Index Primopiano - Maggio 1998



Malesia, prove tecniche di cybermetropoli

Il Paese asiatico sta dando vita ad un mega-progetto: Cyberjaja, la città fantascientifica super informatizzata che dovrebbe ospitare centinaia di aziende hi-tech. Oltre che il primo "governo elettronico". Una zona di 50 km di lunghezza e 15 di larghezza pensata per l’Era dell’Informazione, dove tutto viaggia sui bit. Anche se dietro ai 20 mila miliardi previsti aleggia la crisi economica delle ex tigri asiatiche

Sarà che ultimamente in quelle zone non è che, da un punto di vista economico, le cose vadano particolarmente bene. Tra crolli di borsa e super svalutazioni che hanno messo in ginocchio molte ex tigri asiatiche. Ma pochi si sono accorti del mega-progetto informatico voluto e avviato dal governo della Malesia: la costruzione di una cybercittà da fantascienza, vera e propria zona multimediale fatta di palazzi di vetro e acciaio dove tutto è improntato e progettato per sfruttare le possibilità offerte dai computer: dalla scrivania al water, dal ristorante al letto, dagli autobus ai marciapiedi (se ci saranno). Tutto pulsanti, antenne, internet, monitor e bit al posto di carta e parole. Un progettino futuristico da circa 20 mila miliardi chiamato Multimedia Super Corridor o Msc che dovrebbe, nelle intenzioni degli ideatori, raccogliere almeno 200 società leader dell’informatica di tutto il mondo disposte a lavorare (e investire) nella nuova città del Terzo Millennio.

Il progetto in realtà si divide in due parti: l’edificazione di Putrajaja, centro governativo totalmente computerizzato e sede amministrativa dello Stato malese che funzionerà come la plancia dell’Enterprise di Star Trek (il "governo elettronico"); quindi la costruzione di Cyberjaja, la futuristica città-informatizzata per le aziende. Due metropoli unite da un lungo corridoio racchiuse in un’area lunga 50 chilometri e larga 15, con inizio dal centro della capitale malese Kuala Lumpur. Popolazione (umana, si spera) prevista: circa 240 mila persone. Secondo il primo ministro della Malesia, Mahathir Mohamad, guarda caso anche "ideatore" dell’Msc, la mega-struttura nel giro di 25 anni farà diventare il Paese una nazione moderna e industrializzata.

Quanto alle adesioni da parte delle grandi società di computer hi-tech, almeno sulla carta sembrano di tutto rispetto: sono 103 (al febbraio scorso) quelle che si sono dette disposte a lavorare nel Super Corridoio. Delle 103 aziende 35 sono malesi, 26 sono frutto di joint-venture tra nomi locali e stranieri e il resto sono società internazionali. A gestire questa prima fase della nascita di Cyberjaja c’è anche una speciale commissione consultiva, lo Iap (International Advisory Panel) formato da 30 membri tra cui Microsoft (poteva mancare?), Acer, Motorola ed Ericsson. Lo stesso Bill Gates, che di affari se ne intende, nel marzo scorso a Kuala Lumpur ha parlato davanti a 3 mila imprenditori elogiando il progetto malese e promettendo il suo impegno. "Un progetto eccitante – ha detto – che farà di questo Paese il leader dei grandi cambiamenti dell’Era Informatica".

Belle parole, ma chi si aspettava di sapere come la Microsoft intendesse intervenire è rimasto deluso. Niente cifre, niente particolari. Anche perché lo scoppio della grande crisi economica asiatica ha dato un primo scossone a retorica e paroloni sulla metropoli del 2000. Al punto che il governo della Malesia, la cui moneta (il ringgit) ha nel frattempo perso il 30% del suo valore, si è affrettato ad assicurare che il progetto continuerà. Anche se con qualche taglio, qui e là, nel budget previsto.

In realtà adesso il governo dovrà almeno pareggiare i conti dell’operazione, vista la cattiva aria economico-monetaria che tira nel Sud-est asiatico. E mentre non mancano le critiche di chi pensa che un investimento così oneroso per un paese così in crisi sia una mazzata, Mahathir Mohamad insiste: 78 società prevedono entrate di oltre 6 mila miliardi nel primo quinquennio di attività. Quindi perché angustiarsi? Non ci saranno stop: la nazione asiatica provvederà a fornire le infrastrutture per il Corridoio, compreso uno specifico sistema di telecomunicazioni apprintato dalla Telecom Malaysia (con una rete di fibre ottiche ad altà velocità per la comunicazione dati e audio-video) che farà da spina dorsale alla metropoli multimediale. Tutto assolutamente digitale.

In più c’è tutto il sistema di trasporti, che parte da tre superstrade principali con le varie connessioni e attraversamenti. Tutti i servizi (acqua, gas, elettricità) saranno a "doppio circuito" in modo che in caso di black out non si verifichino interruzioni. Le aziende invece stanno cercando di risolvere un altro problema: mettere a punto un sistema di "tesserini intelligenti" da usare nelle varie transazioni dentro le cybercittà: dal prelievo di soldi all’acquisto di azioni. Rigorosamente e asetticamente super informatizzato. Un bell’esperimento: così se non funziona avremo il tempo, forse, per tornare a penna e calamaio.

Alessandro Mognon