Che
genio, ha 4 in matematica
I
ricercatori stanno cercando di risolvere il mistero del
QI, il quoziente dintelligenza inspiegabilmente
cresciuto negli ultimi decenni in tutto il mondo. Non
quello legato allapprendimento scolastico (che è
addirittura peggiorato) ma quello che misura
labilità a risolvere i problemi. Al punto che una
persona considerata sopra la media cento anni fa oggi
sarebbe un mezzo scemo
Tra i tanti fenomeni che
escono da laboratori, studi, ricerche ed analisi di
questo fine secolo e inizio terzo millennio, ce nè
uno curioso e allapparenza incredibile: pare che i
giovani stiano diventando più intelligenti rispetto a
una volta. Al punto che in base ai classici test che
misurano il QI (quoziente dintelligenza), molte
delle persone che allinizio del 1900 erano
considerate normali, oggi sarebbero sotto la media.
Insomma quasi stupide.
Quello che tutti gli
studiosi hanno notato è che questo progresso è stato
molto veloce, soprattutto negli ultimi decenni. Gli
psicologi, rimasti abbastanza stupiti da questo
improvviso colpo di genio collettivo, hanno tentato
qualche spiegazione: la migliore alimentazione,
lurbanizzazione, la maggiore confidenza con i test
e forse anche le famiglie meno numerose. In più qualcuno
mette nel conto anche la televisione e i videogame che
avrebbero reso il cervello dei bambini più agile.
Vero o no, il dato resta.
Ma non manca la contraddizione: quella che è cresciuta
in maniera esponenziale sembra essere lintelligenza
elastica, cioè il modo di affrontare le cose. Ma quella
"fissa", per esempio ciò che si è imparato a
scuola, è peggiorata. Al punto che, da questo punto di
vista, uno studente del 1930 sarebbe più preparato di
quello anni 90. Comunque sia, di certo non è un
fattore ereditario visto che il fenomeno si è verificato
da poco tempo e sembra essere correlato molto
allinfluenza ambientale.
"In qualche modo
tutti, nel mondo, stanno diventando più intelligenti,
anzi molto più intelligenti" spiega Ulrich Neisser,
professore di psicologia alla Cornell University. La
prova di tanta genialità (ammesso che sia così) sarebbe
nelle enormi conquiste soprattutto tecnologiche fatte in
questo secolo, impossibili da pensare anche solo cento
anni fa. La scoperta che dalla Cina allAmerica il
QI delle popolazioni è in netto aumento è stata fatta
da James Flynn, professore di studi politici
allUniversità di Otago, in Nuova Zelanda. Flynn si
era messo a scartabellare tra questi studi con
lintenzione di smontare la tesi
"razzista" di un collega californiano, Arthur
Jensen. Tesi che affermava che la differenza di QI nei
test tra bianchi e neri (almeno 15 punti a favore dei
bianchi) non era dovuta solo allambiente, ma anche
a parità di educazione la razza bianca era superiore.
Flynn si accorse così che i punteggi nei test, con il
passare degli anni, erano cresciuti dappertutto. Il che,
per ora, è un vero mistero: "E evidente che i
giovani hanno acquisito particolari abilità che sono
alla base di queste super performance dice Flynn
Quello che dobbiamo fare ora è scoprire da dove
viene, questa abilità". Anche perché a complicare
le cose ci sono i dati sulle prestazioni scolastiche, che
sono paradossalmente peggiorate dagli anni 60 fino
agli anni 80. Un vero dilemma, insomma. Altri
ricercatori comunque confermano lanalisi del
professore neozelandese. Neisser per esempio ha scritto
un libro sullargomento del QI mondiale in aumento,
"The Raising Curve" (la curva crescente).
A mettere sulla buona
strada Flynn sono stati soprattutto i test usati
nellesercito, rimasti per decenni uguali (figurarsi
se li cambiavano
). Ma anche quelle prove che
prevedevano luso di due versioni del test, una
vecchia e una migliorata. In tutti i casi le persone
dimostrarono punteggi superiori rispetto al passato.
Quasi tutta la documentazione raccolta però viene da
aree urbane di Paesi industrializzati. E nonostante Flynn
abbia rilevato che anche nelle zone metropolitane di
Paesi in via di sviluppo (Brasile, Cina) il fenomeno è
simile, il "gap" tra passato e presente sarebbe
meno evidente.
Le differenze più grandi
nel QI Flynn le ha trovate usando il sistema sviluppato
ancora negli anni 30 da John Raven, un metodo che
misura la capacità di ragionamento astratto e si basa
più sulla forma che sulle parole. Un modo quindi per
eliminare linfluenza della cultura e
delleducazione, ovviamente fuorvianti. Il
miglioramento, in altre parole, non è legato al fatto
che un ragazzo oggi conosce meglio la geografia o risolve
problemi matematici più difficili (anzi, è
linverso), ma che è più bravo a risolvere
problemi di logica generale tipo "quale di questi
oggetti non va daccordo con gli altri"). Così
Flynn si accorse che i punteggi delle prove, nei Paesi
industrializzati, erano cresciuti di sei punti ogni dieci
anni. Un aumento che oggi è arrivato a livelli
sorprendenti. Ad esempio chi ai primi del 900 aveva
un punteggio normale o superiore, oggi sarebbe tra gli
scarsi o peggio.
Lo psicologo
dellUniversità di Otago ha comunque usato anche
altri metodi di valutazione. Ed ha esaminato circa 73
studi su un totale di 7500 soggetti. Scoprendo che dal
1932 al 1978 la popolazione bianca negli Usa ha
guadagnato 14 punti di "intelligenza". Secondo
il dottor Neisser se un gruppo di bambini di oggi
rispondesse a uno dei test usati nel 1932, un quarto di
loro risulterebbe "molto superiore",
percentuale che mediamente non supera il 3 per cento
della popolazione. Insomma una generazione di genietti.
Anche qui però la
conferma "al negativo": tutti i test che
misurano lapprendimento scolastico non mostrano
alcun miglioramento. Da qui la considerazione che ad
aumentare vertiginosamente in questi decenni è stata
solo lelasticità mentale, non le nozioni. Un altro
studioso della Cornell University, la dottoressa Wendy
Williams, ha provato a dare una sua spiegazione: oggi
perfino sulle confezioni delle merendine, sacchetti,
tovaglie in pizzeria e giornalini è pieno di test,
puzzle e giochini di abilità molto simili a quelli usati
nelle prove di QI. Tanto che in un caso si è scoperto
che il quiz stampato su una tovaglia di un fast food era
identico ad uno proposto dal "test di
Wechsler".
Una cosa però sembra
evidente: il tipo di intelligenza cambia a seconda dei
tempi. Anche perché giocare con il computer (magari non
gli spara-spara ma giochi strategici e di abilità
mentale) favorisce capacità ben diverse da chi invece
ama leggere libri e visitare mostre. Così se oggi è
vero che non nascono più Mozart e Beethoven, siamo però
capaci di mandare sonde su Marte e controllare gli atomi.
Insomma anche lintelligenza cambia. Se in meglio o
in peggio, è materia da filosofi.
a.m.
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