Intervista
a Ennio Cavalli
Incontriamo
in occasione della pubblicazione di uno dei suoi ultimi
il giornalista radiofonico, il poeta e scrittore Ennio
Cavalli, arguto osservatore e attento narratore nel
lavoro radiofonico e nella vita culturale delle storie e
delle contraddizioni dei nostri tempi.
Ennio Cavalli, inviato della redazione
Cultura prima del GR1 di Sergio Zavoli poi del Giornale
Radio Rai, è da lungo tempo testimone dei più grandi
eventi culturali di questi ultimi anni ed è stato uno
dei più grandi amici di Federico Fellini al quale nel
1994 ha dedicato un libro di ricordi comuni ("10
Fellini e mezzo"Guaraldi).Eun poeta ed uno
scrittore raffinato al quale piace coniugare una grande
ironia ed un gusto ricercato per la Cultura. Nel 1996
sono usciti in contemporanea due suoi libri. Uno di
racconti: "La donna che affittava un dito", Mobydick,
ed uno di poesie "Libro di Storia e di grilli",
Campano.
Oggi, però, Cavalli - a
due anni di distanza dalle sue ultime fatiche - ha
cercato di raccontare nel suo nuovo volume, Lamore
in cuffia, La vita felice, pagg.154, lire 20.000,
lestremizzazione cinica della vita e delle storie
cui è costretto - forse - suo malgrado a conoscere un
operatore dei media.
Un libro duro che
rappresenta cinicamente una società che ama raccontarsi
senza stare ad ascoltare agli altri, dove il protagonismo
raggiunge livelli di follia tale da diventare quasi una
necessità. Così un conduttore di una trasmissione
radiofonica diventa lultimo baluardo contro questa
verità schiacciante e angosciosa. Lui stesso, però, ne
rimarrà affetto e come una danza con gli spettri
diventerà protagonista di una storia al centro della
partita millenaria tra Angeli e Iene.
Un libro che è anche una
riflessione sullinteriorità del mondo dei media e
sulla necessità di formare uomini pronti a capire e non
solo ad ascoltare.
Come accade per il
protagonista del romanzo di Ennio Cavalli, infatti,
lascolto non basta. Bisogna avere una vera vita
propria per non confondersi con chi si sta a sentire.
Cavalli, lei come
inviato per la radio Rai ha girato gran parte del mondo e
conosciuto molti personaggi famosi. Quanto di queste
esperienze è rimasto nel suo lavoro di scrittore e di
poeta?
Viaggiare, conoscere,
ascoltare è una cura omeopatica contro la confusione di
oggi. Il punto, forse il segreto, è rimescolare ogni
esperienza, avvicinare il proprio mondo agli altri, fare
un "amalgama" sempre più ricco e unirlo ai
propri "sapori", senza affogarci dentro. Questo
vale anche per la vita di tutti i giorni: ansie, calcoli
e clamori non devono farci perdere gli appuntamenti con
la sorpresa o la voglia di guardare più in là.
Come giornalista, qual
è il suo rapporto con la scrittura?
Spesso il giornalista ha
un vantaggio: può fermarsi alle domande, anche se
dovrebbe avere sempre una risposta pronta. Per lo
scrittore è diverso. Sa che le risposte sono
tuttuno con le domande e che la vita passa
attraverso la sua rappresentazione. Io mi consolo così:
facendo linviato, a ogni partenza penso di andare
per un po a vivere altrove. Mi illudo di continuare
a scrivere, fuori dalla routine. Poi lavoro per la radio,
che è casta solo per il fatto di essere cieca e senza la
parola svanirebbe.
Perché dopo tanti
libri di poesie e alcuni racconti lei pubblica un romanzo
che - a livello particellare - è essenzialmente un libro
di racconti tenuti insieme da un filo tenue?
Non credo ci sia molta
differenza. A guardare bene, infatti, cè la stessa
voglia di raccontare , di proiettarmi al di là delle
prime misure, di dipanare un gomitolo fatto di tanti fili
colorati. Questi racconti nascono da interrogativi
immediati, da minuscole curiosità e malizie, da una
voglia di indagare che è anche voglia di ribaltare, di
sovvertire, di dimostrare che tutto poteva essere altro o
andare diversamente. Così i miei personaggi sono eroi
solitari, spesso vanno a due a due, incrociando bagagli e
destini, per andare a formare una sorta di doppio
antagonismo.
Qual è la sua
posizione nei confronti della realtà?
Io credo che la lente
attraverso la quale bisogna guardare alla vita di ogni
giorno sia composta essenzialmente dallo humour, che va a
costituire una sorta di leva.
Io parlo di
"srealismo". Viviamo in unepoca talmente
piena di paradossi ed esagerazioni che è necessario fare
un passo indietro, non arrendersi al pensiero debole,
non dare per scontata la
mancanza di allarmi. E in tal senso che i miei
racconti possono diventare una satira così pungente da
diventare quasi uno sberleffo.
La radio :
lamore di una vita, ma anche una tiranna come
unamante esigente...
La radio ti dà una voce
che arriva dappertutto, ma ti ruba lombra. È un
patto faustiano, qualcosa di diabolico ed è per questo
che alla radio siamo così "vendicativi"
con i nostri ospiti e
intervistati. Tramite il montaggio rubiamo ai nostri
interlocutori i respiri, le pause, i dubbi, i colpi di
tosse e ne restituiamo una voce perfetta e sintetitca.
Loro ci rubano
lombra, noi il loro respiro.
È lossessione per
le voci lelemento che mi accomuna al protagonista
del mio libro, un conduttore di un programma radiofonico
notturno che ha invitato i suoi ascoltatori a raccontare
una storia sul tema "Angeli e Iene", cioè
amore e rabbia.
Lamore per la radio
significa impossessarsi delle voci da montare.
Maltrattare e trattare una sorta di rapporto fisico
attraverso il nastro per cui tagliare è un po come
togliere il respiro a qualcuno.
Non è così frequente
che la radio ispiri letteratura. Fppure L'amore
in cuffia parte proprio da un mondo di voci
pronte alla messa in onda. Lei lo definisce non un
romanzo, ma unuccelliera. Perché?
Perché nasce
dall'esperienza perfino tattile delle voci, che noi alla
radio smontiamo e tagliamo lavorando sul supporto
magnetico. Nasce dall'ossessione e dalla gioia di essere
così vicini e in confidenza con la parte più segreta di
noi : la parola. E' chiaro che la faccenda diventa
subito metaforica. Dietro e intorno alle voci dei
protagonisti della trasmissione (un immaginario programma
notturno realizzato tramite le telefonate del pubblico)
c'è il gran rumore di fondo che ci perseguita, trill, news
e flAshmultimediali. L'amore in cuffia, però,
non è un romanzo serioso: è pieno di humour e
anche di erotismo.
Chi sono i protagonisti
del suo libro?
Il conduttore non conosce
nessuno, il suo rapporto è con le otto bobine, già
montate e pronte per la messa in onda. Le porta a casa
per gli ultimi controlli. Riascoltando le voci della
redattrice editoriale, del maestro Zavatta, del pianista
gay, dell'aspirante Giornalista, del giovane cameriere
scattano dei cortocircuiti lui trova in quei racconti
brani della sua vita. E' quasi un giallo, qualcuno di
quei personaggi gli si para davanti, altri lo
perseguitano al telefono, emergono i buchi neri del
passato, fíno all'incontro con una ragazza e al finale a
sorpresa, duro come una violenza.
Qualcuno ha definito la
sua scrittura "densa e raffinata, pronta a rompere
il piano della comicità per quello lirico o tragico e
viceversa..."
So solo che ho lavorato a
queste pagine più di quanto il calzolaio di St. James
Street lavori alle scarpe della Regina.
M.S.
|