Hollywood,
cercasi nemico
Caduto
l"Impero del Male" comunista da sempre
fonte di ispirazione per il cinema Usa fin dagli anni
50, adesso il cattivo nei film non esiste più.
Così dopo aver provato con psicopatici vari e qualche
fiacco gruppo terrorista, il filone si è esaurito. Tanto
che gli unici avversari degni di rispetto degli ultimi
anni sono i poveri alieni. Con uneccezione:
lultimo 007 che combatte contro un magnate dei
media. Che non è Berlusconi
Può sembrare inutile
dirlo, ma il muro di Berlino e caduto. Tutti quanti
abbiamo applaudito alla vista delle immagini che
segnavano la fine di unepoca e - chissà - forse
anche i produttori americani, imbevuti di
"reaganomics" avranno brindato a un nuovo
inizio (lennesimo di questo secolo) per la storia
europea.
Eppure, oggi, a oltre sette anni di
distanza probabilmente quegli stessi magnate
hollywoodiani non sarebbero cosi entusiasti. Gli
Usa, infatti, non hanno più un vero nemico credibile e
questo - almeno al cinema - può dare non pochi problemi.
Unindefinita potenza
araba, questo o quel dittatore non entusiasmano un
pubblico abituato al Grande Satana, a quellImpero
del Male che per oltre Cinquanta anni ha imbevuto e
impastato pellicole di guerra, spionaggio e perfino
damore. Che fare? Loperazione
"Lazzaro", ovvero risuscitare la Russia e il
suo arsenale nucleare grazie a un manipolo di terroristi
o di ribelli che non accettano il "nuovo
disonorevole presente" e quello più tentato e
- forse - meno riuscito.
Air Force One con Harrison
Ford nei panni di un temerario e quantomai attivo
Presidente degli Stati Uniti e il più fulgido
esempio di questo tentativo maldestro di scrivere la
storia a uso e consumo degli spettatori cinematografici.
In tal senso la scena più significativa e quella
in cui il Generale russo ribelle viene liberato dalla
più infima prigione moscovita e mentre sta per andarsene
tutti i criminali chiusi in carcere intonano lieti non -
come sarebbe comprensibile - linno sovietico,
bensì lInternazionale, trasformando il significato
dellazione da "vagamente storico a
"meramente politico". Come dire: abbasso il
comunismo! Ma il comunismo - a parte a Cuba e in Cina -
non cè più nemmeno a Tirana. E - forse - proprio
da una considerazione analoga è partito Dustin Hoffman,
che ha prodotto un film in cui recita lui stesso nei
panni di un Presidente degli Usa gay che dichiara guerra
proprio allAlbania.
Se in quel film assurdo che è il
Santo di Philip Noyce, con un Val Kilmer
ladro-gentiluomo pronto a intralciare un politico
nazionalista russo che vuole affamare lintero paese
per i suoi loschi scopi, in The peacemaker (peraltro
un ottimo film) un generale ribelle fa esplodere
addirittura un ordigno atomico! E non sono ancora troppo
lontani i tempi in cui Rambo III di Stallone fu un
fiasco perché essendo stato ambientato in un Afghanistan
occupato dai sovietici, la pellicola uscì quando i russi
si erano già completamente ritirati dal paese asiatico.
Quindi risulta chiaro che il
pubblico cerca unidentificazione. LIraq,
lIran, la Libia sono poca cosa per un popolo che
sente il bisogno di misurarsi con un nemico davvero
allaltezza. Ecco, dunque, spiegato il motivo del
successo di film come Indipendence Day di Roland
Emmerich in cui lesercito statunitense si misura
con una potenza aliena o - meglio ancora - Starship
troopers di Paul Verhoven in cui un esercito
supertecnologico si confronta con dei super insetti.
Insomma, lungi dal pensare
che i soldi hollywoodiani riescano a fabbricare anche dei
nemici, che dire dellultimo 007 con Pierce Brosnan
il cui nuovo nemico è un magnate dei Media? Che siano
davvero le televisioni, gli indici di ascolto, gli
incassi al botteghino, gli ultimi veri nemici da
sconfiggere?
Marco Spagnoli
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