
Brava
Ferrari, ma Villeneuve era meglio
Tra
eccessi di entusiasmo prima e critiche feroci poi si è
concluso uno dei campionati di F1 più incerti degli
ultimi anni. Che al di là dell’episodio di Jerez
che ha fatto scoprire il volto anche troppo umano di
Schumacher, ha in realtà consacrato in Villeneuve e
nella Williams il pilota e la macchina più forti
Il mondiale di F.1 si e’
concluso con la vittoria meritata di Jacques Villeneuve,
figlio di Gilles, che fece sognare una generazione di
ferraristi. Ma questa vittoria ottenuta all’ultima
gara stagionale, a Jerez, in Spagna, rimarra’
impressa nella storia per "l’errore" di
Schumacher, considerato fino al 48° giro di questo grand
prix il miglior pilota assoluto dalla morte di Senna.
Fino a quel fantomatico
giro Schumacher aveva condotto la gara in testa, dopo il
secondo pit stop pero’ Villeneuve, secondo, inizia
ad avvicinarsi e improvvisamente alla Dry Sack se lo
trova al fianco. Una ruotata improvvisa per sbatterlo
fuori, ma e’ il tedesco a trovarsi nella sabbia. La
piu’ brutta figura rimediata nella sua carriera.
L’ha fatto apposta o e’ stato vittima di un
errore di valutazione, il robot che improvvisamente
diventa umano e sbaglia quando si trova pressato da un
avversario sottovalutato? Credo alla seconda ipotesi,
perche’ e’ quasi impossibile premeditare una
mossa simile in un millesimo di secondo. E’ anche
vero che in quel millesimo si e’ giocato la faccia,
ha fatto fare brutta figura alla Ferrari, che ha lavorato
benissimo durante tutta la stagione e ha fatto sobbalzare
gli sponsor, che si sa tengono parecchio alla loro
immagine.
A rovinare il tutto
pero’ e’ sempre la solita pressione che ruota
attorno alla Ferrari, che vive una specie di
"maledizione" da 18 anni, tanto e’ lo
spazio di tempo in cui la prestigiosa casa del Cavallino
non vince piu’ il mondiale. E’stato anche un
peccato di presunzione della Ferrari, di riconoscere che
la Williams era nell’insieme la monoposto piu’
performante, ma con la convinzione di avere loro il
miglior pilota. Invece a far la differenza e’ stato
proprio il pilota, quel Jacques Villeneuve considerato
ancora inesperto per avere il carattere di mantenere i
nervi saldi nel momento decisivo. Dimenticando che aveva
gia’ vinto Indianapolis e un campionato di F. Indy,
ora Cart, che nel suo primo anno d’esordio,
l’anno scorso, era arrivato secondo in classifica
finale.
Eddie Irvine, che e’ tollerato
con diffidenza in Ferrari, aveva ricevuto il compito di
provocare Villeneuve in pista, direi anche in modo
stupido e poco sportivo, ma che e’ l’unica cosa
che gli riesce bene! Neppure Schumacher e’
totalmente ben visto all’interno del team. Gli
dedicano attenzione perche’ ha saputo organizzare al
meglio la squadra, per troppo tempo disorganizzata, senza
un vero leader. E’ anche vero che al di la del lauto
ingaggio, il tedesco e’ una persona abbastanza
presuntuosa che vuole dettare legge e alla Ferrari la
cosa va un po’ stretta. Nella casa del Cavallino, e
non solo, ci tengono a vincere piu’ per merito della
squadra che del pilota. Se Schumy avesse vinto il terzo
titolo, tutti avrebbero ammesso che era piu’ merito
suo che del team. Senza contare che gia’aveva
battuto cassa per chiedere in anticipo un premio
vittoria.
Qualcuno ha addirittura
abbozzato l’idea che sia stato Maranello a
consigliare il suo pilota di sbattere fuori
l’avversario, se andava male, cosi’
com’e’ successo, la colpa sarebbe stata solo
sua. Perche’ il team ha lavorato bene tutto
l’anno riuscendo a ridurre il gap tecnico nei
confronti della Williams.
In Ferrari erano convinti
che le Williams avessero qualcosa di irregolare
soprattutto dopo la decisione della Renault (tre titoli
in tre anni!) di utilizzare a Jerez un nuovo propulsore
piu’potente, che necessitava di nuovi accorgimenti
aerodinamici da parte della scuderia inglese, motore che
tra l’altro e’stato utilizzato solo in prova.
Ma anche in Williams erano convinti della poca
regolarita’ della Ferrari, in particolare riguardo
l’acceleratore elettronico che gli permetteva
partenze perfette senza far pattinare le gomme.
Sembravano gia’ pronte le carte da presentare in
commissione contro le reciproche irregolarita’, poi
l’esito della gara ha consigliato ad entrambi di
lasciar perdere.
Ma il fattaccio finale,
che ha fatto ironizzare i giornali inglesi nei confronti
sia del team che del pilota, auspicando una giusta
punizione dalla Fia che si riunira’ in assemblea
straordinaria l’11 novembre per analizzare
l’incidente, deve far riflettere anche la stampa
italiana, che ha esaltato la possibile vittoria in modo
esagerato prima che il verdetto della pista avesse
consegnato il reale vincitore. Villeneuve e’ stato
platealmente snobbato, considerando anche la sua ingiusta
squalifica a Suzuka. Poi si e’ esagerato nelle
critiche a Schumacher, che e’ riuscito a rompere
anche il giocattolo creato ad arte dai nostri media. Con
quella poca serieta’ che sembra aleggiare in F.1:
non dimentichiamo che a decidere e’ sempre la gara e
gli uomini che vanno in pista. Piloti si’, ma con
tutte le debolezze umane.
Onore con sportivita’
al vincitore, ma anche alla Ferrari. In fin dei conti
e’ stato un campionato esaltante come da tempo non
si vedeva e chi ama questo sport, al di la delle simpatie
personali, si e’ senz’altro divertito.
Marina Beccuti
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