Quel
diavolo sul palcoscenico
Lo
Sferisterio di Macerata ha ospitato il Faust di Gounoud
con la regia di Gilbert Deflo e la voce di Pietro Ballo.
Una lettura moderna ma sempre rispettosa
delloriginale. Quelloriginale che più di 100
anni fa rischiò di subire le ire della censura vaticana.
Ma che le superò grazie al nunzio apostolico di Francia
Segur che durante una prova dellatto più
contestato rimase commosso dalla musica. Non dalle scene,
perchè era cieco
La XXXIII stagione lirica
allo sferisterio di Macerata si è aperta con una
importante produzione del "Faust" di Charles
Gounoud che segue di pochi mesi quella rappresentata al
teatro alla Scala di Milano. "Faust" è stato
tratto dal capolavoro di Goethe e Gounoud narra nella sua
autobiografia che si innamorò di questa vicenda ancora
giovanissimo. E quando nel 1839 vinse all'unanimità il
"Grand Prix de Rome" portò con sé il
capolavoro goethiano.
Gounod, sempre nella sua
autobiografia, dice che durante il soggiorno romano
scriveva qualche motivo pensando che forse un giorno
questi abbozzi musicali gli sarebbero serviti per
comporre l'opera. E l'idea musicale della notte di
Valpurga gli venne durante una passeggiata notturna al
chiaro di luna sulle scogliere di Capri.
Ulteriori sollecitazioni a
musicare il dramma gli vennero nel 1846 dopo la
rappresentazione de "La Damnation de Faust" di
Hector Berlioz e nel 1850 dopo l'andata in scena di
"Faust et Marguerite" del musicista Couder su
libretto di Michel Carré. Ma la decisione definitiva di
musicare "Faust" venne dall'incontro di Gounoud
con il librettista Jules Barbier che preparò una
riduzione del dramma di Goethe assieme a Michel Carré.
Nel 1857 "Faust" era già quasi pronto per la
rappresentazione e l'opera avrebbe dovuto essere data al
Theatre Lirique di Parigi. Era però andato in scena in
un altro teatro un "Faust" con musiche di
Ennery e il direttore del Theatre Lirique, Leon Carvalho,
convinse prudentemente Gounoud di rinviare la prima
rappresentazione della sua opera. Carvahlo per compensare
questo rinvio commissionò a Gounoud l'opera " Le
médecin malgré lui " che andò in scena con grande
successo il 15 gennaio 1858.
Nel frattempo Gounoud
terminò il suo "Faust" ed iniziò le prove tra
mille difficoltà. Il ruolo di Margherita era affidato al
soprano Delphine Ugalde ma la moglie di Carvahlo, soprano
di discrete qualità, volle il ruolo per sè ed inoltre
Gounoud dovette lottare con il direttore del teatro per i
numerosi tagli che Carvahlo esigeva che fossero fatti
data l'eccessiva lunghezza dell'opera. I librettisti
Barbier e Carré pur avendo enucleato dal dramma di
Goethe il solo episodio di Margherita ( tanto è vero che
in Germania l'opera si intitola "Marguarete" )
stesero un libretto di vaste dimensioni e pertanto lo
spettacolo avrebbe assunto una lunghezza eccessiva con
sei ore di musica. Altro intoppo, non di poco conto, fu
quello della censura che voleva togliere la scena della
Cattedrale del quarto atto. Qui Gounoud ebbe una fortuna:
ad una prova assisteva il Nunzio Apostolico monsignor
Ségur che, pur essendo cieco, fu preso da una
grandissima commozione e diede immediatamente il
benestare per questa scena. Opera nata quindi tra mille
difficoltà ma che è risultata un autentico capolavoro.
Andò in scena al Theatre Lirique il 12
marzo 1859 con i recitativi parlati ed ebbe un discreto
successo. L'orchestrazione dei recitativi fu approntata
per una rappresentazione a Strasburgo nel 1860 ed in
Italia venne rappresentata al Teatro alla Scala l'11
novembre 1862.
Solo il 3 marzo del 1869
"Faust" venne rappresentato all'Opéra di
Parigi con l'aggiunta del balletto della seconda parte
della Notte di Valpurga.
L'edizione ascoltata allo
Sferisterio di Macerata è stata di un ottimo livello.
Faust era Pietro Ballo in perfetta forma che ha disegnato
molto bene il personaggio con una voce perfettamente
intonata in tutti i registri e con una penetrazione
notevole nel suo ruolo. La Margherita di Luciana Serra è
stata di notevole spessore, dolce e suadente nello
splendido duetto del secondo atto, piena di spirito e di
vitalità nella lunga aria dei gioielli e dolente nella
scena della Cattedrale: una prestazione di grande
qualità e di notevole impegno. David Pittsinger ha
degnamente sostituito l'indisposto Colombara:
voce potente, molto bene impostata ed una presenza
scenica di grande effetto grazie alla capacità di
muoversi con grande scioltezza. Apprezzabile il Siebel di
Francesca Provvisionato e corretto il Valentino di
Roberto Servile.
Donato Renzetti a capo
dell'Orchestra Internazionale d'Italia ha particolarmente
convinto con una lettura precisa, curando molto bene
l'equilibrio tra orchestra e palcoscenico. Ottimo il Coro
Lirico Marchigiano istruito da Stefano Colò. Schematiche
ma perfettamente intonate le scene, completate dalle
proiezioni sul muro che chiude l'immenso palcoscenico
dello Sferisterio,
ideate da William Orlandi
che ha pure creato i costumi. Interessante la regia di
Gilbert Deflo con soluzioni originali specialmente nella
presentazione di Margherita e nella scena di Valpurga:
peccato che il balletto sia stato tagliato non per
ragioni artistiche ma per altre ragioni facilmente
intuibili. Successo franco e pieno da parte del pubblico
che esauriva tutti i posti dello Sferisterio
l.m.
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