La ricetta
anti-depressione
Una
serie di proposte quasi gastronomiche tra l'assurdo e il
poetico per combattere la malinconia. O forse per
imparare a conviverci senza drammi. Basta imparare a
cucinare un "cavolfiore nella nebbia" seguendo
le istruzioni di Hector Abad Faciolince
Héctor Abad
Faciolince, Trattato di culinaria per donne tristi, Sellerio,
pp.154, l.15.000
Chi
può pretendere di conoscere le ricette della felicità?
Non è certo tale
presunzione che ha spinto Héctor Abad Faciolince (classe
1958, colombiano, già autore del romanzo Asuntos de
un hidalgo disoluto e di una raccolta di racconti
intitolata Malos pensamientos) a scrivere questo
suo ilaro-tragico Trattato di culinaria,
indirizzato solo in apparenza allattenzione di
"donne tristi", ma appetibile invece da parte
di ogni lettore, se è vero che la tristezza - in specie
quella causata da disamore o insoddisfazione esistenziale
- non è certo declinabile in esclusiva al femminile. Ma
veniamo alle ricette, che vanno peraltro sempre lette in
senso metaforico e per palati squisitamente letterari.
"Sono preparati
semplici e molto poco rischiosi" ammette non senza
un pizzico di autoironia lautore, che apre il suo
ricettario consigliando catarticamente un digiuno
preventivo come antidoto salutare nei confronti di
qualsivoglia infelicità, prima di misurarsi con ciò che
egli stesso definisce con finta modestia un
"tentativo fallace di stregoneria", giacché
ogni scongiuro, se vale, "non è altro che il
suono", in quanto qui lunico aroma che può
essere di giovamento è forse solo "laria che
esalano le parole".
Del resto, pone le mani
avanti Abad Faciolince, chi ha mai sostenuto che sia
vietato essere tristi? Visto anzi che, come si diceva, si
tratta di condizione comune e diffusissima, lunico
rimedio consente nellattraversare questo stato
danimo senza assumerlo come una malattia. E per
convivere in modo acconcio con lumor nero ecco il
primo piatto: cavolfiore nella nebbia. Si tratta dunque
di cuocere col "vapore acqueo" quel "fiore
bianco e triste", che una volta assaporato
"andrà succhiando la tua malinconia (
) senza
rubarti lunica cosa tua in quel momento".
Altra ricetta - questa
volta contro lindigestione di parole. Ai lati di un
bicchier di vino porre due libri di poesia da sfogliare
durante il pranzo, giacché "solo i buoni poeti ci
curano dalla saturazione di parole". Ancora: un
preparato anti-età per combattere ogni sensazione di
vecchiezza e consistente nel ritrovare i sapori
dimenticati dellinfanzia; benché enumerarli
banalmente non serva, ammonisce lautore, in quanto
"ognuno dimentica e ricorda a modo proprio".
Scontato, dopo questi
esempi, come i rimedi falsamente culinari di Abad
Faciolince si rivelino in realtà non-ricette o
anti-ricette; insomma un prontuario di consigli
allinsegna del disincanto e sulla falsariga
duna filosofia improntata ad un epicureismo ben
temperato. Del resto in chiusa di volume confessa senza
mezzi termini di non essere un gourmet goloso il nostro
eccentrico gastronomo, la cui aspirazione vuole essere
semmai quella di inventare astratte ricette "per
profumare la tua fantasia". Che ci sia riuscito e
dalla sua prosa esali un aroma esotico e suadente è un
dato difficilmente contestabile. Leggere per credere.
Francesco Roat
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