Che
simpatico, è un dittatore
Paragonare
Bossi a personaggi storici di infausta memoria non ha
senso. Ma certi atteggiamenti della Lega e del suo leader
ricordano le prime infiltrazioni dellideologia
nazi-fascista: linguaggio violento, difesa aggressiva,
razzismo, disprezzo per gli intellettuali. Così se
spesso certe manifestazioni del Carroccio sanno più di
folklore e provocazione, il pericolo è che i germi
dellintolleranza mettano radici. Che sradicare,
poi, può essere molto difficile
Bossi non ispira terrore.
Appare come un ometto qualunque, infagottato nei suoi
panni ruvidi e nei suoi gesti impacciati. A volte
lometto diventa rosso di rabbia, urla villanamente
minacce apocalittiche, proclama progetti prometeici. Pare
che voglia trasfigurarsi in un futuro luminoso: la nuova
patria del suo "imbattibile" popolo padano.
A quanto pare, esiste un popolo
padano che desidera autodeterminarsi. Un popolo che vanta
un grande condottiero. Un condottiero che snocciola
banalità inaudite e pretese cosmiche, con un bel vocione
rauco. Gli avversari non hanno difficoltà a definirlo un
patetico buffone. Pretende di condurre moltitudini,
spezzare le catene di un popolo oppresso, ma non riesce
neppure a bucare uno schermo. Devo confessare che a me
Bossi è sempre stato simpatico. Milioni scendono in
piazza, a Milano e a Venezia, e lui fa spallucce. Cosa
sono quattro gatti, di fronte alle magnificenti
moltitudini che risiedono nei vasti territori della
Padania? Ci vuole fegato per produrre affermazioni del
genere.
Lo scrittore inglese
George Orwell nel 1940 scriveva che non riusciva a
provare antipatia per Hitler. Una dichiarazione del
genere sembra quanto meno stravagante, se si pensa ai
danni causati allepoca dai bombardamenti tedeschi.
Infatti Orwell non si scordava di puntualizzare che se
solo avesse avuto sottomano il capo supremo del Terzo
Reich, lavrebbe ucciso senza pensarci due volte. Ma
non si sarebbe trattato di un fatto personale. Secondo
Orwell, Hitler non aveva laspetto del mostro
sanguinario, anzi. Aveva laria di un povero uomo,
qualcosa nel suo volto induceva alla pietà. " ...un
volto patetico, con uno sguardo da cane, il volto di uno
che soffre per gli innumerevoli torti ricevuti. In forma
leggermente più virile, riproduce lespressione di
infiniti quadri del Cristo crocifisso e non cè
dubbio che è così che Hitler si vede".
Orwell ammette di essersi
illuso qualche anno prima che Hitler non fosse una
persona importante, soprattutto a causa del suo aspetto
patetico. Ma non era stato di certo lunico a
sottovalutare le potenzialità delluomo dai
baffetti. Anzi, allepoca quasi nessuno laveva
preso sul serio. I conservatori inglesi in un primo
momento speravano che sarebbe servito a tenere a bada i
bolscevichi. Lo scrittore Curzio Malaparte aveva definito
Hitler la brutta copia di Mussolini. Il partito
socialdemocratico tedesco non si preoccupò
eccessivamente quando, nel 1933, Hindemburg nominò
Hitler cancelliere. Dopotutto, nemmeno Bismark era
riuscito a distruggere il partito socialista più forte
dEuropa.
I conservatori che
facevano parte del governo di Hitler erano sicuri di
riuscire a normalizzarlo. Contavano di usare
lascendente che lometto baffuto aveva sulle
masse per riuscire a tenere a bada i "rossi".
Loro erano uomini politici esperti, uomini di cultura e
di potere dallabilità consumata. Lui era un
pittore fallito, un soldato semplice dal curriculum
scolastico assai misero, un outsider. Non era nemmeno
tedesco, ma di origini austriache.
Invece il signor nessuno
riuscì a far piazza pulita dei suoi avversari in un
batter docchio, usando sistemi molto efficaci.
Socialisti, comunisti, alleati conservatori, furono tutti
divorati in un sol boccone dalla feroce determinazione
delle camice brune, delle SS e della Gestapo. La brutta
copia di Mussolini conquistò in pochi mesi un potere che
il duce non era riuscito ad ottenere dopo dieci anni di
dittatura. Nessun Gran Consiglio del Fascismo riuscì
più a destituirlo. Luomo dai baffetti, che aveva
iniziato la sua carriera in un insignificante partitucolo
della Baviera, scatenò poi una guerra che costò la
morte di circa 55 milioni di uomini.
Desidero puntualizzare che
non penso affatto che Bossi sia come Hitler. Per fortuna,
non si parla di sterminio o di conquiste del mondo da
parte della razza padana. I leghisti non mirano ad
espandersi, ma al contrario a rinchiudersi in un
piccolissimo pezzo di terra. Ma laspetto quasi
comico del senatur, così come la rozza liturgia del
movimento leghista, con i suoi panni verdi e i suoi miti
di cartapesta, non devono trarre in inganno. Non bisogna
scordare che qualche episodio inquietante cè già
stato. Non credo che sia stato eccessivo scendere in
piazza a manifestare contro chi vuole spezzare
lunità dItalia.
Forse quelle camicie sono
una stratagemma studiato per far paura, per richiamare
alla memoria fantasmi non ancora sopiti, per far
immaginare muscoli e denti che non ci sono. Forse Bossi
in realtà è un distinto e raffinatissimo signore, che
gioca abilmente a fare il capopopolo ruspante e violento.
Forse ci sta prendendo astutamente per i fondelli.
Tuttavia i bisogni e le proteste che si nascondono dietro
le provocazioni della Lega vanno presi sul serio, anche
se si manifestano in modo pittoresco e spesso ridicolo.
Vicino a noi, nel
territorio della ex Iugoslavia, possiamo ritrovare ancora
intatto tutto lorrore che aveva scatenato la
seconda guerra mondiale. I miti della razza, il culto
della violenza e della forza fisica, il disprezzo per
tutto ciò che sa di intellettuale, la difesa aggressiva
del territorio: tutto questo è presente anche nelle
rivendicazioni del "popolo del Nord". Bossi non
è Hitler, ma i germi che hanno dato vita al nazismo sono
ancora vivi e vegeti e pericolosi.
Per chi vuole conoscere
meglio la Lega:
http://www.mix.it/eurispes/EURISPES/175/2a.asp
Antonella Di Martino
|