
Poveretto,
è un macho
L’elezione
di Clinton a "macho dell’anno" per le sue
vicende erotico politiche conferma in realtà che
l’uomo-che-non-deve-chiedere-mai è scomparso. A
vedere bene le cose infatti il presidente è stato messo
in mutande da una segretaria e "rivestito"
dalla moglie Hillary. Intanto il numero degli spermatozoi
nei maschi di mezzo mondo si è dimezzato e dopo i 50
anni l’impotenza diventa una costante. Colpa
dell’uomo o è la femmina che ha capito di essere
lei a dirigere il gioco?
Il machismo è morto. A
conferma di ciò proprio il fatto che
un’associazione brasiliana abbia premiato come macho
dell’anno proprio il presidente degli Usa Clinton,
che dovrebbe essere per antonomasia non solo l’uomo
più potente ma anche il più duro del mondo. Eppure
quest’apoteosi di potenza si è fatta prima
letteralmente mettere in mutande dalla sua presunta
concubina Monica Lewinsky e poi ci ha dovuto pensare la
brava mogliettina Hillary ha riabbottonargli le braghe.
Come esempio di machismo siamo al top, non c’è che
dire.
Ora a scagliarsi contro i
vari duri ci si mette anche Madre Natura, che non a caso
è donna: recenti ricerche fatte negli Usa e in Europa
hanno dimostrato un calo sconcertante del numero degli
spermatozoi, ci sarebbe un calo della densità dello
sperma di circa l’1% all’anno negli Stati Uniti
e del 3,1% in Europa, con l’ovvia conseguenza di un
aumento dei casi di infertilità maschile.
Ma non è tutto: secondo
una recente statistica un uomo su dieci ha problemi a
mantenere o ad ottenere un’erezione sufficiente per
un rapporto sessuale, che sale al 30% negli uomini oltre
i 60 anni e quasi del 100% nei maschi fumatori oltre i 50
anni. Stando agli andrologi questo sarebbe in parte
causato dall’eccesso di stress nervoso accumulato
soprattutto tra gli uomini di potere e, udite udite, dal
cambiamento del ruolo della donna nella società
contemporanea e dalla sua progressiva affermazione in
ambiti lavorativi prima non accessibili al gentil sesso.
E se il cinema ha
sostituito i Rambo con la Ramba ( dalla rasatissima Demi
Moore di Soldato Jane, alla Sigourney Weaver di Alien 3 e
4), non si è dimenticato di proporre modelli di
mascolinità riveduti e corretti da Kevin Kleine (che
impersona un professore gay in In e Out) all’efebico
Leonardo Di Caprio o all’angelico Brad Pitt.
Sarà che il macho a forza
di masticare api (il motto del machismo è "il vero
uomo non mangia miele ma mastica api") si è
procurato un bel po’ di bubboni e per un po’
terrà la lingua (ed anche qualcos’altro) a posto,
onde evitare sexigate ed altre sciagure. O forse le
donne, cosa più probabile, si sono rese conto, come
disse una volta qualcuno, di essere "sedute sulla
loro fortuna".
Roberta Paolini
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