Africa
off line
Anche
se lanno scorso il numero degli utenti Internet nel
Continente Nero ha fatto un grande balzo in avanti, il
vero problema è che l'accesso alle informazioni
telematiche (e non solo) è patrimonio esclusivo di pochi
ricchi. Così il solco culturale che già divide gli
africani dal resto del mondo si allargherà sempre più.
Lasciando sempre più spazio a totalitarismi e oligarchie
LAfrica ha visto
nellultimo anno una crescita costante del numero
degli abbonati alla Rete delle reti che - oggi - tocca la
cifra, in tutto il mondo di 80 milioni. Purtroppo nel
continente nero, laccesso alle informazioni sembra
restare comunque un patrimonio esclusivo delle classi
più abbienti. Si apre, dunque, un solco culturale
profondo che lesperto marocchino di comunicazioni
di massa, Abdelkrim Boussetta non esita a definire come
"un grave rischio per la democratizzazione
dellinformazione".
Nei paesi africani,
infatti, altissimo è il tasso di analfabetismo che
costringe le masse allignoranza e alla
sottomissione agli slogan dei regimi totalitari di
alcuni paesi in cui - è bene non dimenticarlo -
cè un atteggiamento di ostilità nei confronti
delle tecnologie anche per colpa dellintegralismo
di matrice religiosa. Intervistato dal settimanale
marocchino Leconomiste, il sociologo
egiziano Al Sayed Fassine indica un vero e proprio
"rischio Internet" per il continente africano:
"Le società dellAfrica del Nord rischiano
di trovarsi ulteriormente divise da nuove classi elitarie
che conoscono luso di Internet". Una
divisione grave per la quale nessuno dei governi
democratici africani e tantomeno quelli di matrice
totalitaria sembra avere preso delle contromisure.
Ancora Boussetta definisce
il pericolo gravissimo: "È in gioco la vicinanza
dellAfrica al resto del mondo. I paesi africani -
senza le infrastrutture indispensabili - soffriranno a
causa della penuria di informazioni e si allontaneranno
dal resto del mondo". Questo per la
dimostrazione che i media in generale e Internet in
particolare costituiscono il campo di battaglia decisivo
per la democrazia e lo sviluppo del prossimo millennio.
m.s.
|