise della Federazione e farli
partire alla volta di un nuovo viaggio interstellare,
questa volta, però, riservato solo alle sale
cinematografiche... Star Trek, il film sulla scia
dellenorme successo di Guerre Stellari fu un
nuovo inizio non solo per la saga di Kirk & Co., ma
anche per un nuovo tipo di fantascienza.
Nacquero così delle vere
e proprie "perle" con prospettive e ideali
adatti alla nuova epoca, senza rinnegare il passato,
costruendo, anzi, su esso le basi per la versione anni
Ottanta della serie. Tra questi film vanno segnalati: Star
Trek 2: l'ira di Khan, in cui Spock muore per
risorgere, poi, nel film successivo Star Trek 3: alla
ricerca di Spock, in cui va distrutta la vecchia
astronave Enterprise e Star Trek 4: viaggio verso la
terra, metafora dell'ambientalismo più sfegatato che
aggiunge, di peso, l'ecologia tra i problemi più urgenti
del nostro mondo, rivisti e corretti nellottica
fantascientifico-trekkiana.
La voglia di Star Trek non
si smorzava, però. Poco, a poco sorgeva la convinzione
di dover girare nuovi episodi televisivi incentrati
sull'Enterprise. Roddenberry, nel 1987, decise così di
dar vita alla nuova serie Tv dal titolo Star Trek: the
Next Generation, ambientata su una nuova Enterprise
dello stesso secolo della prima Enterprise di Kirk &
Co., ma successiva di settantotto anni.
Un nuovo equipaggio (tra
cui un Klingon - Udite ! Udite ! - addetto alla
sicurezza) al comando di un nuovo comandante Jean-Luc
Picard (il navigato attore shakespeariano inglese Patrick
Stewart) ed una serie di avventure più adatte agli anni
Novanta, che non tradivano, però, lo spirito originario
e che riscossero subito vasti consensi da parte della
critica e del pubblico.
E tale e tanto fu il
successo che l'ultima decisione di Rodenberry prima di
morire fu quella di creare uno Spin-off, ovvero
una serie derivata da The Next Generation (la cui
ultima puntata nel 1994 ha avuto circa 54 milioni di
telespettatori nei soli Stati Uniti), che si chiama Deep
Space Nine e che oggi è arrivata al suo quinto anno
di vita, dove il comandante della stazione spaziale
Benjamin Sisko è per la prima volta un attore di colore.
Il 1995 è, però, l'anno
della consacrazione e del caos all'interno dell'universo
di Star Trek. Se da un lato, infatti, esce il film Generazioni,
in cui i due capitani Picard e Kirk si incontrano, a
causa della trama incentrata sul rapporto Kirk-Picard gli
attori che danno il volto a McCoy, Uhura, Sulu e lo
stesso Spock, se ne vanno via sbattendo la porta, non
apparendo, dunque, nel film.
Se fin qui ce n'era
abbastanza per scioccare i fans, quando dopo la prima ci
si accorse che nel film Kirk muore, la notizia fece d'un
balzo il giro d'America scatenando la rivolta popolare
dei Fan club, che passarono subito al contrattacco.
Togliendo a Kirk e Picard la tessera onoraria di soci del
club ed indicendo un sondaggio tra gli iscritti che
proponeva loro il seguente quesito: "Se foste
imbarcati sull'Enterprise e la nave fosse in pericolo, da
chi vorreste essere comandati?" Quasi
l'unanimità delle persone ha scelto Kirk, come
comandante ideale, creando così grande imbarazzo tra la
produzione, che, sebbene stia già mettendo in cantiere
un nuovo film con Picard & Co., si trova ora di
fronte al dilemma se risuscitare o meno il comandante
più amato dell'universo.
Non sappiamo come andrà a
finire. Quello che è certo è che quando un paio di anni
fa è andata in onda la prima puntata del quarto serial
televisivo ispirato dalle gesta degli uomini della
Federazione: Star Trek : Voyager, stavolta
con il comandante donna Kate Janeaway, non erano in molti
a girare per le strade di New York. Come dire: pace,
tolleranza, democrazia ed ecologia continuano ad
affascinare i telespettatori dell'intero globo terracqueo
e fanno pensare che la storia dell'Enterprise debba
continuare nonostante i piccoli screzi ed i piccoli
drammi allinterno delluniverso dei trekker.
"Là fuori", dunque, da trentanni
ci sono molte navi stellari e molti capitani ed eroi.
Almeno uno per ogni generazione di telespettatori.
Marco Spagnoli
|