Tuxedomoon,
la musica multimediale
Strumenti
classici e suoni elettronici, jazz mescolato alle note
classiche, basso melodico e drum machine: ecco la
fotografia di uno dei più noti gruppi sperimentali. Che
non vogliono sentir parlare di limiti o codici. Per
essere sempre più avanti degli altri
Blaine L. Reininger,
Steven Brown e Peter Principle sono i
fondatori deiTuxedomoon, uno dei primi gruppi di
musica sperimentale elettronica non industriale mettere a
punto una lettura della musica a 360 gradi. Superando le
diversità, gli strumenti classici si mischiano
allelettronica, scavalcando le differenze dei
generi, affrontano il jazz, la musica etnica,
elettronica, industriale, dark, gotica e classica. Centro
del loro ampio spettro di interessi la concezione della
musica come elemento in continua metamorfosi e la
imprescindibile simultaneità degli stimoli. È
conseguenza la rielaborazione e la messa in discussione
delle idee consolidate nel corso dellevoluzione
della musica occidentale.
I Tuxedomoon non si sono
affidati a forme già codificate ma hanno preferito
sperimentare complessi di frequenze senza, per questo,
fare tabula rasa di ogni tradizione. La loro è, anzi,
una compilazione del linguaggio musicale, un
arricchimento eseguito attraverso lintegrazione
dellelettronica, un largo uso del sassofono e del violino che
spaziano tra sperimentazione free jazz e classicismo, un
insolito impiego del basso elettrico, molto più melodico
più che ritmico ed infine esplorando anche suoni puri
come in Ghost Sonata. Una forte ricerca avviene nel campo
delle percussioni, i Tuxedomoon si liberano della
necessità di dover usare la tradizionale sezione ritmica
sfruttando drum machine e sequencer ed affidando a questi
una struttura architettonica che spaziasse tra tempi
piatti e tempi complessi.
Sin dalla prima esibizione
col nome di "Tuxedomoon New Music Ensemble" era
evidente lintenzione di essere un gruppo aperto a
sperimentare soluzioni che oggi si chiamerebbero
multimediali
Non siamo stati i
primi: Soft Machine e Pink Floyd nel 1977 facevano questo
tipo di cose. Cè stata una lunga tradizione negli
anni 70 tra i primi Silver Apples che ha lavorato
con i Magic Theatre. Loro hanno realizzato spettacoli
complessi con performer e ballerini. Non è una idea
originariamente nostra è qualcosa che abbiamo fatto.
In ogni caso i Tuxedomoon sono un gruppo che usa più
stimoli contemporaneamente.
Nati sul finire degli anni
70 e quindi a cavallo tra unetica punk, che
approvavano molto più dellestetica e dei canoni
sonori, e lesplosione della new wave, i Tuxedomoon (il più
europeo tra i gruppi americani) si muovevano sulla scena
in contemporanea con lesplosione della musica
industriale Monte Casazza (a cui è attribuita
linvenzione del temine musica industriale) Chrome,
Throbbing Gristle. La distanza tra questi gruppi è forse
più breve di quanto possa sembrare a prima vista. Sia
perché debbono entrambi molto a gruppi come Suicide,
Slits, Karlheinz Stockhausen e Frank Zappa, sia perché
sono affascinati dalla confusione che viene dalla
sovrabbondanza di suoni o che, al contrario, viene dal
poco piuttosto che dal molto. Ma il più profondo punto
di contatto dei Tuxedomoon rispetto a gruppi sperimentali
industriali è nelloggetto delle loro attenzioni:
il mondo moderno, anzi postmoderno e la sensazione di
straniamento.
Erano due approcci
diversi, due modi di relazionarsi diversi innanzi ad uno
stesso obiettivo?
Si assolutamente. Solo
che allora dinnanzi alle sperimentazioni industriali la
nostra musica affidata ad una ricerca sonora, ad i
sassofoni poteva sembrare e sembrava molto più distante
perché melodica.
Nel 1978 Reininger, stesso
aveva riconosciuto unapproccio simile alla new wave
inglese nella cultura americana. Mancando un nome decise
di chiamarlo Joeboy. Questo nome fu poi utilizzato per
indicare le uscite discografiche. Da cosa viene e che
significato rivestiva?
Come ogni cosa che
abbiamo fatto lo abbiamo rubato da qualche altra parte.
Era il nome di una gang cinese che faceva graffiti. Ci
piaceva il nome e da allora lo abbiamo usato. Per tutte
le nostre produzioni. Anche ora: Joeboy e Mexico è un
disco che sta per uscire, vi suoniamo Steve, io, alcuni
musicisti messicani ed abbiamo coinvolto anche Blaine.
Eravate, e siete
tuttoggi, un gruppo non rigidamente strutturato. La
cooptazione dellartista Winston Tong con le sue
performance che hanno dato rilievo ad un uso della voce
particolarissimo cosa ha dato al gruppo?
È un ottimo performer
ed ha portato molto allestetica del gruppo, ha
composto liriche molto interessanti. I Tuxedomoon erano
la musica e Tong la faccia, si potrebbe dire. I suoi
interessi non erano tanto musicali ma riguardavano
profondamente il lato teatrale di ciò che facevamo e
questo era ciò che ha sviluppato.
Voi siete stati il primo
gruppo sperimentale non industriale e tuttoggi i
gruppi sperimentali non industriali sono pochi, come
giudichi la scena attuale?
La scena americana è
chiusa tra rap, guitar band, song-writer e post grunge.
Io apprezzo coloro che lavorano sulle proprie idee
cercando di svilupparle ed elaborarle, tra questi i primi
a venirmi in mente sono i Dead Can Dance. Viviamo in
unepoca post moderna, post nazionale, in una
situazione globale ed è giusto che ciascuno si immerga
in più direzioni e non si lasci trascinare dalle
situazioni imperanti perché il risultato sarebbe
ununica grigia poltiglia indefinita. Io ho sempre
guardato intorno verso cose che potevano colpirmi o
interessarmi ascoltando diverse cose.
Puoi ricordare la
partecipazione alla compilation curata dai Resident?
Siamo ancoroggi
amici, ma non abbiamo musiche in comune né abbiamo mai
collaborato insieme, anche perché nel loro mondo e nel
loro modo di realizzare musica non hanno bisogno di
nessuno. Al 72 risale la loro prima registrazione.
Adesso stanno per realizzare un cd rom. È qualcosa di
molto interessante ma realizzare un cd rom oggi è molto
costoso, prende molto tempo ed è difficile trovare una
grossa distribuzione in modo serio. Siamo comparsi sulla
loro compilation, volevano lanciare una serie di gruppi
di San Francisco (cerano anche i Chrome).
Dovevate fare un tour
insieme ad i Joy Division: fu poi questo tour mancato
loccasione del vostro trasferimento in Europa?
Si Ian Curtis si uccise
tre giorni prima che iniziasse il tour. Avevamo dei
contatti per suonare in Europa, ed è così che è
andata.
Ognuno di voi ha dei
progetti solisti paralleli: qualè la linea che
divide un lavoro solista da uno insieme?
La linea cambia sempre.
Talvolta è geografica, talvolta è data dalle
necessità, dalla praticabilità o dalla semplicità:
viviamo in tre diverse parti del mondo e per questo le
occasioni di lavorare insieme non sono molto semplici.
Nel marzo del 1979 avete
incontrato William S. Burroughs. Trovate affinità i
vostri modi di lavorare? Che ricordo avete di Burroughs?
Abbiamo abbracciato il
concetto di cut up. Questa è la sola connessione con lui
oltre ad aver fatto alcuni gigs insieme ed al muto
rispetto. Il merito di Burroughs è di aver applicato al
testo una tecnica che in musica ha avuto una tradizione
da Stockhausen ad i compositori di musica concreta,
specie in Francia.
Nel 1982 al Festival del
teatro di Polverigi avete messo in scena The Ghost Sonata
unopera senza parole basata su un dramma di
Strindberg rielaborato da Tong e realizzato con
unorchestra di quindici elementi. Avete preparato
qualcosa per questa occasione? Che ricordo avete di
quellesperienza?
Sono un fan di Ghost
Sonata, ma lo show era molto ambizioso e noi non avevamo
abbastanza perone nella crew per gestire quello che
accadeva e lo spettacolo è stato lunghissimo. Il Video
ed il CD sono venuti molto bene ma stare sul palco è
stata una vera tortura. Non abbiamo preparato niente di
specifico per levento ma abbiamo del nuovo
materiale. Due mesi fa siamo stati invitati Steve ed io a
Tel Aviv per comporre della musica e ci è sembrato molto
interessante coinvolgere Blaine in questo progetto. Poi
abbiamo suonato dal vivo i nuovi brani a Tel Aviv ed in
Grecia.
Dopo una carriera tanto
lunga ed aver attraversato varie trasformazioni del mondo
musicale intorno a voi quale ruolo attribuisci alla
vostra musica allinterno dellattuale panorama
musicale?
Siamo un rimedio
omeopatico. Abbiamo avuto scarso riconoscimento ma, a
livello subliminale ed inconscio unaltissima
influenza. Oggi in molti si sono orientati verso il
multimediale, hanno usato drum machine, ma noi per primi
abbiamo esplorato luso delle drum machine e quando
portavamo le nostre idee in sala dincisione gli
ingegneri del suono si volevano ammazzare e dicevano
"che state facendo?". Noi abbiamo tenuto duro
ed ora vediamo che è normale usare sequencer e sassofoni
sul palco. Non so se sia un effetto che abbiamo provocato
o uninfluenza. È comunque nella storia della
musica che noi venti anni fa abbiamo esplorato questo
spettro della musica.
Quale è lorigine
del nome "Tuxedomoon"?
Quello che si vuole, è
solo una parola , come poesia . Non cè
significato, e se cera un significato non era
chiaro. Il fatto che non sia chiaro è indicativo che non
cè un significato preciso dietro.
Hai dimestichezza con
Internet? Cosa ne pensi? Credi che il mezzo usato
influisca sullo sviluppo del linguaggio artistico?
Si, uso Internet. Anzi,
faccio Internet: mi occupo di grafica per Internet. Sono
molto interessato ad Internet perché lo considero, in
prospettiva, il miglior modo per distribuire programmi,
musica e media. Ma ora è lenta, molto lenta, tutto deve
ancora arrivare abbiamo Real audio, Real video ma sono
applicazioni su computer di media già conosciuti.
Internet da un certo
punto di vista è come la televisione: hai tantissimi
canali ma il 90% di questi è pura spazzatura ed io non
capisco perché. Ci sono così tante possibilità. Si
potrebbero sviluppare nuove figure editoriali ed un nuovo
modo di usare i media. Ma tra linvenzione del
motore a scoppio e la costruzione della Ford T è
trascorso lo stesso tempo che dal lancio della Apple ad
oggi. Come allora, oggi non è ancora sviluppato ed
esplorato il modo in cui Internet può funzionare e
questo è qualcosa che si deve ancora sviluppare, col
tempo.
Dal punto di vista
tecnico penso che potremo avere a casa dei semplici
terminali mentre il software e lhardware saranno
sulla rete. Questa la vedo come una possibilità che
però non sarà realizzabile che tra un lustro. Dal punto
di vista artistico si potranno sviluppare nuovi linguaggi
mentre oggi vengono solo fusi insieme in una forma di
crossover musica-immagini-pittura tridimensional; non è
lavvento di un nuova risorsa .
Come ogni tecnologia va
esplorata ed usata allinizio per tastarne il
terreno scoprirne i confini ed essere creativi. Ancora di
più Internet perché non diventi terra di conquista di
società commerciali e si trasformi in un semplice
mercato. Quello che posso dire è che incoraggio tutti ad
entrare in rete, aprire una rivista e fare qualcosa...
Giuseppe Episcopo
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