Deep
Blue alla conquista della Terra
Sulla
sfida a scacchi tra il super computer Ibm e il campione
Garry Kasparov Adolivio Capece, direttore de
"LItalia scacchistica", vede un risvolto
inquietante. Perché come è sempre successo nella storia
di questo gioco i popoli più potenti delle varie ere
erano anche i più forti a scacchi. Dagli arabi
allinizio agli spagnoli nel 400, dagli
italiani nel Rinascimento ai francesi del 700, fino
alle recenti sfide Russia-America. Ora è arrivato il
momento del dominio dei computer?
Nell'hortus conclusus,
razionale e geometrico della scacchiera è intervenuto un
elemento esterno, la forza di calcolo di Deep Blue, ad
aprire un conflitto tra opposti: la mente e la macchina.
Si è trattato di un paradosso non per la vittoria di
quest'ultima ma per lo stesso scontro, senza sbocchi, tra
grandezze non commensurabili. Ed è certo particolare
pensare che Baudelaire stesso esemplificava il concetto
di paradosso con le immagini dello "scacco
perpetuo" o del "finale di partita". In
queste tardive riflessioni sull'incontro tra il Kasparov
e Deep Blue ci guida l'analisi del direttore della
rivista "Italia scacchistica" Adolivio Capece.
Al di là della potenza
di calcolo, quali sono le potenzialità espresse ed
esprimibili da un computer negli scacchi?
La potenza di calcolo e'
molto importante, anche se quel che conta realmente e' il
software. Se un programma è debole ed ha dei buchi anche
se gira sul computer più potente perde. Quindi bisogna
abbinare le due cose. Ci vuole un software fatto bene
(meglio se scritto da una persona che sa anche giocare a
scacchi) e una macchina potente. Ovviamente più la
macchina è potente più il programma può analizzare le
possibili mosse. A questo punto si inserisce il fattore
tempo: diverso è dare alla macchina un'ora per una mossa
o cinque minuti per tutta la partita.
Quali sono stati i
miglioramenti nell'analisi scacchistica e quali
handicap sono stati
risolti rispetto alla versione precedente di Deep Blue?
Come mi ha detto
nell'intervista C.J. Tan, il capo del Progetto Deep
Blue, la prima volta la
macchina e' stata programmata da unequipe che non
aveva al suo interno alcuno scacchista "serio".
Cosi ha giocato decentemente ma alla fine ha perso. Per
il secondo incontro e' stato ingaggiato il grande maestro
e campione degli Stati Uniti Joel Benjamin. Tan mi ha
detto che lo hanno "strizzato" e che hanno
trasferito tutte le sue "conoscenze" nella
macchina. Il risultato si e' visto. Bravi comunque i
programmatori a trasformare in algoritmi i
"concetti" scacchistici di Benjamin.
Nella seconda partita
il ritiro di Kasparov è stato da tutti giudicato
prematuro. La fiducia che Kasparov ha riposto
nell'infallibilità del computer può essere stata
superiore alla fiducia nella propria analisi?
Sicuramente Kasparov ha
"abbandonato" prematuramente, anzi le analisi
successive hanno dimostrato che la partita era
"patta". Ma questo è il punto: le analisi
"successive". Kasparov è un essere umano e
dopo quattro ore di lotta è stanco (unequipe
medica tedesca ha dimostrato che le energie consumate da
uno scacchista per una partita a questo livello
equivalgono a quelle consumate da un calciatore di serie
A per una partita di campionato). Ovvio quindi che alla
fine la sua capacità di analisi e giudizio fosse
offuscata. Se pensiamo che praticamente per tutta la
partita Kasparov si è dovuto difendere ed è sempre
"stato peggio" è ovvio pensare che si fosse
rassegnato alla sconfitta. Chi gioca a scacchi a livello
agonistico lo capisce facilmente.
Kasparov nella terza
partita era deciso a giocare un'apertura insolita:
supponeva di impostare una partita non teorica?
Va tenuto presente che la
macchina dispone del cosiddetto "libro delle
aperture" con tutte le mosse (migliori) memorizzate.
E' come se si potesse giocare consultando un libro di
teoria e scegliere le mosse considerate migliori dai
grandi campioni. Ovvio quindi che la capacita' mnemonica
della macchina sia nettamente superiore a quella
dell'uomo. Giocando mosse "insolite" o comunque
un po' fuori dagli schemi, si toglie al computer uno dei
suoi maggiori "vantaggi" almeno per quel che
riguarda la fase iniziale: e' ovvio che se una sequenza
di mosse non è stata "analizzata" non può
neppure essere presente nel "libro delle
aperture" della macchina.
In quali momenti
Kasparov ha messo in difficoltà Deep Blue, e come?
Si mette in difficoltà la
macchina quando la posizione richiede non
"tattica" (cioe' capacità combinativa) ma
"strategia" (cioè elaborazione di piani a
lunga scadenza). Di solito il computer è debole quando
non ha prospettive combinative. Per esempio nei finali
con più di 6 pezzi, che sono difficili da trasformare in
software comprensibile dalla macchina. Qui anche il
miglior programmatore ha difficoltà a scrivere il
software. Bisogna quindi arrivare in posizioni in cui per
la macchina ci siano varie mosse tutte ugualmente
"giocabili" e con pari "valore": a
questo punto il computer - avendo comunque un tempo
limitato per scegliere - ha più difficoltà a trovare il
piano corretto. Quando Kasparov e' riuscito ad arrivare a
queste posizioni ha vinto o almeno ha pareggiato.
Perché la reazione di
Kasparov alla sconfitta è stata così accesa?
Beh è ovvio: Gary era
certo di vincere ancora. Invece ha perso, facendo brutta
figura di fronte al mondo. Certo ha giocato in condizioni
di netta inferiorità psicologica: gli occhi
dell'umanità erano puntati su di lui, la stampa e la tv
lo assediavano, la tensione era fortissima. Ovvio quindi
che nei momenti cruciali abbia commesso degli errori.
L'aspettativa rivolta
alla partita può averne condizionato lo
svolgimento? O può
averlo condizionato il ruolo di organizzatore rivestito
dall'Ibm?
Il ruolo di organizzatore
di Ibm non ha influito affatto, anzi. E' invece
l'aspettativa sul match che ha condizionato Kasparov.
Ripeto, Kasparov e' un essere umano: nel corso della
partita si stanca, se vede una bella ragazza in minigonna
si distrae, perde di concentrazione se per esempio deve
andare in bagno e cosi via. E poi la tensione, le
interviste, le analisi, le foto tra una partita e
l'altra. La macchina tutte queste cose non le sente.
Che opinione ha del
valore simbolico assegnato alla partita?
E' una
"abitudine" atavica. Sin dal Settecento,
all'epoca della rivoluzione industriale e delle prime
macchine, si cercò di costruire un congegno capace di
"giocare e vincere a scacchi". Perche' a
scacchi? Perché, come disse Goethe "gli scacchi
sono la più alta espressione dell'intelligenza
umana." Risale proprio al Settecento il famoso
"Automa" del Barone von Kempelen, che batteva a
scacchi quasi tutti. Prima della partita venivano
mostrati i congegni meccanici per dimostrare che non
c'era trucco e invece il trucco c'era perché all'interno
del congegno si nascondeva un uomo, di solito un
giocatore professionista dell'epoca. L'automa sconfisse
anche Napoleone in una partita rimasta storica, anche se
Napoleone era più bravo a dama che a scacchi. La cosa
buffa e' che a scoprire il trucco fu nientemeno che
Edgard Allan Poe, il quale però giunse alla corretta
conclusione partendo da un presupposto sbagliato. Disse
infatti: "Se l'Automa fosse veramente una macchina
vincerebbe sempre: poiché ogni tanto perde vuol dire che
non è una vera macchina". Simpatico, no?
Ci sarà una rivincita?
Avrebbe dovuto esserci la
"bella", cioè il terzo incontro, visto che
Kasparov e Deep Blue hanno vinto un incontro ciascuno. Ma
qualche settimana fa la Ibm ha annunciato la
"chiusura" del progetto Deep Blue almeno dal
punto di vista scacchistico. Il programma ora sarà usato
per progetti più utili all'umanità (ricerca
scientifica, medicina, telecomunicazioni, missioni
spaziali). Per gli scacchi resta Deep Blue Junior,
macchina "normale", molto molto meno potente,
che quindi contro un giocatore "professionista"
non avrebbe alcuna chance di successo. Secondo C.J. Tan
colpa del mancato terzo incontro va ascritta anche a
Kasparov, per le sue sciocche polemiche dopo la sconfitta
nel secondo match.
Se dovesse attribuire
un punteggio secondo regolamento a Deep Blue, quale
sarebbe?
Il punteggio regolamentare
misura solo una performance momentanea, quindi non ha
senso dare una valutazione di questo tipo: visto che Deep
Blue ha battuto Kasparov, bisognerebbe attribuirgli un
punteggio superiore a quello di Kasparov stesso. In
realtà si può dire che se Deep Blue giocasse nei tornei
contro gli uomini potrebbe inserirsi in graduatoria tra i
primi 20 al mondo.
Di Deep Blue è stato
detto che ha capacità di attaccare, abilità nel trarsi
fuori d'impaccio: ma, al di là di tutto questo, perché
ha vinto?
In realtà non è la
macchina che ha vinto, ma Kasparov che ha perso. Kasparov
infatti ha commesso - per stanchezza, per tensione
molti errori, a cominciare dall'errato abbandono nella
seconda partita. Ho già detto che Kasparov è un essere
umano e quindi si stanca e si distrae. Contro una
macchina, che invece e' sempre uguale, il confronto è
illogico. E' come se andassi in automobile a cento
all'ora: finché c'è benzina l'auto viaggia a velocità
costante; un uomo quando corre rallenta via via che
percorre chilometri.
Ritiene che ci possa
essere inventiva in un programma scacchistico o solo
applicazione?
Il programma è solo un
software, quindi non può avere inventiva. E' l'uomo che
scrive il programma e lo può caso mai modificare e
migliorare sfruttando le nuove conoscenze acquisite, come
e' avvenuto per l'equipe di Deep Blue.
Potrebbe Deep Blue
impostare una partita, inventare una variante, una mossa
che porti il suo nome?
Certo. E' successo anche
con computer e programmi meno potenti, anche se non si e'
ancora pensato a dare il nome del programma o del
software alla continuazione. Di recente, per esempio, in
un torneo di grandi maestri, un giocatore ha sorpreso
l'avversario con un brillante "sacrificio": a
fine partita ha detto che quel seguito lo aveva trovato
grazie all'aiuto del suo computer nell'allenamento
casalingo.
Deep Blue come Hal, il
computer di Odissea nello spazio?
Con la differenza che Hal
"doveva" perdere una partita su due, mentre per
i suoi programmatori Deep Blue dovrebbe vincere sempre...
Oltre a Judith Polgar,
quali sono le nuove leve (umane
) degli scacchi?
Sono tanti gli scacchisti
"emergenti" tra i 20 e i 30 anni: a parte
Judith Polgar, fenomeno in quanto donna (e le donne si sa
sono poco portate alla "speculazione"
filosofica) ricordiamo il russo Kramnik, l'indiano Anand,
l'ungherese Leko. Il maggior fenomeno resta comunque il
francese Etienne Bacrot, di soli 14 anni, il più giovane
"grande maestro" nella storia scacchistica.
Perché gli scacchi
sono sempre sembrati essere un mondo a parte? Eppure
seguono molto da vicino gli avvenimenti contemporanei:
l'opposizione Fischer-Spassky era in perfetta sintonia
con l'atmosfera della guerra fredda, mentre Kasparov Deep
Blue segue la rivoluzione telematica.
Studiando la storia degli
scacchi si vede che il gioco ha sempre seguito gli eventi
storici o meglio "politici". Verso il settimo e
ottavo secolo d.C., agli albori del gioco, gli scacchisti
più bravi erano gli arabi, che dominavano politicamente
il mondo. Nel Quattrocento i più forti erano gli
spagnoli (che dominavano i mari e l'Europa); nel
Cinquecento (Rinascimento) fu la volta degli italiani;
poi toccò ai francesi, quindi nell'Ottocento agli
inglesi, poi ai tedeschi, quindi ai russi. Attualmente i
migliori sono americani e inglesi, che stanno superano i
giocatori dell'ex est europeo. E all'orizzonte si profila
il ... dominio del computer. E' un fenomeno dimostrato,
che meriterebbe maggiore attenzione da parte degli
storici.
Gli scacchi hanno avuto
una attrattiva molto forte per alcuni scrittori che ne
hanno subito ispirazione e fascinazione come E.A. Poe,
Borges. Hanno anche avuto un ruolo fondamentale nel best
seller di Paolo Maurensig "La variante di
Luneburg" e addirittura sono stati al centro di un
film "In cerca di Bob Fischer". Da un punto di
vista strettamente tecnico come le sembra che siano
trattati gli scacchi quando sono all'interno di creazioni
artistiche?
Gli scacchi hanno ispirato
scrittori, pittori, registi. Basti pensare ad Arrigo
Boito (l'Alfiere Nero) al pittore francese e maestro di
scacchi Marchel Duchamp, al regista Bergman (Il settimo
sigillo), a scrittori come Gesualdo Bufalino e Giuseppe
Pontiggia. Goldoni ispiro' agli scacchi Il Burbero
benefico. Montale scrisse una poesia dedicata agli
scacchi. L'elenco è lunghissimo. In tutti questi casi
gli scacchi sono trattati con rispetto e con passione se
l'autore era anche giocatore (Maurensig per esempio è
Prima categoria nazionale). E' quando si parla di scacchi
sui giornali e in tv che il gioco viene preso in
considerazione solo come "fenomeno da
baraccone" (tipico esempio proprio le sfide uomo
macchina) o come "curiosità" meglio se morbosa
(l'assassino di Ancona che sfidava a scacchi la polizia).
Vi sono dei siti in cui
si gioca a scacchi? Quali? Che giudizio ne ha?
Internet è
"pieno" di siti sugli scacchi e c'è
addirittura una "federazione" internazionale
per il gioco via Internet. Attenzione però che è piena
di "furbi" che giocano con a fianco...il
computer!
Più seri sono i siti con notizie e avvenimenti. Per
esempio la Federazione scacchistica italiana è sul sito
"infcom.it/fsi". C'e' una "rivista"
telematica settimanale al sito
"tcc.net/twic/twic.html" e anche noi
dell'Italia Scacchistica stiamo per aprire il nostro
sito. Su tutti questi si trovano i link per collegarsi ad
altri siti, compresi quelli dedicati al gioco in diretta.
Quali sono i programmi
sul mercato più validi nel gioco degli scacchi?
Programmi ce ne sono tanti
e ormai tutti validi. Se ne trovano anche disponibili su
Internet, basta lanciare la ricerca "chess". Ma
ha senso giocare a scacchi contro un computer? Se non si
è bravi si perde sempre, se si è "agonisti"
dopo un po' si vince sempre perché il programma gioca
sempre le stesse mosse e quindi ci si annoia. Ilprogramma
va utilizzato come "allenatore", come sparring
partner per provare nuove continuazioni, idee personali e
simili. Giocarci "contro" alla fine stufa.
Giuseppe Episcopo
Il direttore di Italia
Scacchistica Adolivio Capece è disponibile ad inviare
una copia gratuita di saggio di "Italia
Scacchistica" a chi vorrà richiederla via e-mail
specificando il proprio indirizzo postale
ad.capece{Sostituisci con chiocciola}agora.stm.it
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