GLI ORIENTAMENTI
SOCIALI DELLA SOCIETA VICENTINA
III° Rapporto POSTER -
Associazione Industriali
RISULTATI DEL
SONDAGGIO SVOLTO
TRA IL 13 E IL 20 DICEMBRE 1997.
Relazione di sintesi
Ilvo Diamanti e Ludovico Gardani
E da tre anni che realizziamo
questo sondaggio, che prende in esame gli orientamenti
dei cittadini nei confronti del loro ambiente di vita,
della società, delle istituzioni, dei principali temi su
cui si interroga lopinione pubblica. E in questi
tre anni possiamo dire, senza timore di esagerare, di
aver individuato alcuni fra i punti critici che hanno, in
seguito, caratterizzato lattenzione e il dibattito
dellopinione pubblica, ma anche degli attori
politici, sociali ed economici. E non solo in ambito
locale, ma anche a livello regionale e, talora,
nazionale. Non è certo merito nostro (se non per la
capacità di guardare in modo corretto la realtà). Il
merito (o la colpa, a seconda dei punti di vista) va
attribuito alla rappresentatività del luogo analizzato;
al fatto, cioè, che la provincia di Vicenza costituisce
un osservatorio esemplare delle trasformazioni e delle
tensioni che, in questi ultimi anni, hanno investito i
rapporti fra società, economia e politica nel Nord. E
quindi in Italia. Appare, cioè, una sorta di sismografo
del Nordest.
Questo "osservatorio" ci ha
permesso, nel I rapporto, di due anni fa, di cogliere la
misura del distacco verso le istituzioni pubbliche e lo
Stato, delineando, al tempo stesso, la forza
identificante che assumevano, in ambito sociale, il
lavoro e limpresa. Un anno fa, il II rapporto,
invece, aveva messo in evidenza almeno tre processi che,
in seguito, sono divenuti visibili - e laceranti - in
tutto il Nord: (a) la crescente insoddisfazione nei
confronti non solo delle istituzioni, ma dello stesso
ambiente sociale ed economico circostante; (b) la perdita
di fiducia nei confronti dei centri di organizzazione e
di integrazione della vita economica e sociale; (c) la
domanda di autorità, il disorientamento politico,
rivelata dal consenso allipotesi di "uomo
forte". Per questo, mentre ci apprestiamo a valutare
i risultati il III rapporto sugli orientamenti sociali
della società vicentina (condotto nel mese di dicembre
1997), conviene tenere conto del fatto che alcuni di
essi, almeno, possono suggerire tendenze e orientamenti
la cui significatività va oltre il contesto locale.
Che indicazioni ne escono? Nel
complesso, ci pare, dal sondaggio emerge un quadro che
presenta molte conferme, alcuni mutamenti, qualche
novità. Dovendo tentare una sintesi, diremmo che si
delinea limmagine di una società che ha
"normalizzato" il senso di distacco nei
confronti dello Stato e delle istituzioni. Vive, cioè,
questa frattura senza drammi. Ma, al tempo stesso, ha
più paura di se stessa, perché rileva e teme il
logorarsi delle reti di appartenenza sociale. Una
società disincantata, che, anche per il positivo
andamento delleconomia, ha meno paura del futuro.
E, allo stesso tempo, ha ripreso a credere (un po)
di più nelle associazioni e nelle istituzioni locali. Ma
che si pone nei confronti dei contesti istituzionali
esterni, lo Stato centrale, come la stessa Unione Europea
(soprattutto nella "versione" monetaria) con
scetticismo.
1. SFIDUCIA SENZA FRATTURE
Quanto alle conferme rispetto al
precedente sondaggio, il questo rapporto ripropone
limmagine di una società che attribuisce grande
importanza alla famiglia, al lavoro, alle istituzioni
religiose, mentre prova un notevole distacco nei
confronti del sistema politico e delle istituzioni
politiche e dello Stato.
a) Riguardo ai riferimenti della vita
sociale, la famiglia, assieme alle reti amicali, si
confermano i riferimenti soggettivi di cui i cittadini
sono più soddisfatti. Ma, rispetto allanno scorso,
lambito familiare perde qualche punto, mentre
maggiore è la spinta verso lo spazio delle relazioni
amicali e il tempo libero. Più in generale, però, si
assiste a un certo "appagamento" soggettivo,
causato dal minor grado di soddisfazione generato da
riferimenti importanti quali limpegno sociale, il
reddito e soprattutto il lavoro e listruzione.
b) Riguardo al lavoro e
alleconomia, il rapporto conferma una notevole
propensione verso lautonomia e la flessibilità.
Ne danno prova le valutazioni circa le soluzioni da
adottare in merito alla disoccupazione: per il 90%
occorre sostenere chi si vuole mettere in proprio, per un
po meno del 50% è conveniente allargare forme di
contratti a part time o a tempo definito, mentre solo il
23% ritengono utile ridurre lorario di lavoro. Una
soluzione che non incontra molti consensi neppure fra gli
operai (29%).
c) Riguardo al sistema politico e alle
istituzioni dello Stato, gli indici del distacco sono
molti e inequivocabili. Si deve sottolineare, infatti,
come attribuiscano fiducia al governo il 16% dei
vicentini. Il livello minimo registrato da un organismo
pubblico, economico o sociale. Come, inoltre, il 70% dei
vicentini ritengano il contributo dato dal Nord a livello
economico di molto eccedente rispetto a quel lo Stato
restituisce loro. E se è vero, come si dirà più
avanti, che questi indici appaiono, rispetto allo scorso
anno, assestati e persino migliorati un po, è
altrettanto vero che la loro estensione testimonia di un
orientamento tanto generalizzato da presentarsi come
"territorialmente specifico" (solo per dare
unidea, a livello nazionale la quota di cittadini
che esprimono fiducia verso il governo sale al 35%);
trasversale, quindi, alle differenze sociali, categoriali
e di opinione politica. Non è un caso che, al contrario
delle istituzioni centrali, quelle locali - regione e
comune - ottengano un gradimento notevolmente più
elevato. Segno di questa perdurante frattura fra
periferia e centro, che appare ormai patologica.
Coesiste, dunque, come negli anni
precedenti, un forte grado di integrazione nei valori
e negli ambienti della realtà locale con un elevato
livello di disincanto politico e di distacco dallo Stato
centrale.
d) E vero, comunque, che, in
generale, questi processi non si sono drammatizzati. Si
sono, piuttosto, assestati. Mantengono, cioè, un alto
grado di intensità, ma rispetto allanno scorso,
quando avevano verificato una consistente accelerazione,
si sono ridimensionati un poco. Linsoddisfazione
verso lo Stato centrale e il governo, infatti, si riduce,
anche se non di molto. Mentre, al contempo si riaccende,
in misura più consistente, la fiducia nelle
organizzazioni economiche, che nel corso del 1996 era
crollata. Le associazioni dei commercianti e
soprattutto quella degli industriali registrano una certa
ripresa. Ma anche gli enti locali, comune e ancor più
regione, migliorano la loro immagine fra i cittadini. Al
contrario della Chiesa, il cui declino di fiducia
prosegue, in modo lento, ma costante. Si tratta,
comunque, di unevoluzione moderata, che non muta il
profilo generale; rispetto al quadro socialmente e
istituzionalmente integrato, emerso nel 1995, la frattura
resta profonda. Si è, semmai, in una fase di
"normalizzazione" del disincanto. La società
locale, cioè, esprime una visione del mondo esterno,
dello Stato e delle istituzioni nel segno della sfiducia.
E questo atteggiamento non risente in modo sostanziale di
quel che avviene. E, infatti, appena il caso di
osservare come il 1997 sia stato un anno positivo, sul
piano dei risultati economici, a livello nazionale e
ancor più locale. Ma i vicentini non sembrano essersene
accorti più di tanto. Il peso di coloro che giudicano
migliorata la situazione delleconomia e del lavoro
nellultimo anno equivale a quello di chi pensa che,
al contrario sia peggiorata. E, su tutte, prevale invece
lopinione che non sia cambiato nulla. Cè,
semmai, maggiore fiducia nel futuro. Ma si tratta di un
ottimismo moderato e prudente. Anzi, rispetto al quadro
emerso nel rapporto di un anno fa, la differenza
principale non consiste tanto nella crescita
dellatteggiamento di ottimismo, ma in un pessimismo
più temperato.
e) Quello che i vicentini
rivolgono alla realtà esterna e alle prospettive future
è, quindi, uno sguardo disincantato, favorito
dalla consolidata percezione di una rappresentanza
politica inadeguata. E dalla domanda, forte e
insoddisfatta, di autonomia. Il 47% dei vicentini
ritengono che per sostenere meglio gli interessi della
provincia allesterno ci vorrebbero parlamentari
più capaci e rappresentativi. Più del 40% vedono la
soluzione nel federalismo. Mentre l11% pensano,
senza alternative, alla soluzione più drastica: la
secessione. Il giudizio negativo sulla capacità della
classe politica locale, quindi, si associa alla richiesta
di autogoverno. Va, peraltro, rilevato come il distacco
nei confronti dei riferimenti politici e istituzionali
esterni, se ha nello Stato il principale bersaglio, non
risparmia neppure lEuropa.
Disincantato, per non dire scettico,
è, infatti, anche latteggiamento nei confronti
dellunione monetaria europea. La ritengono
necessaria il 66% dei cittadini. Ma oltre un quarto di
essi (il 18% sul totale) la considerano, seppur
necessaria, "svantaggiosa". Per il 33% dei
vicentini, un terzo del totale, dunque, leuromoneta
pare destinata a creare più problemi che vantaggi.
Mentre la guardano come una prospettiva opportuna e
vantaggiosa, senza riserva, il 48%. Il che significa una
minoranza, seppure molto ampia. Infine, solo il 5% dei
vicentini scelgono lEuropa come riferimento
territoriale privilegiato. Preceduta dallItalia
(38%), ma anche dagli ambiti locali, città e regione
(36%, assieme). Persino da un riferimento ampio e vago
come il "mondo".
Evidentemente, se si guarda
allItalia con distacco e insoddisfazione, verso
lEuropa delleuro ci si pone con evidente
timore e perplessità. Non è una "nuova
patria", ma, forse, si teme, neppure un luogo di
mercato particolarmente favorevole. E, soprattutto,
come una scelta necessaria. Che va fatta per i costi che
comporterebbe rinunciarvi, più che per i benefici che
comporterà.
f) Nella stessa direzione vanno alcuni
atteggiamenti, che possono venire letti come segni di
unattenzione critica e reattiva nei confronti
del sistema politico centrale. Ci riferiamo, in
particolare, alla fiducia molto elevata che riscuotono le
associazioni degli agricoltori, ma anche a quella, assai
più ridotta, per i Cobas, che risulta, comunque, molto
superiore rispetto a quanto emergeva in altre ricerche
del passato. Segni inequivocabili di simpatia e
adesione nei confronti della protesta degli allevatori e,
più in generale, dei lavoratori agricoli; il cui
significato va oltre il contenzioso delle quote latte e
si traduce, piuttosto, in sostegno indiretto a un caso
esemplare di opposizione allo Stato (e di resistenza alle
logiche dellEuropa della moneta).
FRA DISORIENTAMENTO E VOGLIA DI
INDIPENDENZA
I mutamenti più significativi rispetto
allo scorso anno messi in luce dal III rapporto
riguardano aspetti che, comunque, il rapporto precedente
già lasciava intravedere. Riguardano, da un lato,
lacuirsi del disorientamento sociale,
dallaltro, il dilatarsi del sentimento
indipendentista.
Il disorientamento sociale è
rilevabile in molti segni, forti ed evidenti. Nel clima
di crescente insicurezza che caratterizza il rapporto fra
i cittadini e il loro mondo circostante. Per il 65% dei
vicentini, la situazione in provincia, per quanto
riguarda la sicurezza sociale e la criminalità, è
decisamente peggiorata. La ritengono migliorata solo il
6%. Ritengono che migliorerà, nel prossimo anno, il 25%
dei cittadini, mentre per 42% resterà così. E per il
33% è destinata a deteriorarsi. Linsicurezza è
complicata dalla crisi di credibilità che ha investito
listituzione che meglio, in questi anni, aveva
interpretato la domanda di ordine e di ri-generazione, in
ambito sociale, ma anche politico. La
"magistratura", verso la quale attualmente
esprimono molta fiducia il 24% dei vicentini. Il 4% in
meno di un anno addietro, ma la metà di due anni fa! Non
si devono trascurare, inoltre, il declino di fiducia
nella Chiesa, la minore soddisfazione verso la famiglia,
la crescente delusione suscitata dallimpegno
sociale, cui abbiamo già fatto cenno. Elementi coerenti
nel disegnare il ritratto di una società inquieta, che
vede declinare i suoi centri di riferimento, le sue
appartenenze tradizionali.
b) Il disorientamento sociale, dunque,
è frutto di una crisi che pare avere investito anche
i legami minimi, le reti di relazioni personali
quotidiane delle persone. Il 36% dei vicentini
intervistati considerano "peggiorati",
nellultimo anno, i rapporti con gli altri, le
relazioni interpersonali. Appaiono migliorati a una quota
inferiore alla metà: il 17%. E il futuro, sotto questo
profilo, appare migliore solo a una componente poco più
estesa: il 27%. Soprattutto, però, risulta ampio oltre
ogni attesa il sentimento di sfiducia negli altri; nelle
persone con cui si hanno contatti e relazioni. Il 75%
degli intervistati, infatti, sostengono che occorra
"molta prudenza nei rapporti con gli altri, perché
ciascuno bada ai suoi interessi". Se si tiene conto
che la società vicentina (e, in generale, quella veneta)
si è caratterizzata per un contesto di relazioni sociali
e personali segnato da un alto grado di coesione e di
solidarietà, questa crescente insicurezza sociale,
questo freddo clima di rapporti intersoggettivi non
segnalano solo un mutamento significativo; costituiscono,
soprattutto, un possibile, rilevante, fattore di crisi.
Crisi del sistema di integrazione sociale; che, in
prospettiva, può intaccare il funzionamento del sistema
locale, il quale, anche a livello economico, ha sempre
tratto spinta da questo versante.
Infine, abbiamo osservato con grande
sorpresa lentità raggiunta dalla propensione
indipendentista. Un elemento non nuovo, in ambito
locale, ma che ha raggiunto proporzioni sicuramente
inattese. La quota di coloro che si dicono daccordo
sul fatto che "è opportuno la secessione del
Nord" è del 23% dei cittadini intervistati. Siamo
ormai vicini a un cittadino su quattro disponibile a
dichiararsi "secessionista". Va ricordato,
peraltro, che, come abbiamo visto in precedenza, la
componente di chi valuta questa soluzione in assoluto
preferibile ad altre (il federalismo, il rafforzamento
della rappresentanza parlamentare) scende alla metà. Ma
il 23% di cittadini disposti, nel corso di un sondaggio
telefonico, a dichiarare "opportuna" la
secessione costituisce una misura considerevole.
Inattesa. Molto superiore a quella registrata in altre
precedenti indagini. Un anno fa a Vicenza la quota dei
"secessionisti" (rilevata, però, attraverso un
quesito diverso) era poco superiore al 10%. Si tratta di
una tendenza che può apparire in contrasto con le altre
indicazioni emerse dallindagine, in quanto la
propensione secessionista pare crescere in modo assai
più forte degli atteggiamenti che, secondo molte analisi
condotte in questi anni, ne sarebbero allorigine:
la sfiducia nel futuro, il risentimento verso lo Stato
centrale, linsoddisfazione per i fatti economici e
politici, linsofferenza fiscale. Orientamenti che
questo rapporto ci ripropone consolidati, ma anche
"normalizzati".
3. IL DISTACCO NORMALIZZATO
Questo apparente contrasto, però,
offre una chiave di lettura efficace al fenomeno rilevato
e, forse, allintero quadro che emerge dal
sondaggio. La "normalizzazione" del distacco
dallo Stato; dellinsoddisfazione nei confronti
dellazione pubblica; e delle istituzioni, danno,
cioè, lidea di un atteggiamento di insoddisfazione
ormai metabolizzato. Una sorta di "disincanto
tranquillo", che non ha bisogno di eventi
traumatici o di rotture per rivelarsi. Ma che, ciò
nonostante, persiste e si allarga. Alimentato, semmai, da
un clima di insicurezza e di dis-integrazione sociale
che, questo sì, viene dichiarato da tutti con una certa
sofferenza. Perché se la secessione dallo Stato può,
forse, da qualcuno venire vissuta come eventualità
"normale" e magari auspicabile, difficile è
concepire allo stesso modo la "secessione" da
noi stessi e dal nostro mondo di relazioni sociali.
Vicenza, 15 gennaio 1998
MI PUO DIRE
QUANTO E SODDISFATTO
DEI SEGUENTI ASPETTI
DELLA SUA VITA QUOTIDIANA ?
|
Vicenza
1997
|
Vicenza
1996
|
Vicenza
1995
|
|
Molta o Moltissima soddisfazione
%
|
Molta o Moltissima soddisfazione
%
|
Molta o Moltissima soddisfazione
%
|
Della
Famiglia |
90,3
|
94,4
|
92,9
|
Degli
Amici |
77,1
|
75,4
|
78,3
|
Del
Lavoro |
73,7
|
78,5
|
81,3
|
Del
Tempo Libero |
63,2
|
58,5
|
60,0
|
Del
Livello dIstruzione |
48,9
|
54,5
|
46,3
|
Del
Reddito Disponibile |
41,3
|
44,1
|
39,0
|
Dell'Impegno
Sociale |
41,2
|
43,1
|
47,2
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
RISPETTO A 1 ANNO FA
, IN PROVINCIA DI VICENZA
COME VANNO LE COSE ?
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
FRA 1 ANNO, COME
ANDRANNO
LE COSE IN PROVINCIA DI VICENZA ?
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
RITENGONO CHE NEL
PROSSIMO FUTURO
LE COSE IN PROVINCIA DI VICENZA ANDRANNO MEGLIO
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
RISPETTO A 1 ANNO FA
, IN PROVINCIA DI VICENZA
COME VANNO LE COSE ?
( Totali per riga )
|
Vicenza 1997
|
|
Meglio
%
|
Allo stesso modo
%
|
Peggio
%
|
In
Politica |
14,0
|
47,5
|
38,5
|
In
Economia |
29,5
|
39,4
|
31,1
|
Nel
Lavoro |
30,1
|
40,3
|
29,6
|
Per
quel che riguarda i Servizi Sociali |
21,9
|
48,5
|
29,6
|
Per
quel che riguarda la Sicurezza e la Criminalità |
7,5
|
28,0
|
64,5
|
Per
quel che riguarda i Rapporti con le Persone |
17,1
|
47,4
|
35,5
|
N.R.
(media) 14,3% |
Base
(Val. ass.) 800 |
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ATTEGGIAMENTO
COMPLESSIVO VERSO IL FUTURO
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
PER FAR FRONTE AL
PROBLEMA DELLA DISOCCUPAZIONE,
QUANTO POSSONO ESSERE EFFICACI LE SEGUENTI SOLUZIONI:
(percentuali di coloro che hanno dato una valutazione
positiva)
|
Vicenza 1997
%
|
Aiutare
chi si vuole mettere in proprio. |
91,0
|
Fare
contratti a tempo parziale o determinato. |
46,9
|
Ridurre
lorario di lavoro. |
23,1
|
Dare
retribuzioni differenziate per regione in base al costo della vita.
|
47,8
|
Incentivare
ogni esperienza di lavoro, anche se non
"regolare". |
19,5
|
Dare
più libertà alle imprese di assumere e di licenziare.
|
38,4
|
N.R.
(media) |
11,5
|
Base
(Val. ass.) |
800
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
PER FAR FRONTE AL
PROBLEMA DELLA DISOCCUPAZIONE,
QUANTO POSSONO ESSERE EFFICACI LE SEGUENTI SOLUZIONI:
(percentuali di coloro che hanno dato una valutazione
positiva)
|
Vicenza 1997
% 1
|
Italia 1997
% 2
|
Aiutare
chi si vuole mettere in proprio. |
91,0
|
94,0
|
Fare
contratti a tempo parziale o determinato. |
46,9
|
52,9
|
Ridurre
lorario di lavoro. |
23,1
|
47,0
|
Dare
retribuzioni differenziate per regione in base al costo della vita.
|
47,8
|
49,8
|
Incentivare
ogni esperienza di lavoro, anche se non
"regolare". |
19,5
|
25,1
|
Dare
più libertà alle imprese di assumere e di licenziare.
|
38,4
|
40,4
|
1 Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
2 Fonte: Poster/Limes per Fim Cisl,
maggio-giugno 1997.
PER FAR FRONTE AL
PROBLEMA DELLA DISOCCUPAZIONE,
QUANTO POSSONO ESSERE EFFICACI LE SEGUENTI SOLUZIONI:
(percentuali di coloro che hanno dato una valutazione
positiva in base allattività)
|
Ridurre lorario di lavoro
|
Aiutare chi si vuole mettere in
proprio
|
Operai |
29,1
|
88,4
|
Impiegati |
29,0
|
92,0
|
Lavoratori
autonomi, liberi professionisti |
15,9
|
92,0
|
Pensionati |
16,9
|
93,4
|
Disoccupati |
23,2
|
90,2
|
Studenti |
32,9
|
86,3
|
Casalinghe |
20,2
|
90,1
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
LE ELENCO UNA
SERIE DI ISTITUZIONI E DI ORGANISMI. QUAL E LA
SUA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL LORO OPERATO ?
|
Vicenza 1997
|
|
Molta o moltissima fiducia
%
|
Variazione annuale
|
Nella
Chiesa |
56,9
|
¯
|
Nelle
Associazioni degli Artigiani |
40,3
|
«
|
Nell'Unione
Europea |
40,2
|
|
Nelle
Associazioni degli Industriali |
39,1
|
|
Nelle
Associazioni degli Agricoltori |
38,9
|
|
Nell'Amministrazione
Comunale |
38,3
|
«
|
Nelle
Associazioni dei Commercianti |
32,8
|
|
Nell'Amministrazione
Regionale |
30,9
|
|
Nella
Magistratura |
24,2
|
¯
|
Nei
Sindacati Confederali |
22,8
|
«
|
Nei
Sindacati Autonomi-Cobas |
19,8
|
|
Nel
Governo |
16,3
|
|
N.R.
(media) |
16,9
|
|
Base
(Val. ass.) |
800
|
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
SECONDO LEI PER IL
VENETO ENTRARE
NELLUNIONE MONETARIA EUROPEA:
|
Vicenza 1997
%
|
E
necessario e vantaggioso |
48,8
|
E
necessario ma non vantaggioso |
18,1
|
Creerà
più problemi che vantaggi |
33,1
|
Totale |
100,0
|
N.R. |
31,4
|
Base
(Val. ass.) |
800
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ORA LE
ILLUSTRERO ALCUNE OPINIONI MOLTO ATTUALI.
QUANTO SI SENTE DACCORDO CON CIASCUNA DI ESSE
"Per i crimini più gravi ci vorrebbe la
pena di morte"
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ORA LE
ILLUSTRERO ALCUNE OPINIONI MOLTO ATTUALI.
QUANTO SI SENTE DACCORDO CON CIASCUNA DI ESSE
"Nei rapporti con gli altri oggi bisogna
essere molto prudenti,
perché ciascuno bada anzitutto ai propri interessi"
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ORA LE
ILLUSTRERO ALCUNE OPINIONI MOLTO ATTUALI.
QUANTO SI SENTE DACCORDO CON CIASCUNA DI ESSE
"I cittadini del Nord lavorano e danno
molto di più
di quel che lo Stato restituisce loro"
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ORA LE
ILLUSTRERO ALCUNE OPINIONI MOLTO ATTUALI.
QUANTO SI SENTE DACCORDO CON CIASCUNA DI ESSE
"E opportuno realizzare al più
presto la secessione del Nord"
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
ORA LE
ILLUSTRERO ALCUNE OPINIONI MOLTO ATTUALI.
QUANTO SI SENTE DACCORDO CON CIASCUNA DI ESSE ?
(percentuali di coloro che si sono detti molto o
moltissimo daccordo)
|
Vicenza
1997
%
|
Vicenza
1996
%
|
Vicenza
1995
%
|
Per i
crimini più gravi ci vorrebbe la pena di morte. |
35,1
|
39,8
|
34,2
|
I
cittadini del nord lavorano e danno molto più di
quel che lo Stato restituisce loro. |
70,9
|
79,6
|
/
|
Cè
troppa confusione, ci vorrebbe un uomo forte a guidare il Paese.
|
60,4
|
60,4
|
/
|
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
I quattro volti della società
vicentina
Ilvo Diamanti
Gli orientamenti e valori messi in luce
dal sondaggio Poster-Associazione Industriali non si
distribuiscono nella società vicentina in modo omogeneo.
Certo, alcuni atteggiamenti, come si è sottolineato
nella relazione di sintesi, presentano una diffusione
molto ampia; o una progressione particolarmente forte. Al
punto da delineare caratteri e tendenze del sistema
locale, che hanno portata generale. Lo stesso discorso,
però, non vale per altri atteggiamenti, che rivelano una
distribuzione nel tessuto sociale assai più
differenziata. Daltronde, la società vicentina
presenta un elevato grado di complessità, analogamente
al resto della società italiana. E, dunque, utile
tentare di leggere i risultati del sondaggio anche in
questa chiave: cercando, cioè, di ricavarne una
rappresentazione efficace della pluralità di
orientamenti, che coesistono nel contesto locale. A
questo fine abbiamo fatto ricorso a una tecnica (la cluster
analysis) che permette di distinguere,
allinterno di un universo definito,
lesistenza di gruppi che esprimono atteggiamenti
particolari e caratterizzati da un elevato grado di
omogeneità interna (fra i componenti di ciascun gruppo)
e di eterogeneità esterna (rispetto agli orientamenti
palesati dagli altri gruppi) (1). In questo caso ce ne
siamo serviti per vedere se nella società vicentina
siano identificabili differenti gruppi di persone,
contrassegnati da specifici tipi di atteggiamento nei
confronti del sistema politico, delle istituzioni,
dellambiente sociale circostante. I
"materiali" in base ai quali abbiamo svolto
questa ricostruzione sono forniti dalle opinioni espresse
dagli intervistati in merito ad alcuni temi di
attualità, tradotti nel questionario mediante formule
volutamente estreme (usati come "variabili
attive"): (a) lutilità di un "uomo
forte" nellattuale situazione; (b) la pena di
morte; ( c) la percezione dellemigrazione
extracomunitaria (come minaccia); (d) la legittimazione
dellevasione fiscale; (e) la diffidenza nelle
relazioni con gli altri; (f) la valutazione del rapporto
fra il Nord e lo Stato come "sfavorevole"; (g)
il consenso verso la secessione, (ritenuta
"opportuna").
In base a questi atteggiamenti, quindi,
sono stati ricostruiti alcuni tipi di persone, il cui
profilo è stato ulteriormente precisato utilizzando, in
funzione descrittiva, altre variabili strutturali e di
orientamento (variabili illustrative):
letà, il sesso, la professione, la preferenza
politica.
Ne è uscita una tipologia che
evidenzia il coesistere, nella società vicentina, di
quattro gruppi di persone, caratterizzati da specifici
orientamenti. Ne tracciamo di seguito i tratti salienti,
relativi agli atteggiamenti, ma anche agli aspetti
anagrafici e sociali (2).
I secessionisti
Comprendono il 18% dei vicentini.
Ritengono, nella totalità, che "sia opportuno
realizzare al più presto la secessione del Nord". E
che il rapporto con lo Stato sia oggi molto svantaggioso
(anche per quel che riguarda le imposte). In misura
superiore a tutti gli altri "tipi" selezionati,
inoltre, sono daccordo con lutilità della
pena di morte per i crimini più gravi e sulla
prospettiva di "uomo forte", per reagire alla
"confusione". Vedono nellimmigrazione
extracomunitaria una minaccia. Vivono con diffidenza il
rapporto con gli altri. Si tratta, dunque, di un gruppo
sociale attraversato da inquietudine e incertezza, che
traduce in una domanda dordine, di autorità; e
nellantagonismo nei confronti dello Stato, portato
sino allestremo della rottura.
Prevalgono, al loro interno, i maschi,
di età centrale (35-44 anni), con un basso livello di
istruzione. Quanto al profilo professionale, si
caratterizzano per una presenza molto superiore alla
media degli operai e dei lavoratori autonomi.
Tre su quattro, fra loro, sono vicini
alla Lega.
Gli anticentralisti
Si distinguono dai precedenti perché
rifiutano, senza eccezioni, la prospettiva secessionista.
Ma il loro risentimento verso lo Stato è di medesima
intensità e linsofferenza fiscale di livello
persino superiore. Per il resto, appaiono, per
atteggiamento (ma anche per entità: 19% del campione),
simili ai "secessionisti": eguale domanda di
autorità, eguale diffidenza nelle relazioni con gli
altri, maggiore sospetto verso il fenomeno migratorio.
Solo sulla pena di morte si dimostrano più moderati.
Hanno, come i secessionisti, un titolo
di studio medio-basso, ma, per il resto, mostrano un
profilo sociale e anagrafico molto diverso. Si
distinguono, infatti, per una maggiore presenza di
persone anziane e di donne; quindi, riguardo
allattività, per il maggior peso che rivestono, al
loro interno, i pensionati e le casalinghe.
Politicamente, infine, loro carattere specifico è
lindifferenza: la distanza da tutti i partiti e gli
schieramenti (che, tuttavia, raggiunge il maggiore
livello nei confronti del centrosinistra).
I disorientati
Presentano un livello minimo di
reattività sociale: riguardo alla pena di morte,
allimmigrazione, allevasione fiscale. Una
domanda indipendentista quasi nulla. Mentre il loro
atteggiamento verso lo Stato centrale, critico e
rivendicativo, non si discosta dalla media. Come la
ricerca di autorità e di rappresentanza
"personalizzata", riassunta nella figura
delluomo forte. Segno e riflesso di quel
disorientamento che li distingue dagli altri tipi
sociali, ben espresso dalla considerazione, condivisa da
tutti, che "nei rapporti con gli altri occorre
essere molto prudenti, perché ciascuno bada ai propri
interessi". Un orientamento molto esteso (il più
ampio, in quanto comprende il 37% del campione), che
evoca la crisi del sentimento di solidarietà sociale.
Sono mediamente i più giovani (il 25%
di essi hanno meno di 25 anni, un ulteriore 21% fra 25 e
35), hanno titolo di studio piuttosto elevato e una
presenza particolarmente elevata fra gli studenti e il
ceto medio impiegatizio. Politicamente, si specificano
per una notevole distanza dalla Lega, mentre le loro
simpatie si dividono fra Polo e Ulivo.
Gli integrati
Gli individui compresi in questa classe
(il 26% del campione) mostrano i più bassi livelli di
adesione alle opinioni prese in esame. E, dunque, un
basso livello di insofferenza verso il fisco,
limmigrazione, lo stato centrale; oltre a una
limitato consenso allipotesi delluomo forte,
un tasso di indipendentismo minimo e una sfiducia negli
altri inesistente. Oscillano fra solidarismo e
integrazione istituzionale.
Non presentano particolari specificità
anagrafiche, mentre mostrano un elevato livello di
istruzione e un peso rilevante fra gli studenti e il ceto
medio impiegatizio. Ben definito appare anche il loro
orientamento politico, marcatamente spostato a
centro-sinistra.
TIPOLOGIA
Fonte:
Poster/Assindustriali Vicenza, dicembre 1997.
NOTE
La tipologia è stata ottenuta
attraverso un procedimento di cluster analysis,
realizzata mediante una "aggregazione non
gerarchica" secondo il metodo delle nubi dinamiche
di Diday (package ADDATI). Lanalisi, nella quale
sono entrati 575 casi su 800 del campione, è stata
condotta grazie alla collaborazione di Luigi Ceccarini,
del Laboratorio di Studi Politici dellUniversità
di Urbino.
Si tratta di "tipi" ben
caratterizzati, come dimostra, in particolare, la quota
di inerzia spiegata dalla tipologia, pari al 48% (inerzia
esterna/inerzia totale) ; il che sottolinea come si
tratti di "cluster naturali": gruppi di
individui che si distinguono piuttosto nettamente sulla
base delle variabili attive.
NOTA METODOLOGICA
Metodologia.
Questa indagine è stata condotta
mediante interviste telefoniche, sottoponendo ad un
campione provinciale di 800 unità un questionario
semi-strutturato.
Il campione è stato stratificato in
quote in modo da rappresentare la popolazione della
provincia di Vicenza (d'età superiore ai 15 anni) in
base al sesso, l'età e la zona di residenza (a questo
proposito la provincia è stata articolata in 9 aree,
coincidenti con i mercati del lavoro locali). Inoltre,
successivamente, il campione è stato riponderato sulla
base del titolo di studio degli intervistati. In questo
modo si sono garantiti sia il criterio della casualità
di campionamento, sia quello dell'aderenza del campione
alla popolazione delle aree indagate.
La struttura del campione e alcuni
blocchi di domande presenti nel questionario riproducono
il modello utilizzato negli analoghi sondaggi svolti nel
novembre 1995 e nel novembre 1996. In questo modo
lindagine permette di ricostruire le principali
tendenze e i principali mutamenti che caratterizzano
lopinione pubblica vicentina in questo ultimo anno.
Temi e Responsabilità.
L'indagine è stata predisposta e
realizzata dall'Istituto POSTER su incarico della
Associazione Industriali della provincia di Vicenza, la
quale ha contribuito attivamente alla scelta dei temi e
dei problemi da affrontare nel questionario.
Ilvo Diamanti ha impostato e diretto
l'indagine, Ludovico Gardani ha garantito il
coordinamento organizzativo e l'elaborazione dei dati,
Andrea Vicentini ha curato la campagna-interviste.
Il sondaggio è stato effettuato tra
sabato 13 dicembre e sabato 20 dicembre 1997
dall'Istituto POSTER.
L'uso e la diffusione dei dati del
sondaggio sono prerogativa del committente. In caso di
pubblicazione, però, è necessaria l'intesa con
l'Istituto POSTER, per esclusivi motivi di
"forma" espositiva e di presentazione.
L'Istituto POSTER potrà, a sua volta, usare i dati in
sede scientifica oppure in altra sede, ma con l'accordo
del committente.
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