S-consigli
per gli acquisti
Lultima
mostra del cinema di Venezia ha rifiutato il suo film
perché "fa schifo". Infatti parla di vermi. Ma
la pellicola diretta dallex pubblicitario Sandro
Baldoni li usa per dimostrare linquietante potere
della pubblicità e dei media, capaci di far assorbire
tutto a tutti, vermi compresi. Ma soprattutto, come
spiega in questa intervista per Nautilus, le cose
inutili
Il film di Sandro Baldoni Consigli
per gli acquisti non è piaciuto a Felice Laudadio
che non volendolo selezionare per la cinquantaquattresima
mostra di Venezia ha detto : "Questo film fa
schifo". Ecco che così è nato il motto del
sottotitolo della pellicola, geniale satira corrosiva del
mondo della comunicazione non solo pubblicitaria.
Dopo lesordio con il
sorprendente Strane Storie Baldoni torna alla
regia dirigendo un gruppo di ottimi attori (Ennio
Fantastichini, Ivano Marescotti, Carlo Croccolo, Silvia
Cohen) con la mascotte del cane Scott (scusate il gioco
di parole) che raccontano al pubblico come la bolognese
Caino & Abele, prima società pubblicitaria in
Italia, sia alle prese con il lancio di un cibo per cani.
Piccolo particolare: la pappa è fatta con carne
argentina avariata piena di vermi. Risultato ? Il
cibo per cani "Vermito" è un vero successo.
Baldoni, ma la
somiglianza di Fantastichini a Prodi, di Marescotti a
Gavino Sanna e di molti altri personaggi a tanti volti
più o meno noti è davvero solo casuale ?
Sì, proprio sì. I
riferimenti di tutti i personaggi sono piuttosto a tutti
quegli individui più o meno strani che attraversano
trasversalmente il mondo della comunicazione. La
pubblicità è solo una scusa.
Ma se addirittura
Fantastichini usa per un sottosegretario la stessa
espressione che un uomo politico ha utilizzato poco tempo
fa per DAlema: "Tiravamo le molotov
assieme"...
Io il
film lho girato un anno fa, quindi non ho colpe.
Perché ha girato un
film del genere ?
Perché volevo descrivere
questo "rimestamento del nulla" che tutti noi
siamo abituati a subire dai media in generale e che nel
mondo della pubblicità è ancora più evidente che in
altri settori "post-fordisti".
Il film è pieno di
finti spot. Lei è un ex regista e ideatore di
pubblicità. La più famosa di tutte le sue campagne di
promozione è quella de Il manifesto :
"La rivoluzione non russa". Come
giudica la strategia pubblicitaria della Caino &
Abele ?
Vecchia. Oggi le
pubblicità che funzionano sono quelle occulte nei film e
nei fatti della vita. Oggi la pubblicità è Michael
Jordan che si scambia il cappellino della Nike con
Clinton. Oggi lepica del marchio ha creato una
propria mitologia e la Nike non ha addirittura più
bisogno di scrivere il suo nome. Basta il logo. In
America ci sono gang di ragazzini che si accoltellano
perché alcuni sono vestiti Nike e altri Reebok. Questa
è la nuova strada della pubblicità. Il resto è assai
obsoleto.
Ci permetta di
insistere sulle analogie politiche di Consigli
per gli acquisti. Il personaggio di
Fantastichini, prima di licenziare oltre il 40 % del
personale della sua azienda viene inquadrato mentre legge
LUnità. Che cosa significa
questa scena ?
Il mondo dei media è
"coprofago". Riassorbe quello che produce. Il fatto che i manager siano
ex-sessantottini, mangino macrobiotico, vadano in
bicicletta, leggano LUnità non significa
che escano fuori dalle linee di tendenza proprie del
dirigente di una grande azienda. Tutti coloro che si sono
affacciati al mondo dei media negli anni Novanta non solo
hanno saputo ingoiare tutto, ma hanno saputo anche
metabolizzarlo.
Ci sono decine di capitani
di industria come Bill Gates, i cosiddetti manager
post-californiani che hanno un aspetto del tutto nuovo.
La satira politica si ferma laddove la realtà dei fatti
è più complessa di quanto si pensi. Io sono molto
lontano dal non giudicarmi. Io mi ci metto dentro. Nelle
professioni vicine ai media non fai in tempo a girarti
che sei stato già "venduto", visto, assorbito,
catalogato ed entrato e - forse - già uscito da questo
mondo. Il mondo dei media mangia aria e produce aria in
continuazione. Da qualsiasi parte provenga e di qualsiasi
cosa questa aria sia fatta.
Bologna è la città di
Prodi ed è anche la città dove è ambientato il suo
film. Nemmeno qui ci sono analogie politiche?
Il comune di Bologna ci ha
sovvenzionato e aiutato. Ecco il motivo.
Il suo film ha come
titolo quello slogan utilizzato di continuo da Maurizio
Costanzo. Lei andrebbe al suo show ?
Sì se fosse in diretta e
ci fosse Oliviero Toscani.
Come definirebbe il suo
film ? Un affresco del mondo della comunicazione
italiana ?
No, forse più un murales
perché non è unopera completa...
Che cosa le piace del
fare i film ?
La possibilità di mettere
in discussione me e altri.
Se dovesse spiegare ai
lettori di Nautilus i contenuti di Consigli
per gli acquisti che cosa direbbe ?
Io racconto del
cortocircuito che esiste oggi nel mondo della
comunicazione. Noi siamo delle tribù di consumatori e
non lo sappiamo. Qualcuno mi ha criticato perché in una
scena del mio film si vede una manifestazione di
disoccupati con davanti la scritta : "Questa
manifestazione vi è stata offerta da XXXX, la scarpa del
disoccupato." Ma le persone non sanno che la
realtà non è così distante! Quando uno va a protestare
con la maglietta di Che-Guevara, deve pensare che quello
è un marchio registrato. Il copyright fa costare
i manifesti del Che circa 40.000 lire. La realtà di
pubblicità totale che racconto non è così lontana a
venire. Il logo della Nike di cui parlavo per me ha una
valenza vagamente totalitaria perché sembra assomigliare
a delle mostrine. Noi siamo tutti degli uomini sandwich.
Come si può evitare
allora la pubblicità ?
Non si può e sarebbe
stupido. Molte persone guardano solo le pubblicità
allinterno dei film, anche perché sono più belle
delle pellicole che le contengono. Infatti, io non parlo
solo dei pubblicitari, ma anche dei consumatori.
Esistono due tendenze
nel cinema: film imbottiti di spot più o meno occulti
come nel prossimo James Bond in cui Pierce Brosnam
dovrebbe addirittura fare il nome (vero) del suo sarto
italiano. Oppure pellicole come il recente Lultima
volta che mi sono suicidato che sembrano
assomigliare a dei lunghissimi spot pubblicitari e la
storia viene incollata su di essi in maniera maldestra.
Come giudica entrambe le situazioni ?
Molto negativamente.
Preferisco vedere degli spot che sembrano film piuttosto
che viceversa. Credo sia un orientamento pericoloso.
Così come assurdo è girare pellicole come Porzus che
sembrano una lunga pubblicità della Resistenza e che, in
fondo, sono solo delle continuazioni della reclame stessa.
Perché capita
questo ? Perché la gente è talmente imbottita di
pubblicità dal considerarla non solo una forma
darte, ma anche una pietra di paragone ?
È un adeguarsi ai tempi.
Quando qualcuno non ha niente da dire si adegua ai tempi
dicendo alla gente quello che a questa piace sentirsi
dire. Pieraccioni è uno di questi.
m.s.
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