Sexy come un Dobermann
La
top-model Monica Bellucci si cimenta nuovamente nel
cinema nel ruolo di una zingara sordomuta e sensuale
nella pellicola piuttosto violenta firmata da Jan Kounen.
In questa intervista spiega perché non ama le bond-girl,
lavora allestero, ha rifiutato la parte nel film di
Pieraccioni e non vuole fare la "bonazza".
Confermando, comunque, la sua fama di
"antipatica"
Che delusione Monica Bellucci! Bella come il
sole, affascinante e sensuale, dovrebbe fare come il suo
personaggio interpretato in Dobermann di Jan
Kounen: ovvero non parlare. Pronta a discutere
polemicamente di tutto, possiede un piglio da
professoressa di matematica egocentrica. Labbiamo
incontrata in occasione della presentazione del suo
ultimo film Dobermann che, diretto dal regista
francese Jan Kounen, la vede per la terza volta al fianco
del suo compagno, lattore Vincent Cassel.
Signora Bellucci,
Pierce Brosnan si è detto assai dispiaciuto di non
averla avuta al suo fianco nel nuovo 007. Perché - a suo
avviso - le attrici italiane da oltre trentanni (la
prima e ultima fu Daniela Bianchi nel 1963 in Dalla
Russia con amore) non riescono a fare la bond-girl ?
Non penso che la Bond girl
possa essere la più alta meta che unattrice
cinematografica possa raggiungere, mi scusi sa
Lei, dunque, non è
dispiaciuta di essere stata scartata per questo
ruolo ?
No, perché io ho fatto
"James Bond Trash" che è Dobermann.
Perché gira molti film
allestero ?
Vuole che le
risponda ? !
Veramente sì...
Il cinema italiano si muove nel nulla. È
finita la generazione di registi italiani dai venticinque
anni ai quaranta. Abbiamo avuto talenti enormi, ma oggi
non cè più niente. Sia ben chiaro che non è un
problema di talenti, bensì di finanziamenti. Come fa un
giovane regista a girare un film se non oggi nessuno ti
finanzia ?
Non ci sono opere prime e
quelle che ci sono vengono prodotte soltanto nella
prospettiva di venire trasmesse in prima serata. Film
come Dobermann sono dunque esclusi. Oggi, qualcosa
si sta muovendo. Questo governo di sinistra si sta
impegnando per fare delle coproduzioni che permettano
nuovi finanziamenti, però è ancora troppo poco.
È difficile per lei
trovare un ruolo che esca fuori dai cliché della
bella donna ?
Non capisco perché se unattrice è
bella non si pensa che possa essere anche brava e viene
automaticamente relegata al ruolo della
"bonazza" in qualche commedia.
In Europa siamo piene di
attrici bellissime e bravissime : da Isabelle Adjani
a Emmanuele Beart, da Sabrina Ferilli a Francesca Neri.
Cosa pensa di questo
film di Jan Kounen Dobermann ?
È stato un film molto divertente da girare.
Apprezzo molto il talento di Jan Kounen che ho potuto
ammirare - prima di girare il film - grazie a una serie
di cortometraggi che ha girato negli anni passati.
Lei fa la parte di una
zingara sordomuta. È stato difficile?
No, perché sin da piccola
sono stata abituata a muovermi molto per accompagnare le
cose che dicevo. Ho incontrato alcune attrici sordomute e
ho imparato il linguaggio dei gesti. Tra laltro era
anche un modo per uscire fuori dal cliché della
donna bella e misteriosa inventando qualcosa che potesse
risultare inconsueto per il pubblico.
Dobermann è
stato criticato aspramente per le scene di violenza...
Sono sorpresa dal fatto
che qualcuno abbia potuto pensare che quella violenza
sullo schermo fosse "vera". In Giappone il film
non è stato vietato perché assomiglia molto ai loro
fumetti "manga" dove il dolore e la violenza
vengono assimilati a delle icone. Quella del fumetto è
la chiave migliore per leggere questo film.
È vero che ha
rifiutato il film di Pieraccioni ?
Sì, perché non avevo
tempo. Conosco Leonardo nella vita e lo trovo un ragazzo
simpaticissimo. Se un domani mi vorrà in un suo film di
cui mi piacerà la sceneggiatura sarò ben lieta di
parteciparvi. I film di Pieraccioni fanno bene al mercato
del cinema italiano. Non fa male a nessuno che delle
pellicole incassino così tanti soldi.
Come sceglie i ruoli da
interpretare ?
Importantissimo è
lincontro con il regista. Se capisco che questo è
un uomo di cui apprezzo le idee, che mi colpisce per la
sua energia e la sua intelligenza, allora accetto la
parte. Credo sia impossibile decidere di fare un ruolo
leggendo solo una sceneggiatura.
Lei abita tra Roma e
Parigi, perché ?
Parigi è stata una scelta
di sopravvivenza artistica. Io amo Roma, perché la
considero una città fuori dal mondo. Adoro svegliarmi,
andare a Piazza Navona a mangiare un cappuccino e un
cornetto leggendo i giornali. Trovo rilassante
latmosfera di questa città. Parigi è, però,
unaltra cosa. È una città che attinge energie da
tutto il mondo e che eppure mantiene unottima
qualità della vita, a differenza di New York che trovo
invivibile. Parigi è il meglio di entrambe le cose.
Marco Spagnoli
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