Lupo
Alberto, un comico tv
Fedele
allievo di Bonvi e delle sue Sturmtruppen, Guido
Silvestri alias Silver parla di lui e della sua creatura.
Quel lupo "domestico" diventato uno dei
personaggi dei fumetti più famoso degli ultimi quindici
anni. E che per far ridere spesso sfrutta "le
schifezze che passano in televisione"
Il nome più amato tra i fumetti
italiani che hanno maggiormente influenzato i lettori
degli ultimi quindici anni, è sicuramente quello di Lupo
Alberto. Una sorta di Paperino nostrano in pelliccia che
si scontra ogni giorno con i problemi esistenziali del
suo amico Enrico la Talpa, con le mille piccole
frustrazioni dei personaggi della fattoria, con i pugni
del cane Mosè, il quale gli vuole impedire ad ogni costo
di incontrare la sua fidanzata, la gallina Marta.
Disegnatore ed autore delle storie dello sfortunato lupo
è Guido Silvestri, in arte Silver, che cominciò a
pubblicare nel 1974 sul Corriere dei ragazzi ad appena 23
anni con il titolo "Le avventure della fattoria dei
Mc Kenzie". Non prima di un rigido apprendistato
alla scuola di Bonvi, autore delle gloriosissime strisce
sulle Sturmtruppen, da cui ha "ereditato" un
altro personaggio fondamentale del mondo dei comics:
Cattivik, il genio del male.
Come è nato Lupo
Alberto?
Credo sia difficile
spiegare una cosa del genere bene. Forse ci riescono
meglio gli altri, magari dicendo sciocchezze: dette,
però, talmente bene, da farle credere perfino
all'autore. Lupo Alberto è nato in maniera molto banale,
quindi né per rivelazione divina, né perché sono
finito sotto un autobus, ma soltanto dal mio grande amore
per i fumetti, dal mio background culturale e soprattutto
dall'esigenza di mangiare.
A chi assomiglia Lupo
Alberto, forse a qualche personaggio della vita reale?
Quelli che se ne intendono
dicono che sia io... ma non credo sia così. Io non mi
sono rifatto a nessun personaggio reale in particolare,
ma a molti personaggi realmente esistenti. Lupo Alberto
rappresenta una tipologia molto comune. La maggior parte
delle cose che ho disegnato sono, comunque, successe a
me, con l'ovvio adattamento al fumetto, perché io non
vago la notte per pollai e non prendo legnate dai cani.
Una delle maggiori
frustrazioni di Lupo Alberto è il desiderio di Marta di
sposarlo. Si sposeranno mai?
Certamente, quando si
sposeranno Topolino e Minni.
Oltre essere padre di
Lupo Alberto, Silver è patrigno di Cattivik...
Cattivik è un personaggio
di cui mi spiace non essere il padre naturale, visto che
è talmente geniale anche in senso commerciale. Purtroppo
adesso non ho il tempo per metterci mano e se ne sta
occupando una schiera di collaboratori.
Sia in Cattivik che in
Lupo Alberto vi è molta autoironia...
E' la stessa con cui vivo
la mia vita, anche se talora, temo, sconfini
nell'autodistruzione.
Come nasce una striscia
di fumetti?
Uno prende un pezzo di
carta, il più possibile basso e lungo... A parte gli
scherzi, nasce molto faticosamente. Non bisogna credere
che uno che fa i fumetti comici se ne stia sempre lì a
ridere e divertirsi. E' un lavoro che dura otto ore
quotidiane, faticoso, noioso, talvolta stressante,
perché è difficile sedersi a tavolino e decidere di far
ridere. Per avere delle idee, fortunatamente c'è la
televisione, perché piena di strafalcioni che danno
spunti: così veloci che sono costretto a mettere il
"rallenty" per segnarmi tutte le schifezze che
passano.
Silver, però, non può
essere certo definito uno scrittore di fumetti leggeri,
perché è autore impegnato in una sempre presente satira
diretta, di cui bersagli ricorrenti sono vizi, ipocrisie,
cattiverie e stupidità...
Il mio mestiere è di
stare ad un tavolo a far fumetti, ma nonostante questo ho
voluto mettere in alcune vignette questa rabbia che ho e
che mi turba ogni giorno, come tutti noi possiamo essere
turbati dai rigurgiti di moralismo perbenista, che ci
lasciano preoccupati ed amareggiati.
Chi è il lettore di
Lupo Alberto?
Non mi sono mai rivolto ad
un pubblico particolare, agli inizi mi rivolgevo ad un
pubblico che "masticava" fumetti su giornali
tipo Linus. Nel corso degli anni il pubblico si è
modificato: quelli che oggi leggono le mie strisce forse
quando ho cominciato non erano ancora nati. I miei sono
personaggi che si ripropongono ad ogni nuova generazione
di lettori. Sicuramente non ho mai rincorso il pubblico,
non per fare l'onesto ma perché mi manca la furbizia per
farlo.
Il collega che stimi di
più, anche nell'ambito della satira politica?
Rischio di essere banale:
Altan. Se si parla di autore satirico, credo sia l'unico
che si possa fregiare di questo titolo.
Qual è la cosa che
manca a Lupo Alberto?
Un autore che lo faccia
vivere più tranquillamente...
M. Spa.
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