E
il cancro ci renderà immortali
La
genetica sta cominciando a capire il meccanismo che
trasforma tranquille cellule normali in frenetiche
cellule tumorali in continua replicazione. E lo
stesso meccanismo che ci fa invecchiare: un orologio
biologico che legge un particolare "calendario"
e decide quando dire stop. Ora gli scienziati pensano di
aver trovato quel calendario. E se riescono a cambiarlo,
il male del secolo sarà sconfitto. E forse luomo
avrà trovato la fontana della giovinezza
Se mai la genetica un giorno
sconfiggerà il cancro, il brindisi dovrà essere doppio:
per la sconfitta della malattia più odiata del secolo e,
forse, per la scoperta della fontana della giovinezza.
Perché, come spiega Jerry Shay, professore di biologia
cellulare e neuroscienze dellUniversity of Texas di
Dallas "se riusciremo a capire come funziona il
meccanismo dellorologio biologico che scandisce il
tempo dentro ognuno di noi, potremo controllare sia il
cancro che la vecchiaia". In fondo la cellula
tumorale non è una cellula tornata bambina e immatura
come fosse ancora nellembrione?
Proviamo a riassumere. Le
normali cellule umane non sono in grado di dividersi
allinfinito: ad un certo punto cominciano a
rallentare e vanno incontro allinvecchiamento. Se
non fosse così saremmo sempre giovani, a parte
lusura di determinati organi o parti come le
articolazioni (ma a quello possono pensarci i trapianti).
Le cellule tumorali invece non conoscono le rughe: loro
si dividono senza limiti, come fossero immortali. Tutto
questo perché nelle cellule cè uno speciale
orologio biologico che registra il numero di volte che
una cellula si è divisa. Insomma un
"contatore" che quando raggiunge il numero
"x" prefissato ordina di rallentare, fino allo
stop finale. Dovè la novità? Non nel contatore,
ancora misterioso. Ma nella probabile scoperta del
"calendario" che lorologio consulta per
decidere "ok, inizia la vecchiaia". Da qui
laffascinante (e inquietante) tentazione della
genetica: cambiare di nascosto il calendario e fregare il
contatore.
Ma come fanno a contare
questi orologi interni? Vanno a misurare la lunghezza di
particolari strutture, dette "telomeri",
presenti sulle estremità dei cromosomi. E da dove
vengono i telomeri? Da un "difetto" del sistema
di replicazione. Il Dna infatti è formato da una doppia
catena di acido desossiribonucleico. Durante la sua
replicazione la catena si divide in due ed ogni
"nastro" viene copiato per riprodurre una
molecola a doppia elica come loriginale. A
sistemare le molecole al posto giusto è un enzima che
scorre lungo le eliche: una delle due catene, la
catena-guida, viene copiata integralmente,
nellaltra invece lenzima non riesce ad
arrivare fino alla fine del cromosoma. Conclusione: la
nuova catena è leggermente più corta
delloriginale. Jerry Shay lo spiega con un esempio
semplicissimo: "E come un pittore in una
stanza chiusa: può dipingere lintero pavimento
eccetto la mattonella dove sta in piedi
". Per
questo in fondo ai cromosomi non ci sono geni (e Dna) ma
solo migliaia di telomeri.
Ancora un passo avanti.
Per molto tempo gli scienziati hanno pensato che le
sporgenze telomeriche, o "code", fossero ad
entrambi i poli dei cromosomi. Ma le nuove ricerche
smentiscono questa ipotesi: la lunga coda dei telomeri è
solo su una delle estremità. Laltra è spuntata o
tronca. Osservazione non da poco, visto che nelle cellule
umane il modo in cui la coda telomerica viene generata
durante la replicazione del Dna regola probabilmente la
frequenza dellaccorciamento. Ed è
laccorciamento dei telomeri il famoso calendario
usato dallorologio biologico. Come calcolare il
tempo con una candela dove hai fatto delle tacche: ogni
tacca raggiunta dalla fiamma fa avanzare letà
biologica dellindividuo, e quando sei al mozzicone
è lora del testamento.
"E estremamente
importante capire la frequenza dellaccorciamento se
vogliamo capire alcune delle patologie legate alla
vecchiaia e le possibili terapie per il cancro", ha
commentato Woodring Wright, un altro degli scienziati
coinvolti nelle nuove ricerche. Ora resta un problema:
cosè che provoca materialmente lerosione dei
telomeri? Shay, Wright e colleghi pensano di essere
vicini alla soluzione. Sia le normali cellule
riproduttive (quelle cioè sempre in grado di replicarsi)
che quelle cancerose possiedono un enzima, la
"telomerasi", capace di aggiungere nuove
sequenze telomeriche nellestremità dei cromosomi.
Il che conferisce a queste cellule limmortalità:
il "contatore" infatti registra sempre la
stessa lunghezza della coda e, per lui, è come se la
cellula si fosse divisa una sola volta. Conclusione:
accelerare lerosione dei telomeri nelle cellule
cancerose (o inibire la telomerasi) farebbe tornare
"mortali" le cellule tumorali.
Allinverso, inserire lenzima
delleternità nelle cellule normali le farebbe
restare sempre come leggiadre fanciulle. Chi
lavrebbe mai detto: la fontana della giovinezza un
giorno potrebbe essere veramente unacqua
miracolosa. Purché piena di telomerasi.
Alessandro Mognon
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