Quel
virus gioca a nascondino
Tra
i misteri ancora irrisolti dellAids cè
quello del luogo segreto che lHiv sceglie come
"tana" subito dopo linfezione e prima di
scatenare la malattia. Ora un gruppo di ricercatori
americani dice di averlo trovato, intanto, nelle scimmie:
i linfonodi dellintestino. Il che significa che per
anni il microrganismo dellimmunodeficienza
acquisita è stato cercato nel posto sbagliato
Uno dei misteri finora
irrisolti dellAids è dove va a finire il virus
appena entrato nellorganismo, visto che per un
certo tempo non si riesce ad individuarlo. I ricercatori
infatti sospettano che lHiv, nella fase iniziale
dellinfezione, vada a nascondersi da qualche parte
per rinforzarsi. Insomma un posticino tranquillo per
organizzare più tardi il grande assalto al sistema
immunitario. Ora una serie di test condotti da un gruppo
di scienziati statunitensi della Harvard Medical School
su alcune scimmie ha forse svelato il segreto: la
"tana" dellHiv potrebbe essere
lintestino. Come dire che per anni i ricercatori,
scandagliando al microscopio sangue e linfonodi
periferici, hanno guardato nel posto sbagliato.
I test hanno mostrato che
il virus Siv (o simian immunodeficency virus, il
corrispondete dellHiv nei primati) prima di tutto
va a distruggere le cellule immunitarie
dellintestino e solo dopo entra nel sangue e nelle
ghiandole linfatiche. Insomma la fitta rete linfatica
intestinale sarebbe lobiettivo primario
dellagente dellAids nel periodo di latenza.
Il problema per i
ricercatori sembrava obbligato: lHiv sparisce per
un certo periodo di tempo, poi comincia a invadere le le
cellule-T "helper" Cd4 del sangue e delle
linfoghiandole dando il via alla malattia. Deduzione:
cerchiamo di bloccare lattacco virale in quelle
cellule. "Visto che il virus colpisce il sistema
linfatico - dicono allHarvard Medical School -
tutti gli studi si sono dedicati alle cellule del sangue
e dei linfonodi periferici. A nessuno però è venuto in
mente che proporio il tratto gastrointestinale contiene
gran parte del tessuto linfatico
dellorganismo".
A questo punto gli
americani direbbero "bingo". Unica incertezza
il fatto che per ora di può studiare questa ipotesi solo
sulle scimmie. Rilevare linfezione
nellintestino delluomo (che tra laltro
nelle prime fasi non presenta sintomi e non sa di essere
infetto) è difficile o impossibile. Con le scimmie
(purtroppo per loro) le cose sono diverse. Così ad
essere infettati in laboratorio con il virus Siv sono
stati alcuni macachi. Dopo una sola settimana
dallinfezione il microorganismo aveva già invaso
le cellule Cd4 dellintestino, mentre nei linfonodi
e nel sangue le variazioni erano minime.
Conclusioni? Che un buon
vaccino dovrebbe prima di tutto proteggere
lintestino. Ipotesi corretta, a parte il
particolare che lequipe medica dellHarvard
Medical Center da tempo ne sta preparando uno di
"vivo" e vorrebbe procedere alla
sperimentazione sulluomo. Tra non poche polemiche.
Perchè il servizio sanitario nazionale Usa vieta i test
di questo tipo sulle persone ritenendo i rischi di
infezione troppo alti. Il vaccino vivo infatti si ottiene
modificando geneticamente un virus (in questo caso
lHiv) in modo che sia incapace di replicarsi. O
almeno così si spera.
a.m.
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