Leffetto
freezer
Alcuni
scienziati stanno elaborando una teoria sulleffetto
serra dai risultati paradossali: laumento della
temperatura invece di afa e deserti potrebbe portare una
nuova era glaciale. Soprattutto in Europa. Colpa di una
corrente oceanica che serve a mantenere mite il clima sul
Vecchio Continente: senza di lei diventiamo un
frigorifero. Soluzioni? Una, ma sembra una barzelletta:
costruire una diga di 30 chilometri sullo Stretto di
Gibilterra
Il dato certo è che la temperatura
mondiale si sta alzando. Una media di mezzo grado, per
ora. Ma già nel giro di una decina danni potrebbe
arrivare a 1,5-2 gradi. E fra 100 anni a 3,5-5 gradi in
più. Un futuro di afa asfissiante? Da qualche parte si.
Ma forse non in Europa, che anzi secondo alcuni
ricercatori potrebbe diventare paradossalmente una vera e
propria ghiacciaia. Magari mentre nelle zone più a Sud
(Sicilia, Andalusia, Grecia) farà la sua comparsa il
deserto.
Ovviamente la colpa di
tutti questi pasticci è sempre leffetto serra, lo
stesso che ne giro di qualche decennio (e per qualche
regione anche meno) potrebbe mandare sotto acqua
arcipelaghi interi, città costiere di mezza California
nonché Venezia, che comunque già da anni sta facendo le
prove.
Ma perché mentre la
temperatura aumenta lEuropa rischia un possibile
congelamento? Tra Polo sud e Polo nord e tra i vari
oceani è un continuo scorrere di correnti, un fenomeno
che serve a mantenere stabile il tempo sulla Terra (vedi
lesempio di El Nino, che è una corrente anomala:
la sua comparsa infatti provoca la rottura degli
equilibri). Lipotesi è che leffetto serra e
laumento della temperatura interferiscano su questo
equilibrio, e una delle conseguenze potrebbe essere il
gelo sul Vecchio Continente. Spiega Wallace Broecker,
dellOsservatorio terrestre della Columbia
University di Palisades (New York): "Oggi viviamo in
un sistema climatico che può brutalmente passare da uno
stato allaltro". Scaricando
nellatmosfera grandi quantità di gas come
lossido di carbonio prodotto dalla combustione dei
derivati del petrolio "è come se stessimo
conducendo un gigantesco esperimento che potrebbe avere
effetti devastanti. Insomma stiamo giocando con una
bestia rabbiosa: un sistema climatico che ha già
mostrato di essere molto suscettibile
".
Secondo Broecker gli studi
sugli strati profondi di ghiaccio che risalgono a 110
mila anni fa dimostrano che il clima tende a cambiare
drasticamente circa ogni mille anni. E che tra 10-20 anni
potrebbero verificarsi in modo repentino fenomeni come
glaciazioni, piogge torrenziali e abbassamenti della
temperatura. Insomma il paradosso continua: laria
si scalda ma leffetto è che si finisce surgelati.
Il sistema funziona così: le
correnti oceaniche sono controllate dalla temperatura e
dal tasso salino dellacqua. Le acque fredde e
salate sono pesanti e tendono ad andare verso il fondo
delloceano, quelle calde e dolci tendono a salire.
Questo crea delle correnti "convettive", o di
trasporto, che attraversano lintero globo. Le acque
gelide e salate del Nord Atlantico vanno a fondo e,
lavorando come uno stantuffo, muovono la corrente
dallAmerica fino allEuropa: lacqua più
calda resta in superficie e, spinta da queste correnti,
mantiene mite il clima dellEuropa.
"Senza queste
correnti dice sempre Broecker lEuropa
diventerebbe un frigorifero, con temperature medie
invernali più basse di 7 o più gradi centigradi.
Il clima di Dublino e Londra, per esempio, diventerebbe
simile a quello di Spitsbergen (Norvegia), zona
allinterno del Circolo polare artico".
DallEuropa poi la
corrente convettiva scivola fino allAtlantico
meridionale, passa vicino allAntartide, si
raffredda e diventa più salata, risale verso
lOceano Indiano e Pacifico e torna
nellAtlantico chiudendo il ciclo. E questo
processo che sostiene e i vari cicli stagionali del
clima, dalle piogge al tasso di umidità. "Se queste
correnti fossero modificate lagricoltura mondiale
subirebbe gravi danni". Insomma Broecker pensa che
le correnti convettive oceaniche siano "il tallone
dAchille del clima". Basterebbe, ad esempio,
un leggero aumento della temperatura nel Nord Atlantico
per bloccare la corrente che va verso lEuropa.
Aumento della temperatura causato, magari,
dalleffetto serra. Risultato: lEuropa senza
più le correnti calde superficiali trasportate da quelle
fredde diventa un freezer.
Purtroppo non basta. Cè un
altro scienziato che è pronto a scommettere
sullarrivo anticipato di unaltra era
glaciale, sempre favorita dalleffetto serra. Il
fatto curioso è che Robert Johnson, professore di
geologia e geofisica allUniversità del Minnesota,
arriva allo stesso risultato di Broecker (il blocco della
corrente atlantica o North Atlantic Drift e il
raffreddamento dellEuropa) partendo però dalla
situazione del Mar Mediterraneo. Per Johnson infatti è
in atto una catena di eventi che hanno come punto finale
una bella coltre di gelo su mezzo pianeta. Il
Mediterraneo infatti è sempre meno diluito dai fiumi che
lo alimentano, ridotti allosso nella portata
dallirrigazione dei campi. Vedi, dice lo
scienziato, lesempio del Nilo: oggi solo il 10% dei
suoi 5 mila metri cubi di acqua trasportati ogni secondo
finisce nel mare, il resto viene prelevato per i campi.
Così succede per molti altri fiumi. In più, riecco
leffetto serra, che con laumento della
temperatura provoca maggior evaporazione e quindi maggior
salinità delle acque.
A differenza di qualche
milione di anni fa, ora sono le acque più dense e salate
del Mediterraneo a riversarsi dallo Stretto di Gibilterra
nellAtlantico. Risultato: il mix di acque più
salate scivola fino alle coste ovest dellIrlanda e
fa da "muro" alla corrente calda che arriva dal
Nord Atlantico. Corrente che viene addirittura respinta
indietro. Alla fine lEuropa resta al freddo, e la
North Atlantic Drift respinta al mittente va a scaldare
le coste in genere fredde del Labrador provocando
tempeste, piogge e grandi nevicate. Così leffetto
è doppio: gelo a est e gelo a ovest.
Siamo senza speranza?
Johnson dice di no. Solo che la sua soluzione sembra più
degna di un attacco di megalomania. Visto che tutto nasce
dalle acque del Mediterraneo che escono verso
lAtlantico, dice il geologo americano, basta
chiudere lo Stretto di Gibilterra. Come? Con una piccola
diga di soli 30 chilometri di lunghezza tra Spagna e
Marocco, larga 70 metri e con una apertura di un solo
chilometro. Lacqua dellAtlantico potrebbe
riversarsi nel Mediterraneo ma non il contrario. Un
lavoraccio. E se nessuno ci crede? "Poi sarà troppo
tardi".
Mega diga a parte, anche
se più duno scienziato ritiene le teorie di
Broecker "interessanti", molti dicono che per
ora non cè alcuna prova che laumento
dellossido di carbonio nellatmosfera possa
interferire con le correnti oceaniche. E, anche se in
questo caso i segni ci sono, resta da provare anche
laumento catastrofico del livello dei mari e
conseguente scomparsa di coste e città. Comunque meglio
ricordare che la climatologia è come leconomia:
dopo tutti dicono "lavevo detto", ma le
previsioni in realtà non le azzecca nessuno.
a.m.
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