IL SACRO
NELLARTE: la rappresentazione simbolica e
naturalistica relativa alla iconografia della
TRINITA
Nellarte più
primitiva, in una fase anteriore a quella in cui la
pittura, in modo particolare, ne desse una connotazione
maggiormente descrittiva e naturalistica, la
rappresentazione della Trinità cristiana viene espressa
sovente attraverso simboli. Ciò è dovuto essenzialmente
alla natura complessa del tema: un solo Dio in tre
Persone, che si distinguono tra loro soltanto come
relazioni opposte e non per la loro esistenza né per la
loro essenza e alle quali sono attribuite rispettivamente
le operazioni di potenza (il Padre), di intelligenza (il
Verbo) e damore (lo Spirito Santo).
Ovviamente luso del
simbolo, oltre che mantenere un rapporto più stretto con
il concetto astratto del sacro, risponde assai meglio
alle esigenze di sintesi e di chiarezza, nel corso di un
lungo periodo di tempo: il periodo paleocristiano, prima,
e, successivamente, il Medioevo, in cui luomo aveva
del tutto perduto la conoscenza delle strategie della
rappresentazione e specialmente della rappresentazione
del trascendente.
I simboli più frequenti
sono:
- il triangolo
equilatero
- il trifoglio
- un insieme che
comprende il trono (potenza), il libro
(intelligenza) e la colomba (amore)
- una croce con il
Padre alla sommità, il Figlio al centro e lo
Spirito Santo alla base
- tre cerchi
intrecciati che esprimono la loro comune
infinità
- un gruppo di tre
angeli, della stessa statura, che ricordano
lapparizione ad Abramo sotto il
querceto di Mamre [Genesi, 18, 1-5].
Il soggetto trinitario
inizia ad essere rappresentato in modo sempre più
naturalistico, man mano che si esce dal Medioevo e che le
tecniche rappresentative si scaltriscono, riscoprendo
forme che avevano servito, nellantichità classica,
altri principi ed altre divinità; probabilmente giova
allo sviluppo di questo nuova espressione iconografica
anche la maggior capacità dei fedeli (e dei committenti
delle opere) di individuare con chiarezza i concetti
relativi al complesso e fondamentale dogma della
Trinità.
1. GIOVANNI DA BOLOGNA - Trinità
- seconda metà del XIV secolo. Affresco, Treviso chiesa
di S.Caterina
Pur mutilo nella parte superiore e rovinato
da manomissioni e scialbature successive, questo affresco
mantiene inalterata tutta la sua forza plastica ed
espressiva: nella massa corposa della figura del Padre,
sul cui petto si staglia la bella e tornita colomba,
simbolo dello Spirito Santo, e soprattutto nel Cristo
crocifisso nel quale sono riassunti gli stilemi della
miglior lezione giottesca. La grazia abbandonata del capo
sul petto e le ciocche di capelli che scivolano in
avanti, le braccia tese esilissime, offrono una
interpretazione molto umana del Cristo
"patiens", cui si aggiunge il peso di una
fisicità che rende maggiormente drammatico il suo
sacrificio.
La "mandorla"
chiara, nella quale sta inserito il gruppo, ha una
precisa definizione gotica che colloca i personaggi in
una condizione a-spaziale e a-temporale; tuttavia la
trasgressione dei limiti della campitura, costituita
dalla mano del Padre e dalla parte terminale della croce
che Egli regge, è una voluta e meditata affermazione di
una nuova condizione "umana".
2. TURONE - Polittico
della Trinità - 1360. Tempera su tavola, Verona
Museo di Castelvecchio
Si tratta dellunica opera firmata e
datata di questo artista lombardo. Essa proviene dalla
chiesa veronese della Trinità ed offre una indicazione
del gusto trecentesco nella rappresentazione di questo
soggetto. Il coloratissimo polittico è completato in
alto da una cuspide con lincoronazione della
Vergine e alle sommità laterali da due tavolette con
Vergini martiri, (altre due tavolette con la
rappresentazione dellAnnunciazione scoperte da
Federico Zeri in una collezione privata sono state
reintegrate al polittico) ; ai lati si trovano,
adestra S.Pietro e S.Paolo e a sinistra S.Giovanni
Battista e S.Zeno, patrono della città di Verona.
3. MASACCIO - La
Trinità - 1425 c. Affresco, Firenze chiesa di
S.Maria Novella.
Questa è una delle più note ed acclamate
opere che hanno la Trinità come soggetto, summa di tutto
il sapere prospettico che la pittura del Quattrocento
italiano aveva acquisito nel primo scorcio del
Rinascimento.
Oltre alla Trinità sono
rappresentati, sotto la croce, Maria e Giovanni e, più
in basso, i committenti in atteggiamento di preghiera.
Infine, con funzione di base, un altare, sotto il quale
è visibile uno scheletro giacente con la scritta
allegorica "Io fu già quel che voi
siete ; e quel chi son voi ancor sarete".
Non la Trinità come dogma astratto, dunque, ma il
mistero che si rivela alluomo attraverso la
sofferenza di Cristo che lo riscatta anche dalla morte.
4. GIOVANNI BELLINI - Trittico
della Natività, lunetta con la Trinità - 1462/65.
Tempera su tavola, Venezia Gallerie dellAccademia.
Si tratta di uno dei quattro trittici,
collocati in origine sotto il "barco" della
chiesa di S.M. della Carità, che costituiscono una delle
tappe fondamentali dellattività giovanile di
Giovanni Bellini. Nelle quattro tavole, dipinte per la
cappella di Andrea Molin, sono evidenti le ascendenze di
Andrea Mantegna e di Donatello, soprattutto nella
lunetta, dove sul fondo doro, ormai privo del
tradizionale significato di atemporalità e trascendenza,
le figure risaltano a tutto sbalzo, con grande sicurezza
prospettica e calcolati ritmi spaziali. Le modulazioni
del colore, calde e distese, intridono della loro
luminosità anche la tavola centrale, così che la luce
assume il valore rappresentativo della Trinità.
5. RAFFAELLO - Disputa
del Sacramento - 1509. Affresco, Roma Palazzo
Vaticano, Stanza della Segnatura.
Il ciclo di affreschi della Stanza della
Segnatura, iniziato sulla fine del 1509, era terminato
nel 1511.
Il titolo di questo
dipinto, Disputa del Sacramento, non corrisponde al tema
ed è stato determinato da unerrata interpretazione
seicentesca di un passo di Vasari, il quale, dicendo che
gli astanti "disputano sopra lostia che è
sullo altare", intende significare che discutono,
ragionano, constatano, non polemizzano. In sostanza
laffresco rappresenta in basso la Chiesa Militante
e in alto la Chiesa Trionfante con al centro la Trinità.
Fra i personaggi
rappresentati, molti sono stati identificati : a
sinistra Bramante, appoggiato alla balaustra, Francesco
Maria della Rovere, il giovane in piedi che indica verso
laltare ; a destra papa Sisto IV in piedi,
dietro il quale è la testa di Dante, incoronato
dalloro e, più in là, incappucciato e
occhieggiante verso lo spettatore, il Savonarola. Vi
sono, inoltre papi, vescovi, cardinali santi e la
presenza di persone illustri di epoche ed attività
diverse simboleggia la continuità storica della Chiesa e
della verità che essa dimostra e laltezza
intellettuale degli uomini che ne accettano
linsegnamento.
6. ALBRECHT DURER - Adorazione
della Santissima Trinità - 1511. Norimberga
Germanisches Museum (una copia moderna è a Vienna al
Kunsthistorisches Museum)
Si tratta di una delle più
complesse e "italiane" opere del grande maestro
tedesco. La pala fu dipinta su commissione del ricco
mercante Matthaus Landauer per la cappella dedicata alla
Trinità e a Tutti i Santi nella "Casa dei dodici
fratelli", pia istituzione di Norimberga cui
Landauer dedicò la vita e i beni. Essa venne acquistata
nel 1585 da Rodolfo II di Praga, nel 1780 al Belvedere di
Vienna e, infine, nella sede attuale. Si tratta di
unabbagliante apparizione celeste : Dio Padre,
in vesti imperiali, sulla cui testa si libra una colomba,
tiene fra le ginocchia Cristo crocifisso, mentre angeli
disposti a corona gli dispiegano il manto e reggono gli
strumenti della passione. Alla destra di Dio la Vergine
guida le sante martiri e a sinistra il Battista guida
profeti, profetesse e sibille. In basso, a sinistra, i
ecclesiastici guidati da due papi ; a destra i
credenti laici guidati da un imperatore ed un re. Tra
essi molti notabili di Norimberga tra cui, naturalmente,
Matthaus Landauer. Durer ritrae se stesso a lato, accanto
al cartiglio sul quale è scritto "ALBERTUS DURER /
NORICUS / FACIE / BAT ANNO A VIR / GINIS PARTU 1511"
7. DOMENICO BECCAFUMI - Trittico
della Trinità - 1513. Siena Pinacoteca Nazionale.
Il dipinto, primo su tavola pervenuto a noi
di questo pittore che solitamente si esprime attraverso
laffresco, è affiancato da altri due pannelli: a
sinistra i santi Cosma e Giovanni Battista, a destra i
santi Giovanni Evangelista e Damiano. Si tratta della
pala che era stata commissionata dallOspedale
senese di S.Maria della Scala, per laltare della
cappella della Madonna del Manto. Lartista è qui
visibilmente suggestionato dalla pittura di Leonardo e
del Sodoma, ma la sua pittura assume anche caratteri
assai personali quali il generale, inquieto moto delle
forme, gli squilibri ed incertezze nei rapporti e nelle
proporzioni delle figure, gli effetti irreali prodotti
dai violenti passaggi cromatici e la forte tensione
psichica che pervade tutta lopera.
8. BARTOLOMEO LITTERINI - La
SS Trinità, lAddolorata e S Giovanni di Martha
- 1708. Olio su tela, Venezia chiesa della Madonna
dellOrto.
La pala fu commissionata dal pubblico
negoziante Francesco Petrelli, benefattore della chiesa
veneziana di S.Marziale dove originariamente lopera
era collocata, sul primo altare di sinistra. Ora essa si
trova nella chiesa della Madonna dellOrto, sopra
laltare della cappella Vendramin, ricco di marmi
pregiati, a sostituire un S.Francesco dAssisi
scomparso nellOttocento. La Trinità appare, in
tutta la sua drammaticità barocca, alla Vergine
addolorata e a S.Giovanni di Martha, fondatore dei
Trinitari, benemerito per il riscatto degli schiavi.
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