Il Veneto scopre le sue carte
Pensi
al Veneto, e immagini un brulicare prospero e un po
caotico di laboratori, aziendine e capannoni sorti in
anni recenti, insieme con lesplosione economica del
"mitico" Nord Est: Eppure la storia della
regione consce anche il respiro placido della lunga
durata, della transizione dolce al capitalismo
industriale sperimentata in un graduale avvicinamento
allultimo boom. Ed è tante cartiere disseminate
spesso nelle zone pedemontane, ricche di acqua e un tempo
anche di alberi e relativa cellulosa, che questa
tradizione si apprezza al meglio: Favini, Rossi,
Fedrigoni. Vicende aziendali lunghe secoli, nelle quali
il legame stretto con leconomia delle campagne
venete ha via via prodotto una lenta ed efficace
pedagogia del lavoro di fabbrica.
Per esempio sul campo,
imboccare lautostrada Valdastico per approdare ad
Arsiero, un piccolo centro dellAlto Vicentino. Qui,
a piedi dellaltopiano di Asiago, si scorge ancora
limpianto ottocentesco della Cartiera Rossi:Oggi è
unazienda da 100 dipendenti e 35 miliardi di
fatturato, specializzata nella produzione di carine per
sigarette e di carte da decorazione. Ma ha una storia
particolare. Nel 1878 il senatore Alessandro Rossi, uno
dei profeti dello sviluppo industriale nazionale,
lacquistò per darla in gestione al figlio.
Attualmente la fabbrica di Arsiero costituisce
lattività imprenditoriale rimasta in mano alla
gloriosa famiglia laniera di Schio.
Ma nel settore
dellindustria cartaria il Veneto, uno dei poli
nazionali del settore insieme a quelli di Fabriano e di
Lucca-Pistoia, non vive solo di storia. Il progressivo
rincaro del prezzo della cellulosa non viene facilmente
scaricato sui prezzi, la concorrenza dei grossi
produttori del Nord Europa, scandinavi in particolare,
resta sul mercato non permette di cullarsi sulle
tradizioni. Così negli ultimi anni i processi di
concentrazione aziendale e la ricerca di economie di
scala hanno subito una forte accelerazione. Lultimo
esempio è recente, con la cessione da parte di Binda
alla Cartiera di Villorba del ramo dazienda
localizzato a Treviso di Cartiere Ascoli Marsoni. Se
lAntitrust darà via libera, lo stabilimento di
Treviso la cui produzione ammonta a 130mila
tonnellate annue (90mila di carte patinate per uso
grafico) per un fatturato di 160miliardi entrerà
quindi nellorbita della Burgo e del gruppo Marchi,
che detengono rispettivamente il 40 ed il 60 per cento in
Cartiere di Villorba Spa.
Stabilimenti a Sarego,
Chiampo e Toscolano (nellalto Garda bresciano),
fatturato 1997 a 400 miliardi con 800 dipendenti, il
gruppo Marchi nel veneto è una delle realtà più
significative, tanto più che compete a suon di
esportazioni con i colossi svedesi e filandesi nel
segmento caratterizzato dai volumi più alti, quello
della carta da stampa: "Il nostro è un settore nel
quale a livello europeo non esistono barriere - spiega
Girolamo Marchi, presidente del gruppo Inoltre il
costante innalzamento della produttività costituisce un
imperativo categorico per far fronte al peso notevole dei
costi fissi. A livello internazionale noi ci consideriamo
medio-piccoli, ma siamo in rado di rispondere alla
concentrazione in atto fra i produttori del Nord e fra i
grandi centri internazionale di distribuzione della
carta".
Del resto fatta eccezione
per la presenza a Lugo (Vicenza) della Burgo, fra i
leader italiani del settore, e a Carmignano del Brenta
(Padova) della Svizzera Cam Tenero, il settore cartario
veneto è ancora in mano al capitalismo delle famiglie
locali. Le quali hanno imparato in fretta, se non
anticipato, la lezione sulla quale si basa gran parte dei
successi del Nord Est: esportazioni in concorrenza
direttacon i colossi del Nord e ultimamente anche con i
competitor del Far East, specializzazione produttiva e
flessibilità.
(continua...)
Maurizio Caiaffa
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