Peccatori
silenziosi
La
vita per una donna nella provincia siciliana è cambiata:
basta gonne lunghe e veli neri, e chi trova un lavoro
può anche diventare indipendente. Ma resta quel codice
tramandato da secoli dove la parola dordine è
sempre la stessa: lapparenza prima di tutto. Così
non si può uscire da sole con il fidanzato (ma si fa lo
stesso raccontando bugie); si giura al padre la
verginità difesa (ma persa magari a 15 anni) e se si
sceglie di non avere figli si devono accettare i mille
pettegolezzi delle contrade. Così i giorni, soprattutto
al femminile, sembrano scorrere uguali a cento anni fa.
Anche per quelle che "volevano i pantaloni"
Un piccolo centro
siciliano, non troppo vicino al mare. Polvere giallastra
destate e dinverno, verde e margherite nella
breve primavera. Le case di questa zona, viste
dallesterno, sembrano il risultato di un lavoro
fatto a metà. Invece, dietro i prospetti squallidi si
nascondono ampi spazi ariosi, mobili lucidi e nuovi di
zecca, accessori dargento e oggettistica di lusso,
il leggero profumo di una pulizia accurata.
Dentro una di queste case
troviamo una donna che chiameremo Maria. Il suo aspetto
non è quello che solitamente viene attribuito alla
femminilità meridionale. Maria infatti è abbastanza
alta, molto magra, carnagione e capigliatura chiari.
Labbigliamento è ispirato alle modelle, i goffi
tessuti neri appartengono ormai ad unaltra
generazione. In queste case il tempo scorre in ritmi che
hanno conservato gioie e dolori vecchi di secoli. Maria
si è sposata da qualche anno. Subito dopo la cerimonia
aveva potuto fare ciò che le era stato proibito durante
dieci lunghi anni di fidanzamento: andare da sola in
macchina con il futuro consorte. Non che i genitori di
Maria siano bacchettoni, sessuofobi o simili. Il motivo
dichiarato di queste e altre restrizioni è uno solo: non
dare alla gente motivo di parlare.
Non che la gioventù
siciliana sia in genere più casta di quella del resto
della penisola. Sicuramente è molto meglio organizzata
nel glissare tra bugie e apparenze, per fare di nascosto
quasi tutto ciò che si vuole. Ciò che si deve
principalmente conseguire non è la purezza, ma
lapparenza più sottile.
Nemmeno lapparenza
conta poi molto, perché la gente, comunque e sempre, un
motivo per parlare lo trova. La purezza delle figlie è
più che altro motivo di vanto per gli uomini, ornamento
di virile ferocia e potere. Un padre manesco e prepotente
può vantarsi dunque di mandare allaltare una
figlia "vergine di bacio". Senza rendersi conto
peraltro degli equivoci e doppi sensi che questa sfrenata
esibizione di illibatezza può generare. Alle sue spalle,
naturalmente.
Dopo il matrimonio Maria e
il marito hanno deciso di non avere figli. Dovrebbe
essere una decisione strettamente personale, invece è
diventata una fonte inesauribile di illazioni e commenti
più o meno fantasiosi. Leggende che narrano di impotenza
e pericolose malattie esotiche, odissee fasulle a base di
fecondazioni assistite e interventi chirurgici
miracolosi, infuriano a turbare la pace familiare di
Maria. Malattie e disgrazie altrui popolano di luci vive
e sinistre le esistenze vuote di questi piccoli centri. I
voli pindarici delle fantasie pettegole illuminano le
facciate screpolate delle case abusive, quando la gente
si raggruppa sulle sedie davanti alle porte. Fioriscono
parole anche sulla storia di una giovane donna morta di
cancro. Non la malattia lha uccisa, ma il marito,
usando qualche veleno raro.
Ma quando la morte fa
seguito al piombo della mafia, le bocche si chiudono.
Oppure si limitano a sussurrare dentro le case, quando la
porta è ben chiusa.
Maria sembra rassegnata
alle contraddizioni e alle chiacchiere. Tuttavia soffre
di una serie impressionante di malanni psicosomatici: mal
di testa, vomito, allergie strane. Piccoli dolori che si
assommano in una montagna. Maria non ha potuto laurearsi.
Avrebbe dovuto allontanarsi da sola, e secondo suo padre
la gente avrebbe parlato troppo. Con un semplice diploma
la prospettiva di un impiego in Sicilia è quasi
ridicola. A Maria piacerebbe lavorare fuori casa. Il
"posto" è ormai un traguardo ambito per uomini
e donne. Privilegio da conquistare non con titoli ed
esami, ma per mezzo di scambi, clientele, acquisti. Una
chimera promessa e mai mantenuta. Un sogno da non
coltivare.
Comunque, anche se fosse
riuscita ad ottenere linaudito dono di un posto,
lonere dei lavori di casa sarebbe spettato a lei.
In tutta Italia, del resto, le cose vanno così. Da
un'indagine parlamentare sulla sicurezza nel lavoro,
risulta infatti che la salute delle donne in carriera
peggiora. Invece, la lunghezza della vita degli uomini
sale in parallelo con scala gerarchica delle professioni.
Infatti la donna in carriera italiana in genere ha un
doppio lavoro: si fa carico anche delle faccende
domestiche. Più ruoli, più lavoro, più fatica: è
inevitabile che questo incida sulla salute.
Ma cè anche il lato
buono: il mare non è poi così lontano, il clima è da
paradiso. E poi tutto costa poco: dalle verdure al
vestito, lo stipendio del marito è sufficiente per
vivere comodamente. Case e appartamenti non mancano, e
non tutti sono abusivi. Soprattutto, esiste ancora la
solidarietà. Anche la vicina di casa più linguacciuta e
antipatica rispetta il dovere di aiutare, in caso di
bisogno. Il rito delle ferie annuali, con le sue vittime
sacrificali e i suoi costumi, non ha ancora sostituito le
abitudini tradizionali. Si viaggia principalmente per
andare a trovare i parenti, come accadeva prima che i
nazisti inventassero le vacanze di massa.
Le giornate scorrono
dentro grandi stanze, ma se si esce fuori si continua a
girare in un piccolo labirinto di strade. Il dialetto
parla di un universo piccolo, chiuso,
dallevoluzione lenta. Altre città, altre lingue
hanno unesistenza poco consistente, troppo lontana.
Si manipolano sempre gli stessi oggetti, si vedono sempre
le stesse facce. Vivere in un piccolo centro della
Sicilia per una donna non è facile. Tuttavia, tra la
polvere, è possibile ancora trovare qualche tesoro
nascosto.
a.d.m.
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