LItalia?
Farà splash
Alla
Conferenza mondiale sul clima il ministro
dellAmbiente Ronchi si è presentato ad una
conferenza mondiale con un rapporto su come cambierà
lItalia. E si scopre che tra 20-30 anni Venezia
affonderà, le coste adriatiche e tirreniche spariranno,
il Nord sarà super piovoso e il Sud desertico.
Soluzioni? Energie pulite, riciclaggio, industrie
controllate, metano, auto ecologiche. E molti compromessi
Sembra quasi che laspettasse,
unoccasione come questa. Il ministro verde per
lAmbiente Edo Ronchi infatti si è presentato alla
Conferenza mondiale sul clima di Kyoto con la sua bella
ricerca sotto il braccio: forse la prima volta che un
nostro rappresentante ad un meeting planetario non va
solo a fare la bella statuina. O almeno questa volta si
sono mossi per tempo: assieme alla Columbia University,
Goddard Institute for Space Studies della Nasa, Enea, Cnr
e università nostrane dal 1994 hanno provato a disegnare
un possibile scenario futuro del Mediterraneo e
dellItalia sotto lo spauracchio delleffetto
serra. Scenario che non si è rivelato particolarmente
allegro: Venezia e laguna definitivamente sotto acqua,
coste adriatiche e tirreniche divorate, l11 per
cento del Sud allagato. E non tra un secolo, ma tra una
ventina danni.
Secondo la relazione di
Ronchi, soprattutto in questi ultimi tre anni i nuovi
modelli climatici hanno permesso di prevedere
leffetto dei cambiamenti climatici anche a livello
regionale. Lipotesi di base è che le emissioni di
gas serra, senza interventi tampone, nel 2035 porteranno
al raddoppio della concentrazione di CO2, con un aumento
della temperatura media nella zona mediterranea tra i 3 e
i 6 gradi.
Cosa succederà alla nostra piccola
Italia agli inizi del Terzo Millennio? Che al Nord ci si
muoverà con pinne e gommoni e al Sud con i cammelli,
tanto per sintetizzare. Lelenco degli effetti
climatici presentato dal rapporto parte intanto da un
aumento del livello del mare tra gli 8 e i 29 centimetri,
con conseguenti rischi di inondazioni in varie zone. I
pericoli maggiori sono per le isole e lentroterra
di Venezia, dove il fenomeno dellacqua alta
diventerà drammatico: un discorso sono i 30-40
centimetri di adesso, un altro saranno i 70-80 futuri. E
per lunghi periodi di tempo.
Bossi non sarà felice, ma
finirà allagata anche la Pianura Padana, in particolare
in Veneto ed Emilia: la previsione è che spariranno
circa 1100 km quadrati (cioè il 10,2% delle coste del
Nord Italia). Un po meglio nelle zone costiere del
Centro, con 248 km quadrati (il 4,9% del territorio)
inondato. Poi il Sud: in Puglia, Calabria e Sicilia
orientale diventeranno laghi qualcosa come 2850 km
quadrati di coste (l11% del territorio), in
Sardegna 300 km quadrati sommersi (cioè il 5,6% del
totale).
Sempre nella relazione del
ministro Ronchi si traccia landamento generale del
clima. Che è in pratica laccentuazione di quello
che già stiamo vedendo: temporali feroci, grandi caldi,
neve a metri o manco un fiocco. Infatti sono previste
precipitazioni sempre più intense al Nord e Centro con
rischi di dissesto idrogeologico, e aumento dei periodi
di siccità al Sud con inaridimento del suolo e
infiltrazione salina delle falde invase dal mare. Il
tutto comporterà, da Aosta fino ad Agrigento, un sacco
di guai per lagricoltura.
Non basta. Se tutto questo
è vero bisognerà affrontare nuove malattie infettive o
la comparsa di infezioni un tempo limitate ad altre zone
(vedi malaria). Poi, dice ancora il rapporto italiano per
Kyoto, non va dimenticato leffetto delle ondate di
calore sulla popolazione, in particolare quella urbana.
Se già adesso anziani e persone indebolite da malattie
cardiache o polmonari soffrono (ogni anno si contano
decine di decessi per il caldo nelle città), figurarsi
con temperature ancora più torride e afose.
Che fare? Beh, questo è
quello che stanno cercando di decidere in Giappone i 150
Paesi riuniti. Anche se in realtà quello che stanno
cercando è un "ragionevole compromesso" che
metta tutti daccordo, e non la migliore soluzione
possibile. E visto che tra i più restii a tagliare le
emissioni delle industrie ci sono gli Stati Uniti, il
compromesso potrebbe essere al ribasso. LItalia
comunque, assieme al resto dEuropa, è per
interventi forti. Almeno a parole. Nel rapporto del
ministero dellAmbiente comunque ci sono anche le
indicazione sui passi da fare per ridurre le emissioni
gassose: fonti energetiche rinnovabili e pulite, auto
nuove, diffusione del metano, trasporti pubblici
elettrici o più puliti, aumento del traffico
ferroviario, laumento dellefficienza dei
sistemi elettrici, il riciclaggio dei rifiuti.
Un bel problema: già
sarà difficile farlo, in più non è sicuro che
funzioni. E questo mentre alcuni scienziati parlano di
"allarme esagerato", se non addirittura
inesistente. Insomma una specie di allucinazione
collettiva che fa vedere a mezzo mondo un futuro
apocalittico. Tanto la risposta è sempre la stessa: chi
se la sente di rischiare?
Alessandro Mognon
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