DONNE
NELLARTE (14)
Scolpire e
danzare il teatro
Regina Bracchi e Giannina Censi
Ambedue
queste artiste, che nel corso della loro carriera, si
incontrano solo tangenzialmente nel mondo del teatro e
nellambito delle nuovissime e
"trasgressive" proposte futuriste, affondano le
loro radici culturali nella musica:
Regina Bracchi (Mede
Lomellina, Pavia 1894 - Milano 1974), dopo studi musicali
e il conseguimento del diploma allAccademia di
Belle Arti di Brera, inizia le sue prime esperienze nel
campo della scultura; Giannina Censi (Milano 1913 -
Voghera 1995), già figlia di musicisti, sceglie la danza
e inizia a studiare con maestri che gravitano attorno
alla Scala di Milano, incluso il trainer dei Ballets
Russes di Diaghilev.
Dopo un esordio in stile
ellenizzante nelle tragedie classiche, nel 1929, la
ballerina è a Parigi ed è presto in contatto con gli
ambienti futuristi: in una memorabile serata al Castello
Sforzesco, danza "Oppio" e "Grottesco
Meccanico", a fianco delle letture di Bragaglia,
Buzzi, Spano. La sua fama di artista futurista è
consacrata nel 1931, con linterpretazione di
"Simultanina" di Filippo Tommaso Marinetti e
poi con altre aerodanze e tereodanze, senza musica,
ancora sulla voce di Marinetti e sui dipinti di
Prampolini.
La carriera di scultrice futurista
della Bracchi, che in arte è soltanto Regina, si
sancisce con la sua adesione al Manifesto tecnico
dellaeroplastica, nel 1933. Con il gruppo di
artisti futuristi partecipa alle Biennali di Venezia e
alle Quadriennali di Roma, affiancando alla ricerca
plastica sperimentazioni di riprese filmiche e di
scenografie che, nel 1936, prendono forma in una sequenza
di fotogrammi astratti presentati a Como,
nellambito di una manifestazione cinematografica,.
In quegli stessi anni
Giannina Censi danzava opere futuriste a Napoli e a
Padova, interpretando liriche di Fortunato Depero:
"Il vento" e "Macchina Monella".
Poi, la guerra induce
ambedue ad una forzata pausa di riflessione, seppure non
priva di attività.
La Censi, che durante gli
anni del conflitto si era dedicata al teatro leggero e
allattività di sarta e di modista, alla fine del
periodo bellico imbocca con passione e talento la via
dellinsegnamento, aprendo scuole al Casino di
Sanremo, a Genova, Nervi, Rapallo, Milano, Voghera e
divenendo unantesignana della ginnastica della
terza età, contemporaneamente rivedendo in modo critico
la sua esperienza futurista.
Anche Regina si applica
alla ricerca di nuovi modi espressivi: aderisce nel 1951
al MAC (Movimento Arte Concreta) e realizza in
questambito strutture astratte in materiali nuovi,
come il plexiglass colorato e il rodoid. Negli Sessanta
il suo lavoro procede nel tentativo di inseguire la
geometria della natura e lartista riesce persino a
sperimentare una tradizione della musica con il segno:
"Cerco di superare la confusione che regna nella
maggior parte dellarte moderna - scrive di sé -,
con strutture limpide e serene. Così io vedo il
mondo".
G.G.
|