La
tecnovendetta
Insieme
ai benefici diretti ogni innovazione tecnologica comporta
sempre una serie di problemi e frustrazioni: il computer
che si blocca, il telefonino che distrae in macchina, le
strade più grandi e il traffico che peggiora. Ma anche
linquinamento, faccia oscura del consumismo. Una
dannazione con cui luomo deve imparare a convivere:
la rivincita delle macchine
Chi prima e chi dopo se ne
sono accorti tutti. Ma come spesso succede pochi si sono
chiesti "perché". Di cosa parliamo? Qualche
esempio: perché il traffico, invece di migliorare,
peggiora dopo lapertura di una nuova strada o
lallargamento della vecchia? Perché sembra di
perdere più tempo con un telefono a tasti che con il
vecchio apparecchio a ruota? Perché nonostante computer,
stampanti e meraviglie varie dellelettronica, lo
stress aumenta? Risposta: perché la tecnologia mentre
risolve un problema da un parte ne crea un altro
dallaltra. In una specie di circuito (per ora)
infinito. Al punto che, come si legge in un articolo di
Abcnews, Edward Tenner, docente di storia della
tecnologia dellUniversità di Princeton (Usa) ha
cercato di dare una risposta al fenomeno con un libro che
si può tradurre più o meno: "Perché le cose si
ritorcono su sé stesse: la tecnologia e la vendetta
delle conseguenze involontarie". Insomma la
"vendetta delle macchine".
Un effetto dai mille
aspetti: irritanti, esasperanti, comici e tragici.
Perché un discorso è la stampante che sforna senza più
controllo cento copie di un documento invece delle tre
che servivano, un altro sono gli incidenti stradali anche
mortali legati alluso del telefonino in auto. Sono
due esempi di vendetta tecnologica diversa, ma in comune
cè che stampanti e telefonini pur molto utili
possono darci anche un sacco di guai.
Intanto volete sapere
perché sulle vecchie strade il caos aumenta dopo i
miglioramenti? Gli esperti di traffico si sono accorti
che chi prima prendeva il treno o la corriera usa la
macchina, visto che cè la nuova strada. Ed è di
nuovo ingorgo. Chi conosce lautostrada A4
Torino-Venezia dopo che è diventata a tre corsie lo sa
bene: è tutto come prima, anche perché con tre corsie
ci sono più lavori di manutenzione. Quanto al telefono,
lavvento della tastiera ha incoraggiato luso
di segreterie a distanza e, soprattutto negli Usa, a dare
i numeri della carta di credito. Così al telefono ci si
sta una vita solo per premere i tastini.
La lista è lunga,
comunque. I calcolatori tascabili sono stati una manna
per tutti, ma intanto abbiamo disimparato a contare; i
programmi di grafica e scrittura permettono cose
eccezionali ma così si perde la naturalezza e la
spontaneità e tutto diviene standardizzato. Andiamo
avanti: le case sono diventate calde e confortevoli sia
per noi che per gli acari nei tappeti, causa di allergie
respiratorie in molte persone; linformatica ha
fatto in modo che ci si debba muovere o anche solo alzare
dalla sedia molto meno di una volta, ma questo ha
provocato il 40 per cento in più di dolori alla schiena
e al collo. E basta pensare al caso della mucca pazza:
lincremento ponderale dei bovini alimentati con
prodotti animali è stato enorme, ma in compenso si è
diffuso un pericoloso virus. "Il vero guaio però
non sono i costi o i danni possibili dice Tenner
ma la frustrazione. Perché spesso sentiamo che la
tecnologia ostacola addirittura quello che noi vorremmo
fare".
Chiaro che leffetto
vendetta meccanica non è solo colpa di microchip,
ingranaggi e onde radio. Luomo infatti ci mette del
suo, anzi per Tenner è lincontro fra la tecnologia
e il sistema sociale che provoca i contrasti. Alan
Marcus, professore di storia e autore di libri sulla
scienza negli Usa allIowa State University è
daccordo: "Ogni volta che progettiamo una
soluzione tecnologica il problema non è la soluzione in
sé ma luso che se ne fa. Insomma
lapplicazione che ne fa la gente". Non solo
involontariamente, ma anche direttamente. Prendiamo le
auto: il sistema Abs rende più sicura la frenata, ma
questo induce il guidatore a osare di più in curva. E
quindi a rischiare di più. E questo vale per le gomme o
per altre innovazioni. In montagna ora si può arrivare a
quote notevoli e scendere da pendii incredibili,
aumentando i pericoli. E la cosiddetta
"compensazione del rischio": più la tecnologia
aumenta la sicurezza di una certa attività, più si
rischia.
Il discorso si può
ampliare a livello planetario: le armi nucleari sono un
esempio di ricerca scientifica "suicida". Ma
anche linquinamento, leffetto serra e il
cambiamento climatico dimostrano che dietro ogni passo
avanti se ne rischia un altro indietro. Così più
elementi naturali si possono manipolare, più aumentano i
rischi di contraccolpi non voluti (non sempre: a produrre
bombe atomiche e diossine non è proprio unallegra
compagnia di ingenui pasticcioni...). A preoccupare è
poi il fatto che questo limite uomo-tecnologia è
probabilmente vicino al suo massimo: fino a che punto la
specie homo sapiens è in grado di assimilare e gestire
cambiamenti sempre più rapidi, mai conosciuti prima
dora?
Qualche conclusione?
"Bisogna accettare il fatto che non a tutto si può
dare una risposta - dice Marcus In caso contrario
ci aspetta un destino gramo fatto di sconfitte,
circondati da cose che non funzionano". Insomma
"possiamo ridurre limpatto della vendetta
tecnologica, ma non eliminarlo". Così lunica
difesa, dice Tenner, è di prendere atto che i sistemi
oggi sono troppo complicati perché noi si possa capirli.
"Meglio affrontare cambiamenti e novità con una
buona dose di diffidenza verso tutto quello che può
capitare". E se la stampante continua a sputarvi
fuori quelle 100 maledette inutili copie, staccate la
spina e fategli una bella pernacchia.
a.m.
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