Attualità - Febbraio 1998 | |
Dal Desert Storm del 91 la tecnologia ha fatto altri progressi. Così le cosiddette armi intelligenti sono diventate, dice il Pentagono, ancora più "furbe": guidate dal satellite e da mappe computerizzate, si cercano il bersaglio da sole. O perforano tre metri di cemento prima di esplodere. O si dividono in 166 mini-bombe ognuna diretta ad un bersaglio. Ma anche gli Usa non si illudono: non saranno loro a convincere Saddam A dire il vero nella guerra del 91 non hanno lasciato un gran ricordo. Presentate come le prime vere armi "intelligenti", si rivelarono in realtà poco più che ottuse. Certo un bel passo avanti rispetto ai classici missili a guida radar, facilmente sviati da vari sistemi elettronici e no. Ma le "bombe laser", guidate sul bersaglio con grande precisione da un raggio luminoso, proprio perfette non si dimostrarono. Così come i missili "cruise", lanciati anche dalle navi e capaci di raggiungere autonomamente lobbiettivo a grande distanza: non tutti arrivarono dove dovevano arrivare. Il che significa che il razzetto invece di colpire una caserma fa saltare in aria il condominio vicino (che sono 20 metri di differenza dopo qualche centinaia di chilometri di viaggio?). Ora lUs Army dice che, a distanza di 7 anni, i progressi sono stati notevoli. E le bombe intelligenti sono molto più intelligenti (o meno cretine), oltre che più letali. I 300 e passa aerei Usa e le 20 navi schierate nel Golfo possono oggi disporre infatti dei nuovi missili cruise tipo "Tomahawk" a guida satellitare e di un nuovo tipo di bombe che vengono lanciate addirittura a 70 chilometri dal bersaglio, tanto poi si arrangiano da sole. Ma nellarsenale americano sono arrivate anche le bombe "bunker buster" da 5 mila libbre (2700 chili circa): il loro raggio laser permette loro di trovare il bersaglio anche sottoterra attraverso 3 metri di cemento. "Questi nuovi strumenti sono più intelligenti, accurati e flessibili dei precedenti - ha spiegato un responsabile del dipartimento della Difesa Usa - La speranza è che questo significhi minori probabilità di colpire i civili". Una prova la trovate su http://www.cnn.com/WORLD/9802/06/bunker.buster.bomb/bunker.busters.26.943.mov La nuova versione Block-3 dei Tomahawk, ad esempio, ha un raggio dazione di 1600 chilometri e viene guidato dal sistema gps, cioè dal satellite, assieme ad una mappa computerizzata. La corazza al titanio dellogiva gli permette di perforare muri anche robusti, oppure è in grado di aprirsi come un fiore e rilasciare 166 piccole bombe ognuna destinata ad un suo bersaglio. Per esempio una colonna di carri armati. Ancora, le bombe JSOW (joint standoff weapon) da 1065 libbre (500 chili), talmente nuove da essere prodotte solo in numero limitato. Portate dai caccia F-18 Hornet, vengono scaricate a 75 chilometri dal bersaglio. Sempre con la guida del satellite e grazie alle alette di coda mobili, vanno a prendersi lobbiettivo. Spiega Patrick Moore, portavoce della Marina Usa al Pentagono: "Queste bombe sanno dove sono, dove devono andare e si trovano da sole la strada per il bersaglio". Le GBU-28 "bunker buster", trasportate dagli F-15, ufficialmente non si sa se saranno usate o meno sullIraq. Cè infine una nuova mini-bomba, ancora allo stadio sperimentale, in grado di causare allesplosione altissime temperature e quindi adatta a distruggere eventuali armi biologiche. Potrebbero essere montate sui bombardieri B-2 Stealth, dotati tra laltro di enorme autonomia (possono partire anche dagli Usa). Tutto questo per quanto riguarda la tecnologia. In realtà i problemi di un attacco allIraq restano irrisolti, bombe acculturate o no. Nella guerra del 91 furono mobilitati 500 mila soldati, eseguiti 110 mila attacchi aerei e scaricati 176 milioni di libbre (90 milioni di chili circa) di bombe. E Saddam è ancora lì. In più cè la grana dei depositi di armi chimiche e biologiche: come fidarsi a bombardarli? Non ci si fida. Vedi i 5 mila soldati del Desert Storm colpiti dalla cosiddetta sindrome del Golfo, forse contaminati dalle polveri tossiche dei depositi distrutti (lesercito negò sempre, solo lanno scorso ha dovuto ammettere). Così frena il segretario della Difesa Usa William Cohen: "Credo che dovremo fare grande attenzione ai possibili pericoli di danni indiretti. Il che comprende leventuale dispersione nellatmosfera di prodotti chimici". Insomma saranno anche diventate più intelligenti le armi del quasi 2000, ma la garanzia che Saddam Hussein farà marcia indietro non ce lha nessuno. In fondo anche nella seconda guerra mondiale si pensava che radere al suolo le città con i loro abitanti fiaccasse il nemico. Unipotesi sbagliata, costata solo qualche centinaio di migliaia di civili morti. |