Bavaresi
ma non troppo
Non
crede ad un nuovo partito per il Nordest, ma darebbe il
benvenuto ad un movimento federalista veneto con il
coinvolgimento degli imprenditori; boccia la strada
catalana allautonomia e vede meglio quella tedesca
dei "lander"; e garantisce che la prossima
finanziaria sarà più leggera delle altre. Oltre alla
questione-lavoro, ecco la "versione politica"
del ministro Treu
Il Nordest è terra di
gran fermento in questo periodo: come giudica tutto
questo attivismo? E' necessario secondo lei un partito
del Nordest, come vogliono il sindaco di Venezia
Cacciari, Giorgio Lago e limprenditore Carraro?
Al Nordest non serve un
altro partito, tanto più al centro, che è già
abbastanza affollato. Se invece si tratta di creare un
movimento che possa raccogliere le istanze migliori
dell'autonomia e della voglia di crescere della nostra
regione, allora ben venga. Potrebbe rappresentare un
aiuto prezioso per far imboccare al Governo la via
federalista, per altro già avviata con le leggi
Bassanini. Credo infatti sia interesse del Governo avere
nel Nordest un movimento riformista e federalista. A
patto che i veneti si schierino, e che le associazioni
dei produttori e alcuni imprenditori rappresentativi si
buttino nella mischia.
Recentemente lei ha
partecipato ad un convegno internazionale dedicato al
federalismo. C'erano ospiti spagnoli e tedeschi. Qual è
allora il modello migliore per lItalia: quello
catalano o quello bavarese?
Il partito catalano si
giustifica soltanto quando c'è una base etnica e
linguistica, come è in Catalogna. Per il Veneto la
condizione della regione suggerisce semmai l'applicazione
del modello bavarese, anche se poi, come rilevato proprio
durante quel seminario, anche lì non mancano i problemi
e le storture. Ma al di là delle formule è importante
avviare un processo vero di federalismo in tutti i
settori chiave, compreso quello fiscale.
A che punto è la
riforma federalista dello Stato? Il testo prodotto dalla
Bicamerale va bene così com'è oppure sono necessarie
alcune modifiche?
La proposta partorita
dalla Commissione Bicamerale è un po' timida in materia
di federalismo. Ma non è facile introdurre una riforma
federalista in un paese che per cent'anni è stato
fortemente centralista. La strada è comunque avviata, il
processo è irreversibile, lo Stato sta man mano perdendo
funzioni a livello superiore (verso l'Europa) e inferiore
(le regioni, vedi leggi Bassanini).
La Borsa in
quest'ultimo periodo è pieno boom: come si spiega
secondo lei tanta euforia?
E' il segnale che
finalmente si è riattivata leconomia, un segno di
vitalità e salute. E in futuro la borsa potrà essere
ancor più tonificata dall'ingresso dei fondi pensione,
che saranno i grandi investitori istituzionali.
Non può mancare un
accenno allEuropa: a che punto siamo con Maastricht
e l'adesione allEuro ?
Siamo a buon punto. Non
dobbiamo però con questo abbassare la guardia. E infatti
la prossima finanziaria sarà importante per mantenere la
rotta. Ci saranno 15 mila miliardi di tagli alle spese e
10 mila di nuove entrate. Sarà una finanziaria più
leggera di quelle precedenti, ma per raggiungere gli
obiettivi che ci siamo prefissati non possiamo cantare
ancora vittoria.
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