Index SPORT - Novembre 1997

Brava Ferrari, ma Villeneuve era meglio

Tra eccessi di entusiasmo prima e critiche feroci poi si è concluso uno dei campionati di F1 più incerti degli ultimi anni. Che al di là dell’episodio di Jerez che ha fatto scoprire il volto anche troppo umano di Schumacher, ha in realtà consacrato in Villeneuve e nella Williams il pilota e la macchina più forti

Il mondiale di F.1 si e’ concluso con la vittoria meritata di Jacques Villeneuve, figlio di Gilles, che fece sognare una generazione di ferraristi. Ma questa vittoria ottenuta all’ultima gara stagionale, a Jerez, in Spagna, rimarra’ impressa nella storia per "l’errore" di Schumacher, considerato fino al 48° giro di questo grand prix il miglior pilota assoluto dalla morte di Senna.

Fino a quel fantomatico giro Schumacher aveva condotto la gara in testa, dopo il secondo pit stop pero’ Villeneuve, secondo, inizia ad avvicinarsi e improvvisamente alla Dry Sack se lo trova al fianco. Una ruotata improvvisa per sbatterlo fuori, ma e’ il tedesco a trovarsi nella sabbia. La piu’ brutta figura rimediata nella sua carriera. L’ha fatto apposta o e’ stato vittima di un errore di valutazione, il robot che improvvisamente diventa umano e sbaglia quando si trova pressato da un avversario sottovalutato? Credo alla seconda ipotesi, perche’ e’ quasi impossibile premeditare una mossa simile in un millesimo di secondo. E’ anche vero che in quel millesimo si e’ giocato la faccia, ha fatto fare brutta figura alla Ferrari, che ha lavorato benissimo durante tutta la stagione e ha fatto sobbalzare gli sponsor, che si sa tengono parecchio alla loro immagine.

A rovinare il tutto pero’ e’ sempre la solita pressione che ruota attorno alla Ferrari, che vive una specie di "maledizione" da 18 anni, tanto e’ lo spazio di tempo in cui la prestigiosa casa del Cavallino non vince piu’ il mondiale. E’stato anche un peccato di presunzione della Ferrari, di riconoscere che la Williams era nell’insieme la monoposto piu’ performante, ma con la convinzione di avere loro il miglior pilota. Invece a far la differenza e’ stato proprio il pilota, quel Jacques Villeneuve considerato ancora inesperto per avere il carattere di mantenere i nervi saldi nel momento decisivo. Dimenticando che aveva gia’ vinto Indianapolis e un campionato di F. Indy, ora Cart, che nel suo primo anno d’esordio, l’anno scorso, era arrivato secondo in classifica finale.

Eddie Irvine, che e’ tollerato con diffidenza in Ferrari, aveva ricevuto il compito di provocare Villeneuve in pista, direi anche in modo stupido e poco sportivo, ma che e’ l’unica cosa che gli riesce bene! Neppure Schumacher e’ totalmente ben visto all’interno del team. Gli dedicano attenzione perche’ ha saputo organizzare al meglio la squadra, per troppo tempo disorganizzata, senza un vero leader. E’ anche vero che al di la del lauto ingaggio, il tedesco e’ una persona abbastanza presuntuosa che vuole dettare legge e alla Ferrari la cosa va un po’ stretta. Nella casa del Cavallino, e non solo, ci tengono a vincere piu’ per merito della squadra che del pilota. Se Schumy avesse vinto il terzo titolo, tutti avrebbero ammesso che era piu’ merito suo che del team. Senza contare che gia’aveva battuto cassa per chiedere in anticipo un premio vittoria.

Qualcuno ha addirittura abbozzato l’idea che sia stato Maranello a consigliare il suo pilota di sbattere fuori l’avversario, se andava male, cosi’ com’e’ successo, la colpa sarebbe stata solo sua. Perche’ il team ha lavorato bene tutto l’anno riuscendo a ridurre il gap tecnico nei confronti della Williams.

In Ferrari erano convinti che le Williams avessero qualcosa di irregolare soprattutto dopo la decisione della Renault (tre titoli in tre anni!) di utilizzare a Jerez un nuovo propulsore piu’potente, che necessitava di nuovi accorgimenti aerodinamici da parte della scuderia inglese, motore che tra l’altro e’stato utilizzato solo in prova. Ma anche in Williams erano convinti della poca regolarita’ della Ferrari, in particolare riguardo l’acceleratore elettronico che gli permetteva partenze perfette senza far pattinare le gomme. Sembravano gia’ pronte le carte da presentare in commissione contro le reciproche irregolarita’, poi l’esito della gara ha consigliato ad entrambi di lasciar perdere.

Ma il fattaccio finale, che ha fatto ironizzare i giornali inglesi nei confronti sia del team che del pilota, auspicando una giusta punizione dalla Fia che si riunira’ in assemblea straordinaria l’11 novembre per analizzare l’incidente, deve far riflettere anche la stampa italiana, che ha esaltato la possibile vittoria in modo esagerato prima che il verdetto della pista avesse consegnato il reale vincitore. Villeneuve e’ stato platealmente snobbato, considerando anche la sua ingiusta squalifica a Suzuka. Poi si e’ esagerato nelle critiche a Schumacher, che e’ riuscito a rompere anche il giocattolo creato ad arte dai nostri media. Con quella poca serieta’ che sembra aleggiare in F.1: non dimentichiamo che a decidere e’ sempre la gara e gli uomini che vanno in pista. Piloti si’, ma con tutte le debolezze umane.

Onore con sportivita’ al vincitore, ma anche alla Ferrari. In fin dei conti e’ stato un campionato esaltante come da tempo non si vedeva e chi ama questo sport, al di la delle simpatie personali, si e’ senz’altro divertito.

Marina Beccuti