F.T.V. :
viaggi da incubo!
Cosa
succede durante il viaggio da casa a scuola
Da sempre, per recarsi a
scuola, la maggior parte degli studenti usa i mezzi
pubblici e se questi funzionassero a dovere sarebbe già,
come dire, un buon giorno. La realtà purtroppo è
piuttosto diversa soprattutto per 1affollamento
eccessivo di tali mezzi. Sono fortunati i ragazzi che
salgono alle primissime fermate perché gli altri, pur
pagando regolarmente il posto, sono costretti a
percorrersi chilometri in piedi, in un continuo esercizio
dequilibrio diviso tra frenate e accelerate del
guidatore. Per non parlare poi del bagaglio personale che
ogni studente ha con sè: zaino stracolmo di libri, e
già qui ci vuole spazio anche semplicemente per girarsi,
cartelle da disegno, borse per il materiale di educazione
fisica... tutti elementi che ingombrano e che si
aggiungono al numero dei ragazzi già abbondantemente
oltre la portata del mezzo. Se succedesse un incidente,
come risponderebbero le assicurazioni?
In due mesi di scuola,
solo una volta è salito nel pullman il tanto temuto
controllore. Risultato: panico generale, ricerca
spasmodica dellabbonamento che dovrebbe essere in
questa, in quella tasca e invece ora che serve non
cè, brusio di sottofondo che sostituisce, quasi
per incanto, il vociare assordante di qualche attimo
prima, insomma 1atmosfera allinterno del
mezzo cambia radicalmente quasi si fosse ad una prova
desame.
Quello che però
maggiormente si nota è un atteggiamento non troppo
"a modino" degli studenti che ha la sua
espressione più plateale in un linguaggio volgare e
ambiguo a perfetta imitazione di qualche divo
cinematografico, o in ogni caso dadulti di spicco.
Non tutto però è
negativo. Per i fortunati che sono seduti il viaggio può
trascorrere piacevolmente conversando con lex
compagno di classe, ripassando velocemente alcune materie
scolastiche del giorno, confrontando opinioni su fatti
accaduti. Tutto il vociare confuso e a momenti
assordante, è a mio parere lespressione tipica
della nostra gioventù, della nostra gioia di vivere e un
modo di esorcizzare le nostre preoccupazioni e ansie
scolastiche.
di
Enrico Piasente, 1^P
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