Lo
scudetto? Un gadget
Dietro
alle gradi discussioni domenicali sui gol fantasma e sui
diritti tv, si nasconde anche uno dei grandi affari
calcistici: il merchandising. Cioè la pioggia di
cappellini, magliette, sciarpe e simili. Così le squadre
con i presidenti che più contano finanziariamente sono
le più citate e rispettate anche perché hanno più
tifosi, in Italia e allestero. Il che vuol dire
più mercato
A seguito del fattaccio di
Bologna Fiorentina (2-2), gol convalidato a Paramatti e
mai entrato nella rete di Toldo, il presidente viola
Vittorio Cecchi Gori, nonchè proprietario di
Telemontecarlo e senatore del Ppi, ha esternato la sua
sfiducia nei confronti dellattuale sistema
calcistico italiano. La sua squadra, dice, è spesso
penalizzata da errori arbitrali, certe squadre di vertice
sono troppo protette e in gioco ci sono gli interessi sui
diritti televisivi, che, secondo il senatore, sarebbero
la causa principale di queste manipolazioni di interesse.
E chiaro che Cecchi Gori ha interesse ad
evidenziare i problemi legati ai diritti televisivi
calcistici, in quanto lo vedono impegnato in prima
persona con le sue due reti. Ma dietro a tutto questo can
can attorno alle società calcistiche cè
dellaltro. Riassumibile in una parola:
merchandising.
Le squadre che suscitano maggior
interesse nei media e anche nei vertici federali sono
quelle che hanno presidenti forti nel campo della finanza
nazionale: Agnelli (Juve), Berlusconi (Milan), Moratti
(Inter), Sensi (Roma), Cragnotti (Lazio) che possono
spendere più degli altri sul mercato aggiudicandosi i
pezzi migliori. Ma sono anche quelle squadre che contano
il maggior numero di tifosi, i quali non vengono valutati
solo come spettatori paganti allo stadio ma come
potenziali acquirenti di cappellini, magliette, sciarpe e
altri gadgets. Oltre ai soliti sponsor che spendono
barche di miliardi per affiancare i loro marchi ai
calciatori più prestigiosi, che fanno immagine, che
passano in televisione, che spaziano in mega manifesti
affissi ai muri, cè il mercato degli oggetti
firmati dai campioni.
Un caso esemplare è dato
dal Torino. Lanno scorso, quando ancora cera
Calleri, il Toro era notoriamente snobbato dalla tv e dai
giornali (anche perché in serie B...). Tante furono le
proteste dei tifosi inferociti, in particolare contro la
Rai, che inizialmente la tv pubblica rispose (via e-mail)
che le cause erano conseguenza di "problemi
tecnici", ma che alla fine dovette anche ammettere
che il tempo di passaggio in tv di una squadra è
direttamente proporzionale al numero di tifosi al
seguito. Appena il Toro fu ceduto al gruppo Hsl le cose
cambiarono, e anche se il Toro è rimasto in B ora
lattenzione verso il club granata è aumentata.
Perchè? Inizialmente i nuovi proprietari hanno parlato
di quotazione in borsa, di interessi in Inghilterra dove
molte società finanziarie stanno comprando club sparsi
nel mondo. Inoltre il Torino possiede un suo stadio, il
Filadelfia, in via di ristrutturazione (sempre che i
lavori si concludano). Dietro a tutto questo cè il
fatto che uno dei principali canali di finanziamento
sarà proprio il merchandising, e il Toro comunque conta
un buon numero di tifosi anche allestero.
Alcuni giornalisti del
Corriere dello Sport hanno da poco aperto una redazione
torinese che a breve creerà testate telematiche sulle
squadre di calcio con più tifosi allestero, per
informarli via Internet sulle vicende della loro squadra
del cuore. E questi appassionati potrebbero proprio
diventare i principali acquirenti di gadgets venduti in
rete. La redazione in questione, che si chiama "I
Cannonieri", lavora sui dati che vengono estrapolati
da società pubblicitarie. La prima squadra scelta è
proprio il Torino, poi si dovrebbe proseguire con Juve,
Milan, Inter, Parma, Atalanta, Cagliari. La Fiorentina
non è al momento nei loro interessi: il numero dei
tifosi della squadra viola infatti non è così incisivo
come per altre squadre, addirittura meno quotate dei
viola. Il solo Batistuta non rende in immagine come
Ronaldo, considerando che tecnicamente lasso viola
non ha nulla da invidiare al fenomeno brasiliano, ma il
fuoriclasse argentino non muove dietro di sé grandi
interessi come il "pelato" dellInter.
Batistuta non gioca in una squadra considerata di vertice
e per questo motivo difficilmente vincerà mai il Pallone
dOro, pur meritandolo per le sue prestazioni
tecniche. Chissà, magari potrebbe essere una fregatura
il colore viola, dai superstiziosi ritenuto un colore che
porta jella!
In tutto questo discorso
purtroppo lo sport non conta proprio: il gioco, la
tecnica, lagonismo interessano sempre meno.
Limportante è vincere, perché ogni sconfitta è
una tragedia. Meglio bucare il video e fare trasmissioni
demenziali dove si azzuffano i giornalisti che poi a loro
volta istigano i tifosi a fare altrettanto. Se a Cecchi
Gori tutto ciò può dar fastidio, non molli, ma si
impegni in prima persona a far si che il calcio ritorni
uno sport, non un mercato. Senza pensare al suo
tornaconto personale. Tanto a quello ci pensa
Pieraccioni!
Marina Beccuti
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